venerdì 28 Febbraio 2025

Corno alle scale: via libera alla distruzione del bosco per fare posto allo sci

Il nuovo impianto di Corno alle Scale, sull’appennino bolognese, ha ottenuto il via libera anche dal Consiglio di Stato. Il massimo organo della giurisdizione amministrativa si è infatti espresso rigettando il ricorso di diverse associazioni ambientaliste che avevano denunciato l’assenza di una valutazione di impatto ambientale per l’opera. L’impianto sorgerà a cavallo di due Parchi regionali, nonché di un sito protetto a livello UE. Ciononostante, tra le altre cose, la costruzione prevede l’eliminazione di un’area boschiva di circa 1356 metri quadrati. Seppur si tratti di un appezzamento dalle dimensioni contenute, nulla dovrebbe giustificare la distruzione di un ecosistema in aree tutelate, a maggior ragione se per fini controversi come lo sviluppo di infrastrutture sciistiche.

Quindi, ache se la neve è sempre più scarsa, la seggiovia Polla-Lago Scaffaiolo nel comprensorio sciistico del Corno alle Scale, in sostituzione della seggiovia Direttissima e della sciovia Cupolino, si farà, e senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). I giudici del Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso dell’associazione Un altro Appennino è possibile, la quale da anni tenta di contrastare il progetto tra ricorsi, manifestazioni e presidi. Con quasi 7 milioni di fondi pubblici la nuova seggiovia sostituirà, con un tracciato di oltre 996 metri, i 919 metri dell’attuale seggiovia Direttissima e i 645 metri della sciovia Cupolino. Con una stazione di valle, una intermedia e una di monte, il nuovo impianto arriverà a 1782 metri di quota. Non verranno realizzate nuove piste, ma nella fase preliminare complementare alla costruzione sarà necessaria “l’eliminazione di un’area boschiva di circa 1356 metri quadrati nel primo tratto di linea del nuovo impianto”.

⁠L’idea di un collegamento impiantistico tra la provincia di Pistoia e quelle di Bologna e Modena risale al 2016 e – a detta dell’assessore dell’Emilia-Romagna alle Infrastrutture e al Turismo, Andrea Corsini – rappresenta “un progetto strategico per lo sviluppo del turismo della nostra regione”. Regione a cui, nel 2020, il comune di Lizzano in Belvedere presentava un’istanza di verifica di assoggettabilità a VIA. Nel 2021 la Regione aveva però optato per escludere il progetto dalla procedura, nonostante l’intervento ricadesse all’interno sia del Parco Regionale Alto Appennino Modenese e del Parco Regionale Corno alle Scale che della Zona di Protezione Speciale “Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano”, nonché in prossimità della Zona di Protezione Speciale ”Corno alle Scale”.  Nonostante le denunce del mondo associativo, tali criticità sono state comunque ritenute poco significative dal Consiglio di Stato, il quale nella sentenza ha spiegato che “il giudizio di prevalenza operato dalla Regione si presenta, in ogni caso, privo di profili di evidente irragionevolezza poiché si è basato sulla maggioranza dei pareri espressi, tra i quali figurano anche quelli delle Autorità specificamente competenti in materia ambientale e paesaggistica”.

Secondo le associazioni, c’è il rischio che anche in altre Regioni si cerchi di far passare per ‘ammodernamento’ la costruzione di nuovi impianti. Senza contare poi che investire ancora fondi pubblici in impianti sciistici nell’attuale contesto di riscaldamento globale appare del tutto anacronistico. L’ennesimo spreco di risorse nell’ambito dell’ennesimo tentativo di accanimento terapeutico finalizzato a tenere in vita un settore dal destino più o meno segnato. Il rapporto Nevediversa di Legambiente aveva ad esempio già sottolineato nel 2023 come nel comprensorio in questione la temperatura sia aumentata di 1,8 gradi centigradi tra il 1961 e il 2018. Alla quota a cui è situato, tra i 1.487 e i 1.792 metri sul livello del mare, le precipitazioni nevose sono quindi sempre più rade, ragion per cui sarà inevitabile il ricorso alla neve artificiale, con relativo consumo di energia e risorsa idrica. L’ultimo rapporto del 2024 ha confermato tale tendenza e menzionato il comprensorio di Corno alle Scale tra i casi simbolo per “aperture parziali a causa del manto nevoso fortemente compromesso dalle alte temperature”.

[di Simone Valeri]

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