giovedì 6 Marzo 2025

L’Italia annuncia la costruzione di cinque nuovi centri di detenzione per migranti

Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha annunciato l’apertura in Italia di cinque nuovi Centri di permanenza per i rimpatri in Italia e di un altro centro di trattenimento. Piantedosi non ha dato informazioni precise riguardo a dove dovrebbero essere costruite le nuove strutture, ma ha reso noto che per due di esse sono già stati effettuati gli studi preliminari e che «l’affidamento della realizzazione» dovrebbe partire «entro primavera». Oltre a ciò, Piantedosi ha annunciato la riapertura del CPR di Torino e l’intenzione del governo di mantenere la propria linea riguardo ai centri in Albania. Con tali annunci, l’esecutivo italiano insiste nel proporre modelli condannati da diversi rapporti internazionali per la loro potenziale violazione dei diritti umani e che, tra l’altro, dati alla mano, non fanno che rivelarsi fallimentari: negli ultimi sei mesi del 2024, a fronte di 40.941 arrivi, sono state rimpatriate 2.445 persone, meno del 6% sulle persone sbarcate.

L’annuncio di Piantedosi è arrivato in risposta a una domanda durante un’intervista uscita su La Repubblica, poi ripubblicata dai siti governativi. Il ministro ha detto che i progetti per i nuovi CPR sono già avviati e che per qualcuno le carte sarebbero addirittura quasi terminate. Piantedosi non ha dato indicazioni circa l’ubicazione dei nuovi CPR, ma, stando a un’intervista uscita l’anno scorso su Il Messaggero, anch’essa ripubblicata sul sito del Viminale, aveva fatto riferimento proprio a nuovi progetti per CPR e strutture di trattenimento. Anche in quell’occasione il ministro aveva fornito informazioni generiche sugli eventuali luoghi in cui situare le strutture, ma aveva fatto riferimento a un possibile sito a Castel Volturno, in Campania, e ad altri in non meglio specificati luoghi di Sicilia e Calabria. Le notizie degli ultimi mesi parlano di possibili progetti da avviare anche a Ventimiglia, in Liguria, a Ferrara, in Emilia, e a Falconara Marittima, nelle Marche. Secondo ipotesi non confermate, le strutture avrebbero una capienza compresa tra le 50 e le 200 persone, da trattenere per un massimo di 18 mesi.

Il ministro sostiene di avere dato istruzioni chiare alle strutture territoriali per ciò che concerne l’approccio governativo alla questione migratoria: «L’indicazione è che migranti irregolari con precedenti e pericolosi per la sicurezza dei cittadini vanno rimpatriati», ha spiegato Piantedosi, celebrando l’aumento dei rimpatri: «Siamo già a un più 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che pure aveva fatto registrare una crescita». Presa isolatamente, la percentuale del ministro restituisce un quadro poco chiaro. Per comprendere davvero se il modello dei CPR svolga adeguatamente il proprio lavoro, si dovrebbero guardare anche i numeri assoluti e, soprattutto, mettere a confronto i vari dati. Nel 2024, a fronte di 66.617 arrivi (dati provenienti dallo stesso Viminale), sono state presentate 27.975 richieste di rimpatrio (fonte Eurostat), di cui 14.645 nel secondo semestre. Di queste ultime (non sono disponibili i dati del primo semestre), ne sono state accolte 2.445 (Eurostat), poco più – in riferimento allo stesso periodo – del 16% delle richieste e meno del 6% degli arrivi. In generale, ogni trimestre, le espulsioni si aggirano attorno alle 1.000 persone. Questo significa che un aumento del 35% corrisponde a circa 350 persone in più, che sono meno di quelle arrivate il solo 25 febbraio 2025, e meno della metà di quelle sbarcate il 30 dicembre 2024.

A confermare i dubbi sul funzionamento del modello CPR arrivano i tre tentativi di spedire i migranti in Albania, tutti terminati in un nulla di fatto. Non solo: già a novembre, Medihospes, l’ente che gestisce i centri in Albania, ha fatto sapere che i propri operatori sociali sarebbero rientrati in Italia perché privi di lavoro. Successivamente, sono rientrati anche gli agenti delle forze dell’ordine e il personale mandato dalla stessa Italia. I modelli di esternalizzazione e quello dei CPR, insomma, non sembrano affatto sostenibili, anche perché per metterli in piedi c’è bisogno di parecchio denaro: solo i centri albanesi sono costati quasi un miliardo di euro.

A tutto ciò si aggiungono gli innumerevoli rapporti che denunciano i diritti negati e le condizioni disumane riservate ai migranti in Italia: il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura o dei Trattamenti o Punizioni Inumani e Degradanti parla di maltrattamenti fisici, nessuna assistenza sanitaria adeguata, somministrazione in segreto di quantità ingenti di psicofarmaci e nessun monitoraggio «rigoroso e indipendente» degli interventi delle forze dell’ordine; la procura di Potenza, invece, indaga su possibili reati di maltrattamento e, di nuovo, di somministrazione di farmaci, ed è sorta l’ipotesi che il CPR potentino sia stato utilizzato come una vera e propria macchina per produrre soldi e guadagni per alcuni, a discapito degli immigrati trattenuti, reclusi e sedati per mesi.

[di Dario Lucisano]

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1 commento

  1. A me sono entrati in casa di notte e hanno rubato e bivaccato, non a caso il vecchio Sindaco del nostro paese era stato premiato per moltissimi anni, per quanto bravo era a ricevere migranti.
    Poi sono venuti i Carabinieri che l’unica cosa che hanno fatto è stata di prendere i fucili da caccia che persino i ladri avevano lasciato perché privi di un pezzo essenziale.
    La Questura per rinnovare il Porto d’armi c’è l’ha da Novembre ed alle mie proteste che non si disarmano i cittadini ma semmai i ladri, mi ha risposto che posso fare una mail alla loro PEC spiegando se ho urgenza perché loro attualmente iniziano Ottobre🇮🇹

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