lunedì 10 Marzo 2025

La Camera ha approvato il disegno di legge sull’economia dello spazio

Con 133 voti a favore, 89 contrari e 2 astenuti, giovedì 6 marzo è stato approvato il Disegno di legge sull’economia dello spazio, bozza normativa che mira a migliorare la governance spaziale al fine di trarre massimi vantaggi dalle seducenti promesse della Space Economy. Pur partendo da una base politica condivisa, il testo ha spaccato la Camera durante le fasi finali del confronto, con il risultato che maggioranza e opposizione hanno maturato idee diametralmente opposte sulla bontà della bozza. Il provvedimento dovrà ora passare all’esame del Senato.

L’obiettivo del Ddl C. 2026-A è chiaro: mettere nero su bianco codici legislativi che risolvano su scala italiana le ambiguità riguardanti le mansioni extraterrestri condotte da privati. Il punto saliente del pacchetto di leggi consiste infatti nel definire come debbano essere gestite le autorizzazioni per le attività spaziali svolte sul territorio italiano e per gli operatori nazionali attivi all’estero, nonché la responsabilità civile per gli eventuali danni causati da oggetti spaziali. A vigilare sulle eventuali infrazioni sarà l’Agenzia spaziale italiana (Asi), sotto la supervisione del Comitato interministeriale.

Essendo il pacchetto normativo promosso direttamente dal Ministro delle Imprese e del made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, non sorprende scoprire che i codici proposti siano anche orientati ad attrarre investimenti pubblico-privati. Il Ddl istituisce infatti un fondo pluriennale con cui sostenere l’economia dello spazio, con il Dicastero di Urso che inizierà a stanziare per il 2025 i primi 35 milioni di euro. Per stimolare la partecipazione delle imprese, il Governo prevede dunque di includere di garantire ai privati quote del 10% sul valore dei contratti aerospaziali sugli appalti non suddivisi in lotti, inoltre il testo apre alla sperimentazione dell’uso dello spettro elettromagnetico per le comunicazioni satellitari.

Sebbene l’appoggio della bozza sia bipartisan, proprio la definizione dei rapporti tra pubblico e privato ha spaccato la classe politica, stimolando nell’opposizione la proposta di emendamenti cruciali che hanno chiesto – e in parte ottenuto – la salvaguardia della sicurezza nazionale e “un adeguato ritorno industriale per il sistema Paese”. Il desiderio di porre un giro di vite alle libertà imprenditoriali è dettato in buona parte dalle uscite iperboliche di Elon Musk, soggetto che, attraverso l’azienda aerospaziale SpaceX, è attualmente il protagonista assoluto della Space Economy. Un primato che gli è garantito dall’efficienza dei propulsori sviluppati dall’impresa, ma anche e soprattutto dal controllo della rete satellitare nota come Starlink.

Attraverso il suo social, X, Musk ha infatti osservato recentemente che la resistenza ucraina all’invasione russa collasserebbe, qualora i servizi satellitari elargiti da Starlink venissero meno. Un’affermazione che, nel contesto, è stata percepita come minaccia tutt’altro che velata, ancor più perché l’azienda aveva già in passato oscurato l’accesso alla Rete alle truppe di Kiev. Radosław Sikorski, Ministro degli Esteri polacco, ha reagito all’uscita facendo notare che il servizio satellitare fornito all’Ucraina sia pagato anche dal Ministero della Digitalizzazione polacco, quindi ha descritto l’imprenditore come “un fornitore inaffidabile”. “Stai zitto, ometto”, gli ha risposto Musk, “pagate una frazione minuscola del costo. E non c’è sostituto per Starlink”.

Secondo un report di Bloomberg, l’Amministrazione Meloni starebbe intavolando proprio con SpaceX trattative per l’uso della sua infrastruttura satellitare. Si parla di un ipotetico contratto da 1,5 miliardi di euro, un investimento che, a seconda di chi ne parla, viene dipinto come una necessità strategica o come una bustarella utile a imbonire il controverso miliardario, figura estremamente vicina alle politiche statunitensi. L’idea di lasciare le comunicazioni italiane nelle mani dell’imprenditore non piace però a tutti, men che meno al Presidente italiano Sergio Mattarella, il quale non solo ha messo in guardia contro gli “oligarchi tecnologici”, ma, secondo il Financial Times, starebbe anche intervenendo personalmente per ostacolare i rapporti con Starlink. “Sarebbe un onore parlare con il Presidente Mattarella”, ha dichiarato in merito Musk.

[di Walter Ferri]

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