venerdì 21 Febbraio 2025

Trump a raffica contro Zelensky: “comico mediocre e dittatore non eletto”

«Comico dal successo modesto» e «dittatore senza elezioni». Sono queste le parole che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha usato per definire l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Le accuse sono arrivate dopo la risposta di Zelensky a una serie di affermazioni di Trump sul suo conto e sull’inizio della guerra, in cui il presidente ucraino ha definito il magnate una «vittima della propaganda russa». Dopo lo scambio, diversi leader europei hanno preso le difese del presidente ucraino, invocando la calma e ricordando che la priorità è arrivare a una pace. Lo scambio tra i due presidenti arriva in un momento estremamente delicato per l’Ucraina, esclusa dai primi colloqui con la Russia, e rischia di causare una rottura definitiva tra Washington e Kiev.

Lo scambio di dichiarazioni è scattato dopo una conferenza stampa del presidente Trump tenutasi martedì 18 febbraio presso la residenza di Mar-a-Lago, a Palm Beach, in Florida. I giornalisti hanno evidenziato la volontà di Mosca di avviare le trattative con l’Ucraina solo dopo che il Paese avrà indetto nuove elezioni. Trump ha descritto tale posizione come ragionevole, affermando che dopo anni di guerra Zelensky godrebbe dell’appoggio di solo il 4% della popolazione. Trump ha poi parlato degli aiuti forniti dagli USA all’Ucraina, che ammonterebbero a più di «350 miliardi» di dollari; «la metà», però , sarebbe sparita, e nemmeno Zelensky saprebbe dove si trovi. Il passaggio più criticato della conferenza stampa, tuttavia, è stato quello in cui Trump ha parlato dell’inizio della guerra. Il presidente stava facendo delle considerazioni sulle lamentele arrivate da parte ucraina, che, in occasione del primo incontro con funzionari russi a Riyad, è stata esclusa dai colloqui. «Non siamo stati invitati, ho sentito dire. Beh, sei lì da tre anni. Avresti dovuto farla finita in tre anni. Non avresti mai dovuto iniziarla [ndr. la guerra]».

Ieri, in risposta alle diverse dichiarazioni di Trump, Zelensky ha accusato il presidente di essere stato abbindolato dalla propaganda russa e di aver detto un sacco di falsità. Trump, quindi, ha perso la testa. Alle 16:47 ha condiviso un post sul proprio social in cui si scaglia contro Zelensky, accusandolo di aver trascinato il Paese in una guerra che non avrebbe mai potuto vincere, raggirando Biden per ottenere miliardi di dollari e approfittandosi di lui. Trump ha poi ripetuto le accuse lanciate in conferenza stampa, definendo Zelensky un «dittatore». Qualche ora dopo, Zelensky ha pubblicato un video in cui commenta le accuse di Trump: gli USA, sostiene Zelensky, avrebbero dato all’Ucraina poco meno di 100 miliardi tra aiuti militari e statali; il Paese non indirebbe elezioni perché è sotto legge marziale e perché le condizioni, tra sfollati, danni alle infrastrutture e bombardamenti, lo impedirebbero; il suo presunto indice di apprezzamento sarebbe oltre il 50%, come dimostrerebbe un sondaggio di ieri. Zelensky ha così lanciato il guanto di sfida: nelle prossime due settimane, ha detto il presidente ucraino, verranno commissionati sondaggi sull’indice di gradimento per Trump, Erdogan e i primi ministri britannico e polacco. «Renderò pubblici i risultati».

A supporto di Zelensky si sono sollevati il presidente francese Macron e il premier britannico Keir Starmer, che ha provato a mantenere gli animi tranquilli, ribadendo il suo «sostegno agli sforzi degli Stati Uniti» per trovare un accordo di pace. Le dure parole di Trump e l’affilata risposta di Zelensky allargano ancora di più quella frattura tra Ucraina e UE da una parte e Stati Uniti dall’altra che in tanti preannunciavano da tempo, palesatasi in occasione della conferenza di Monaco sulla sicurezza e ingigantitasi con l’esclusione di Kiev e Bruxelles dai colloqui di Riyad. Dopo simili dichiarazioni, è difficile immaginare cosa possa succedere. Lo scambio di ieri, tuttavia, rischia di inaugurare un irrecuperabile allontanamento tra l’attuale amministrazione Trump e l’Ucraina, a cui potrebbe seguire una simile rottura con l’Unione Europea.

[di Dario Lucisano]

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2 Commenti

  1. Anche un cieco lo vedeva già all’inizio della pazzia di Genocide Biden e del suo figlio scemo, che tutto quello che ora dice Trump era evidente e alla luce del sole, ma i criminali contro l’umanità massoni deviati e piduisti sterminatori dei loro stessi popoli, pur di vendersi per quattro lire, hanno convinto tutta la stampa di regime a fomentare le loro guerre e genocidi, vadano a Norimberga tutti giornalisti per primi, di certo non pagheremo noi i disastri che hanno creato.

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