L’acqua è una risorsa preziosa, ma in Italia i numeri del consumo idrico fanno riflettere: ogni cittadino consuma in media 6.300 litri al giorno, un dato che ci colloca al settimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea. Lo ha reso noto uno studio condotto da The European House – Ambrosetti (TEHA) e presentato alla VI riunione della Community Valore Acqua per l’Italia. Se questa cifra sembra sorprendente, il motivo risiede nell’impronta idrica complessiva, che comprende sia i consumi diretti, come quelli per uso domestico, sia quelli indiretti, ovvero l’acqua necessaria per produrre beni e servizi di cui usufruiamo quotidianamente. I quali, combinati assieme, fotografano una situazione tutt’altro che rosea per il nostro Paese.
La ricerca svolta da TEHA attesta che il consumo medio diretto di ogni italiano arriva a 215 litri al giorno. Solo Grecia (324 litri) e Irlanda (252 litri) registrano dati superiori all’interno dell’UE. Applicando un coefficiente di moltiplicazione – che per l’Italia è pari a 29 e va da un minimo di 14 per l’Irlanda a un massimo di 40 del Portogallo – si ottiene la quota di impatto complessivo sulla risorsa idrica, ovvero 6.300 litri giornalieri per abitante, che comprende anche i prodotti che ogni italiano consuma. A livello europeo, l’Italia si posiziona dietro a Lussemburgo e Portogallo (6.900 litri), Spagna (6.700), Cipro e Ungheria (6.500) e Grecia (6.400). Molto più virtuosi risultano invece Paesi come la Francia (4.900 litri), la Germania (3.900 litri) e il Regno Unito (3.400 litri). Il quadro diventa però ancora più critico se si guarda al consumo annuo complessivo. L’Italia utilizza infatti 130 miliardi di metri cubi d’acqua ogni anno, il valore più alto in Europa. A seguire ci sono Germania (120 miliardi), Francia (110 miliardi) e Spagna (100 miliardi). Un elemento particolarmente preoccupante è il peso dell’impronta idrica grigia, ovvero il volume di acqua dolce necessario per diluire gli inquinanti generati nei processi industriali, agricoli e domestici. In Italia, questa componente rappresenta il 23,9% del totale dell’impronta idrica, un valore che evidenzia la necessità di politiche più incisive per la riduzione dell’inquinamento e per un uso più efficiente delle risorse idriche.
Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT dedicato alla rete idrica italiana, uscito nella Primavera dell’anno scorso, nel solo 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione del Paese avrebbe soddisfatto le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. Le statistiche, condivise dall’Istituto Nazionale di Statistica, vanno di pari passo con i dati che emergono dal lungo Libro Bianco Valore Acqua 2024, redatto ancora da TEHA. Nel report viene infatti dettagliatamente analizzata la questione dell’emergenza idrica in Italia che, tra situazioni di siccità alimentate dai cambiamenti climatici e gestione delle risorse, rileva non poche criticità. Secondo The European House – Ambrosetti, che ha preso come riferimento l’anno precedente a quello oggetto delle analisi ISTAT, l’infrastruttura idrica italiana, «inefficiente ed obsoleta», disperderebbe nella fase di distribuzione il 41% dell’acqua prelevata pari a 8308m3/km, posizionando lo Stivale in fondo alla classifica europea per perdite idriche.
[di Stefano Baudino]
Lo Stivale come al solito in fondo alla classifica. Fortunatamente è in prima posizione nel Unione Europea per le imposte sul reddito.
Le perdite medie e non riducibili di acqua potabile in tutte le reti idriche si attesta fra il 10 ed il 20%. In Italia, dove il senso comune dello spreco di risorse naturali ed indispensabili è infimo, si potrebbero limitare le perdite di un buon 20%. Magari investendo più risorse nel rifacimento della vecchia rete idrica invece di gettare i soldi del contribuente in opere insulse ed inutili come il ponte sullo stretto, l’ alta velocità in val di Susa, le olimpiadi Milano-Cortina (sic!), il finanziamento delle scuole e delle strutture sanitarie private, etc.,etc.
“Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT dedicato alla rete idrica italiana, uscito nella Primavera dell’anno scorso, nel solo 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione del Paese avrebbe soddisfatto le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno.” Praticamente ne arriva la metà. E abbiamo anche fatto un referendum…completamente ignorato…peccato