Nel giugno 2015, a pochi mesi dalle elezioni federali che hanno visto la vittoria del Partito Liberale di Trudeau, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC) canadese ha pubblicato 94 inviti all’azione, nei quali si invitava il governo a lavorare per rimediare ai danni arrecati dal colonialismo alle popolazioni native locali. Da allora, il governo di Trudeau ha fatto grandi promesse, tra le quali quella di mettere in pratica i principi della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene e di avviare un’inchiesta sulle decine di donne e ragazze native scomparse o assassinate. A dieci anni dall’inizio del suo mandato, tuttavia, i risultati sono ben diversi, con le carceri del Paese riempitesi di detenuti provenienti da gruppi delle popolazioni originarie.
Trudeau ha ripetutamente detto che non c’è relazione «più importante per il Canada del rapporto con i popoli indigeni». Il passo più grande è stato probabilmente compiuto nel 2021, dopo la scoperta di 751 tombe non segnate di bambini indigeni presso la Kamloops Indian Residential School di Marieval, nella provincia canadese del Saskatchewan, conosciuta anche come “Grayson”. Allora, Trudeau provò a scusarsi per le passate politiche del governo federale sul benessere dei bambini e sulle scuole residenziali (le cosiddette “boarding school”), oltre ad impugnare 147 avvisi sull’acqua potabile a lungo termine nelle comunità indigene. Nell’aprile 2024, il governo ha impegnato un totale di circa 9 miliardi di dollari in cinque anni per le iniziative indigene, dei quali 2,9 solamente per l’anno fiscale 2024-25. In tale contesto, tuttavia, è stato lasciato da parte un settore che si trova in una situazione alquanto grave: quello giudiziario-carcerario. La popolazione indigena, infatti, ha visto negli ultimi anni aumentare vistosamente la percentuale dei suoi detenuti rispetto alla popolazione totale del Paese.
Secondo quanto riportato dal ministero della Giustizia canadese, gli indigeni, che oggi costituiscono il 5% della popolazione totale canadese, rappresentano circa un terzo dei detenuti federali, rispetto a poco più di un quinto del 2015. Proprio come i tassi di incarcerazione, gli ordini di supervisione a lungo termine sono molto più elevati per la popolazione indigena, rappresentando oltre un terzo di questi mandati giudiziari. Secondo avvocati e attivisti, questo dipende dal fatto che i nativi sono percepiti come soggetti più pericolosi a causa dell’elevato tasso di povertà, instabilità e disabilità di vario genere non trattate esistenti all’interno delle loro comunità, oltre che per il razzismo radicato nella società canadese. Secondo i dati del servizio correzionale, gli indigeni sono i soggetti che violano maggiormente le condizioni degli ordini di supervisione a lungo termine, fattore che li espone a un maggior rischio di tornare in prigione. Una persona che violi un ordine di supervisione può infatti essere rispedita in carcere per 90 giorni, se il suo ufficiale di libertà vigilata ritiene che rappresenti un «rischio ingestibile» per la comunità. A sottolineare la disparità giudiziaria su base razziale vi è anche il fatto che, secondo le statistiche, è più probabile che agli indigeni venga negata la cauzione e, in caso di condanna, che siano detenuti in unità di massima sicurezza. Questo comporta un accesso limitato ai programmi di riabilitazione, i quali costituiscono spesso un prerequisito per ottenere la libertà vigilata.
Per comprendere appieno la sovra-rappresentazione delle popolazioni indigene nel sistema di giustizia penale, è necessario considerare il contesto in cui è andato verificandosi nel corso di tutti questi anni di storia coloniale, con un settore sociale spesso molto debole e frammentato con complessi problemi psico-sociali legati a salute mentale e uso di sostanze, povertà, mancanza di abitazione, violenza e traumi individuali e intergenerazionali. Ora che il suo mandato è giunto al termine, è chiaro come, nonostante le buone intenzioni sbandierate in sede di campagna elettorale, il governo di Trudeau abbia lasciato dietro di sé una situazione peggiore di quella che ha trovato, con un sistema giudiziario penale che si accanisce sempre più sulla popolazione indigena.
[Michele Manfrin]