Sbugiardato dal sistema di fact-checking del social media di sua stessa proprietà, Elon Musk promette di “correggere” X, così da assicurarsi che non possa più essere “ingannato dai Governi e dai media tradizionali”. Il sistema adoperato dalla piattaforma, quello delle note della comunità gestite in autonomia da volontari, verrà presto replicato anche da altri portali. Le scelte odierne di Musk potrebbero dunque diventare la matrice attraverso cui plasmare il futuro dei social network e della divulgazione di informazioni.
La decisione del miliardario di intervenire nel sistema di moderazione di contenuti del portale è scaturita indirettamente dalle dichiarazioni del Presidente USA Donald Trump, il quale ha descritto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky come un “comico modesto”, nonché come un “dittatore” con appena il 4% di indice di gradimento. Trump non ha fornito riferimenti riguardanti i dati statistici citati, di contro i sondaggi del Kyiv International Institute of Sociology (KIIS), pubblicati a inizio febbraio, parlano di un supporto a Zelensky pari al 57%.
La comunità di X non ha mancato di evidenziare questa discrepanza con una nota, ridimensionando di fatto le parole del Presidente. La cosa non è piaciuta a Musk. “Se Zelensky fosse veramente amato dagli ucraini, non avrebbe sospeso le elezioni”, ha dichiarato il miliardario. “Sa che le perderebbe nettamente nonostante abbia ottenuto il controllo di TUTTI i media ucraini, quindi ha cancellato le elezioni. In verità, è odiato da tutti gli ucraini”. Musk non ha fornito dati in supporto alla sua opinione aneddotica, si è limitato a etichettare l’intera stampa tradizionale come un megafono della propaganda di “estrema sinistra”.
Per anni, Musk ha sostenuto con forza che le note della comunità rappresentino la soluzione ideale per verificare le informazioni caricate sui social, che l’intervento collettivo degli utenti sia più affidabile di qualsiasi fact-checker indipendente. “Il sistema è completamente decentralizzato e open source, sia nel codice che nei dati”, aveva scritto lo scorso dicembre. “Qualsiasi manipolazione si noterebbe con un segnale al neon! Nessuno in X, me compreso, ha qualsivoglia controllo editoriale”. Ora che gli utenti mettono in dubbio le sue parole, però, questa decentralizzazione inizia a non piacergli.
Musk ha già dimostrato di essere più che pronto a ritoccare gli algoritmi del social network per sostenere i suoi interessi: si è assicurato che i suoi post personali siano promossi oltre alla norma, ha nascosto i contenuti a lui poco grati e ha agito contro coloro che hanno evidenziato le sue bugie. Il miliardario non ha chiarito come abbia intenzione di “correggere” le note della comunità, tuttavia qualsiasi intervento andrà ulteriormente a consolidare la cassa di risonanza attraverso cui propagare l’idea che l’unico detentore della Verità debba essere Elon Musk.
Il desiderio di Musk di centralizzare su di sé il concetto di realtà rischia peraltro di estendersi all’intero settore tech. Lo scorso gennaio, Meta ha annunciato che avrebbe rinunciato ai fact-checker tradizionali per replicare lo schema delle note consolidato da X, mentre YouTube sta già collaudando una soluzione omologa. Qualora la mossa editoriale di Musk dovesse venire normalizzata, non è detto che anche gli altri dirigenti non possano decidere di intervenire con maggiore decisione sui processi di verifica dei contenuti, i quali sono stati lungamente affidati a realtà che, almeno su carta, sono indipendenti.
L’eventuale manipolazione delle note di comunità da parte di X andrà inoltre quasi sicuramente a complicare il rapporto tra social media e Unione Europea. La Commissione Europea ha già avviato da tempo un’indagine che, tra le altre, dovrà verificare che le strategie di moderazione del social di Musk siano adeguate a soddisfare le norme previste dal Digital Service Act (DSA). Questa ennesima evoluzione non farà che accrescere le già solide perplessità delle istituzioni, complicando ulteriormente i già marcati attriti tra UE e Big Tech statunitensi.
[di Walter Ferri]
L’unica VERITA’ è che nè Trump nè nessun altro sa l’indice di gradimento di Zelensky SOLO CON LE ELEZIONI è possibile saperlo. Ormai dovrebbe essere chiaro, viste anche le recenti elezioni USA, che i sondaggi VALGONO ZERO!