venerdì 28 Febbraio 2025

162 lobby influenzano l’Unione Europea spendendo 343 milioni all’anno

Una nuova analisi rivela l’influenza dei maggiori gruppi lobbistici sulle istituzioni europee. Lo studio è stato condotto congiuntamente dalle organizzazioni non governative Corporate Europe Observatory e LobbyControl, che monitorano l’impatto delle attività di lobbying nel Vecchio Continente. Il rapporto identifica le 162 principali aziende e associazioni di categoria che esercitano pressione sull’UE, avanzando stime al ribasso sulle spese destinate alle sole attività di lobbying. Basandosi sui registri di trasparenza dell’UE e limitandosi alle sole aziende che dichiarano di spendere almeno un milione di euro in attività di influenza, da febbraio 2023 a febbraio 2024 la spesa totale dei grandi gruppi lobbistici è arrivata a 343 milioni di euro, il 16% in più rispetto al 2020. Tra le aziende che hanno dichiarato di più ci sono i colossi della tecnologia Meta e Microsoft, ma anche la Federazione Bancaria Europea, l’azienda energetica Shell e la farmaceutica Bayer.

Secondo lo studio di CEO e LobbyControl, le aziende che hanno speso di più in attività lobbistiche sono quelle che operano nei settori tecnologico, energetico, bancario e chimico. Per attività di lobbying si intendono tutte le pratiche volte a influenzare le decisioni politiche ed economiche affinché rispecchino gli interessi di un determinato soggetto. Il lobbying è un’attività consentita dalle istituzioni europee, le quali hanno istituito registri dei portatori di interesse, in cui gli iscritti devono dichiarare quanto spendono per tali pratiche (ad esempio, per organizzare incontri, partecipare a tavoli di discussione o sponsorizzare campagne di sensibilizzazione). L’iscrizione al registro, tuttavia, non è obbligatoria, ma solo «fortemente raccomandata». Il rapporto di CEO e LobbyControl si basa sui dati del database “LobbyFacts” di CEO e utilizza il registro di trasparenza dell’Unione Europea. Il totale include dunque solo le attività dichiarate e si limita a elencare coloro che dichiarano almeno un milione di euro di spesa annuale. «La somma reale della spesa aziendale destinata alle attività di lobbying nell’UE è significativamente più elevata», si legge nel comunicato stampa.

Ad aprire la classifica dei gruppi che spendono di più per le attività di lobbying è il Consiglio Europeo delle Industrie Chimiche, la maggiore associazione di categoria per l’industria chimica in Europa, che nel 2024 ha investito 10 milioni di euro in questa pratica. Seguono i colossi del tech Meta, con 9 milioni, Microsoft, con 7 milioni, Apple, con 6,5 milioni, e Google, con 6 milioni. In totale, secondo le stime al ribasso, il settore tecnologico ha speso 67 milioni di euro in un anno per attività di influenza. Per quanto riguarda l’industria chimica, la spesa è arrivata a 45 milioni di euro, che, sommati ai 21,75 milioni dell’industria farmaceutica, sfiora la cifra raggiunta dal settore tecnologico. In questa categoria, l’azienda che spende di più per attività lobbistiche è la tedesca Bayer, con 6 milioni di euro. Il secondo posto tra i singoli settori è tuttavia occupato da quello bancario, con 53,75 milioni di euro. A pari merito con l’industria chimica, il terzo settore per spesa è quello dell’energia, con un totale di 45 milioni, in cui spiccano Fuels Europe (4,5 milioni) e Shell (4 milioni).

«La nostra analisi mostra che il processo decisionale dell’UE si trova ad affrontare un rischio reale di fare gli interessi delle aziende e che non esistono protezioni efficaci. Piuttosto che alla competitività aziendale andrebbe data priorità ai valori democratici e alla tutela sociale e ambientale». Considerando tutti i limiti della ricerca, infatti, è molto probabile che i colossi lobbistici spendano una cifra ben più alta di quella che appare nelle stime di CEO e LobbyControl. E, dopo tutto, «considerati gli attuali piani della Commissione Europea per un programma di deregolamentazione aggressivo e una sostituzione delle politiche verdi», scrivono gli autori del rapporto, «i loro sforzi di influenza stanno avendo successo». La soluzione, ritengono i gruppi, è una sola. Rendere obbligatoria l’iscrizione ai registri e aumentare le regolamentazioni per la trasparenza, aumentare le restrizioni per i lobbisti dell’industria favorire il dialogo con la società civile.

[di Dario Lucisano]

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2 Commenti

  1. 162 tra le maggiori organizzazioni lobbistiche che spendono 350 milioni di euro. Un numero è cifre ben maggiori se si considerano non solo le maggiori organizzazioni. Un numero di lobbisti di svariate migliaia di persone (se non ricordo male un’inchiesta di Report parlava di circa 12.000 in totale) che vivono di questa attività e che devono portare risultati a chi li paga.
    La domanda inquietante viene da sola: chi decide le politiche della EU? Sono i poco più di 700 parlamentari che noi cittadini europei siamo chiamati ad eleggere ogni 4 anni con il rito delle “elezioni democratiche”?

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