giovedì 13 Marzo 2025

Leonardo SPA alza le stime di crescita e regala maxi dividendi grazie alle armi

I venti di guerra e di riarmo fanno bene a Leonardo, colosso italiano della Difesa, che ha chiuso il 2024 con profitti record e un ambizioso piano di espansione globale. L’azienda ha infatti registrato un utile netto di 1,159 miliardi di euro, segnando un incremento del 63% rispetto all’anno precedente, mentre il dividendo 2025 è raddoppiato a 0,52 euro per azione. Lo ha reso noto il Consiglio di Amministrazione, approvando i Risultati 2024 e la Guidance 2025, in cui ha registrato un risultato netto ordinario che si attesta a 786 milioni (+3,7%), sostenuto dal miglioramento dell’utile operativo. Il piano 2025-2029 prevede ordini per 26,2 miliardi e ricavi a 24 miliardi entro il 2029.

Nello specifico, gli ordini di Leonardo sono saliti a 20,9 miliardi (+12,2%), i ricavi a 17,8 miliardi (+11,1%) e l’EBITA a 1,525 miliardi (+12,9%). Il Free Operating Cash Flow cresce del 26,7%, riducendo il debito a 1,795 miliardi (-22,7%). L’azienda beneficia della crescente domanda globale di sistemi di difesa e delle opportunità offerte dal piano europeo Rearm Eu, che prevede investimenti per 800 miliardi nel settore. Il titolo in Borsa ha guadagnato il 70% dall’inizio dell’anno, con un incremento del 2,4% nella seduta successiva alla pubblicazione dei dati, poi ridimensionato all’1,3%. Nel frattempo, gli azionisti festeggiano il maxi dividendo: la decisione si inserisce in una strategia di valorizzazione per gli investitori, sostenuta da un forte miglioramento della posizione finanziaria. Leonardo sta progressivamente consolidando il proprio ruolo nel comparto militare con alleanze chiave. Tra i progetti più importanti, il caccia di nuova generazione con BAE e Jaiec, il carro armato europeo con Rheinmetall e la collaborazione con Baykar per lo sviluppo di droni militari. Parallelamente, si punta a rafforzare il settore spaziale con una potenziale joint venture con Airbus e Thales per una nuova costellazione di satelliti europei, parte del Progetto Bromo.

Anche il 2023 era stato chiuso da Leonardo con risultati record, registrando ordini sopra le previsioni a 17,9 miliardi di euro (+3,8%) e ricavi per un ammontare di 15,3 miliardi (+3,9% rispetto al 2022). Il boom degli affari di Leonardo è trainato dalla crescente domanda di armamenti alimentata dai conflitti che hanno segnato questa fase storica, tra cui l’invasione russa dell’Ucraina e l’offensiva israeliana su Gaza. L’importante ruolo delle armi “Made in Italy” a Gaza è stato evidenziato dagli stessi israeliani, che hanno dichiarato al sito specializzato Israel Defense che i missili che hanno colpito la Striscia provenivano anche da cannoni fabbricati in Italia e venduti a Tel Aviv. Un dato citato anche dall’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei The Weapon Watch, che ha pubblicamente smentito l’azienda, dopo che quest’ultima aveva affermato che l’esercito israeliano non stesse utilizzando mezzi di sua produzione nella carneficina di Gaza.

Il recente rialzo in borsa ha coinvolto le aziende del settore della Difesa di molti Stati europei. In seguito alle dichiarazioni rese a inizio marzo dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e di altri leader internazionali sulla necessità di un massiccio riarmo del Vecchio Continente – poi effettivamente sfociate nell’approvazione del piano ReArm da parte del Consiglio Europeo e dell’Eurocamera nel giro di pochi giorni – i titoli delle principali aziende del comparto hanno fatto segnare aumenti record. Leonardo ha registrato un’impennata a Piazza Affari (+16,6%), seguita da Iveco Group (+3,9%), mentre la tedesca Rheinmetall ha segnato un aumento del 14%, confermando una crescita del 61% da inizio anno. Anche altre big della difesa, come BAE Systems, Thales e Saab, hanno registrato forti incrementi.

[di Stefano Baudino]

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