«Gesto choc», «bufera sul partito di Putin», «un tritacarne per la festa della donna». Per i media occidentali, l’ennesima polemica che ha travolto il Cremlino sarebbe un’iniziativa di Russia Unita, che avrebbe consegnato tritacarne e fiori alle madri dei soldati caduti in Ucraina, un atto descritto dalle testate mainstream come una “provocazione” sprezzante e crudele, che avrebbe scatenato un’ondata di indignazione sui social media.
Basta il titolo di Adnkronos per cadere nella trappola mediatica, come osserva Valerio Savaiano, esperto di comunicazione: Tritacarne alle madri dei soldati uccisi in Ucraina, il regalo choc in Russia. Il titolo, infatti, mancando di precisare che i soldati uccisi sono quelli russi, lascia intendere che il partito di Putin si sia fatto beffe delle madri dei soldati ucraini. E, invece, si è trattata di una piccola commemorazione dei soldati russi morti in Ucraina.
In un panorama mediatico ormai pervaso da una narrazione bellicista e russofobica, nessuno si chiede quale sarebbe il senso di un governo che sbeffeggia le madri dei propri soldati caduti in guerra. Nessuno si interroga sul perché testate di Paesi diversi pubblichino simultaneamente la stessa storia, con lo stesso taglio e le stesse parole chiave. Basta andare oltre i titoli per rendersi conto che siamo nel consueto campo della distorsione e della strumentalizzazione di una notizia per alimentare il “frame” del sadico Putin e dei russi invasori, cattivi e senza pietà.
L’episodio del “regalo choc” si è verificato l’8 marzo a Polyarny Zori, una cittadina dell’Oblast di Murmansk, dove il movimento femminile del partito di governo, Russia Unita, ha organizzato un’iniziativa intitolata Fiori per le mamme degli eroi. Lo scopo era quello di rendere omaggio alle madri dei soldati russi caduti nel conflitto, offrendo loro fiori ed elettrodomestici di vario genere. Tra le madri, una donna ha richiesto specificamente un tritacarne (che non era previsto), che le è stato quindi consegnato e in un video ha ringraziato “goffamente” per il dono di cui aveva bisogno. L’uso della parola “goffamente” è un chiaro tentativo di insinuare che la donna sia stata costretta a ringraziare per l’elettrodomestico. In ogni caso, non si sarebbe trattato di un “regalo provocatorio” imposto dal partito o da Putin in persona, ma una richiesta esaudita. Eppure, questo piccolo dettaglio è stato completamente stravolto nella narrazione dei media mainstream, trasformando un’iniziativa di sostegno e riconoscimento in una macabra beffa ai danni delle madri dei caduti.
Tutto è partito dai social media, dove alcuni utenti hanno notato la presenza del tritacarne e hanno collegato l’episodio all’uso della parola per descrivere le sconfitte sul campo di battaglia. Il problema, infatti, è che la parola russa per il tritacarne, «myasorubka», ha lo stesso doppio significato dell’inglese e si riferisce a una tattica che comporta pesanti perdite, in cui piccoli gruppi di soldati vengono inviati in attacco, rischiando pesanti perdite, con l’obiettivo di logorare e sopraffare le truppe nemiche.
Da lì, il passo è stato breve: alcuni giornalisti e testate allineate con la narrazione occidentale hanno colto la palla al balzo per rilanciare la vicenda come una prova della crudeltà russa, come se il Cremlino provasse un piacere perverso nell’umiliare le famiglie dei propri caduti.
Questa narrazione non è casuale. Arriva in un momento in cui la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, sta spingendo per un massiccio riarmo dell’Unione Europea, giustificandolo con la minaccia russa. Ma come convincere i cittadini a sostenere ingenti spese militari, quando per anni è stato detto che non c’erano fondi per sanità, welfare, pensioni e istruzione? Semplice: si demonizza il nemico e, a corrente alternata, lo si ridicolizza, proiettando su di esso caratteristiche esagerate e anche grottesche, come l’Emmanuel Goldstein di orwelliana memoria. Così, Putin ha un piede nella fossa, soffrendo un po’ di Alzheimer e un po’ di schizofrenia, ma è pronto a scatenare un conflitto nucleare, anche se le sue truppe cavalcano ciuchini, combattono a mani nude e senza calzini con le pale.
Il trucco è sempre lo stesso. Si costruisce un’immagine dell’avversario come malvagio e inumano, così che ogni decisione bellica diventi giustificabile e, anzi, necessaria. La logica è puramente emozionale: se i russi arrivano a tanto – farsi beffe delle madri dei soldati morti – dobbiamo difenderci a ogni costo, anche sacrificando il nostro benessere economico e sociale. Come dimenticare Beppe Severgnini che, ospite negli studi di Otto e mezzo, dichiarava che bisognava fermare Putin assolutamente, altrimenti «sarebbe arrivato a Lisbona»? Il risultato è una costruzione dell’opinione pubblica orientata verso una guerra che viene presentata come inevitabile.
Se davvero vogliamo difendere la libertà e la democrazia, la prima cosa che dovremmo fare è esercitare lo spirito critico. Altrimenti, il vero tritacarne sarà quello che macinerà la verità in nome della propaganda di guerra.
[di Enrica Perucchietti]
E’ vero che ci hanno triturato il cervello e non solo quello.
Attenzione però a definirli cretini, piuttosto a riconoscere il fatto che queste canaglie sanno bene come costruire il consenso alle azioni più insensate con grande competenza.
Il problema più grave è la nostra debolezza, non le loro criminali intenzioni.
Altrimenti come sarebbe possibile far pagare a noi il costo di guerre, pandemie, crisi economiche, ecc, quando siamo i primi a soffrirne?
Diamoci una svegliata e mandiamo a c….e questa gente, prima di tutto imparando dove sta la nostra forza.
Il problema vero è che ormai hanno “triturato” il cervello della stragrande maggioranza della popolazione e da questo grande inganno diventa sempre più complicato uscirne fuori.
Vergognosi pennivendoli…
I cretini Dinosauri ex padroni del mondo, non riescono capire che non importano le armi quando ci sono una dozzina di potenze nucleari nel mondo, rette da altri cretini isterici più ancora di loro e che se per solo uno di loro le cose diventano insopportabili, distruggono il mondo intero.
Se la UE fa la guerra alla Russia, se proprio devo combattere, mi arruolo per i russi; almeno per una volta nella storia, vinco
👏