La Commissione Europea ha reagito ai dazi Usa del 25% su acciaio e alluminio con contromisure da 26 miliardi di euro. Dal 1° aprile scatteranno infatti dazi su prodotti americani per 8 miliardi, che si applicheranno a diverse tipologie di prodotti, quali barche, motociclette e liquori. A metà aprile – previa consultazione con Paesi membri e azionisti – seguiranno ulteriori tariffe su beni industriali e agricoli per altri 18 miliardi. In generale, l’UE mira a colpire settori chiave negli USA senza danneggiarsi troppo, prendendo prevalentemente di mira gli Stati repubblicani. La presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, si è comunque detta aperta al dialogo: se Washington accetterà di negoziare, le misure potrebbero essere revocate al fine di evitare una guerra commerciale con Washington.
I dazi europei sui prodotti statunitensi sono stati annunciati ieri, mercoledì 12 marzo, dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal Commissario europeo per il commercio e la sicurezza economica, Maroš Šefčovič. «Le tariffe sono tasse», ha detto von der Leyen, condannando l’iniziativa statunitense. «Sono dannose per le aziende e peggio per i consumatori. Portano incertezza all’economia». von der Leyen ha definito le contromisure europee «forti ma proporzionate»: si stima che il valore dei dazi statunitensi si attesti attorno ai 28 miliardi di dollari (25,75 miliardi di euro), e per tale motivo l’UE ha annunciato dazi da un valore stimato di 26 miliardi. Šefčovič ha spiegato che in primo luogo la Commissione farà scadere la sospensione delle contromisure del 2018 e del 2020 contro gli Stati Uniti, in vigore fino al 31 marzo. Queste ultime erano state pensate in risposta ai dazi USA sull’alluminio, e colpivano una gamma di prodotti vasta e simbolica, tra cui figuravano bourbon, jeans, motociclette Harley Davidson, burro d’arachidi, tabacco, e prodotti agricoli di vario tipo.
A partire da oggi, inoltre, inizieranno le consultazioni con azionisti e parti chiamate in causa per concordare la seconda tornata di dazi. I colloqui si concluderanno il 26 marzo e i nuovi dazi verranno introdotti a partire dal 13 aprile. La Commissione ha condiviso una lista di possibili prodotti che potrebbero venire coinvolti, ma non è ancora chiaro esattamente quali verranno colpiti. Anche in questo caso, tuttavia, sembra che a venire presi di mira saranno beni dal valore simbolico e politico: si tratta per esempio dei prodotti di punta di certi Stati repubblicani, in primo luogo quelli agricoli e da allevamento, come i semi di soia della Louisiana, la carne del Nebraska e del Kansas, ma anche di prodotti industriali come acciaio, alluminio, tessuti, articoli di pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche e prodotti in legno.
Gli USA non hanno preso bene la risposta europea. «Non ci faremo più maltrattare sul commercio» ha detto Trump ricevendo il premier irlandese Micheál Martin. Trump ha poi paventato possibili nuovi dazi sul settore automobilistico, e dichiarato che gli Stati Uniti «vinceranno la battaglia commerciale con Bruxelles». Anche l’inviato per il commercio USA Jamieson Greer ha criticato la scelta europea, dicendo che «la sua azione punitiva ignora completamente gli imperativi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti».
L’annuncio di von der Leyen è arrivato il giorno dell’entrata in vigore dei dazi USA verso l’UE, e analoghe contromisure sono state adottate da quasi tutti i Paesi colpiti più direttamente. In Europa sembra che i Paesi che verranno più colpiti dalle misure statunitensi saranno Germania e Italia. A dirlo è stato il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta in occasione del 31° Congresso ASSIOM FOREX, ma la sua posizione su Roma è condivisa anche dal ministro dell’economia Giorgetti. Il Belpaese, di preciso, verrebbe colpito tanto direttamente quanto indirettamente. Secondo un’analisi di Nomisma per CIA – Agricoltori Italiani tra i prodotti più danneggiati vi sarebbero quelli del settore agroalimentare, tra cui il pecorino romano, vini, prosecco, olio, aceto, e sidro Made in Italy. A rischio anche acciaio, auto, e prodotti di moda. Secondo Panetta, inoltre, i dazi USA potrebbero «spingere gli esportatori cinesi a cercare nuovi mercati per compensare il calo delle vendite sul mercato americano», causando un effetto indiretto sulle imprese italiane e europee.
[di Dario Lucisano]