venerdì 14 Marzo 2025

“Show Israel the Red Card”: i gruppi ultras lanciano il boicottaggio contro Israele

In una società sempre più depoliticizzata e asettica, i gradoni si confermano luogo di denuncia sociale. Gruppi di tifosi sparsi per il mondo stanno protestando contro il genocidio israeliano ai danni del popolo palestinese nonché verso la complicità delle istituzioni, nello specifico quelle calcistiche, come la FIFA e la UEFA. Così è nata “Show Israel the Red Card” (Cartellino rosso per Israele), una campagna di boicottaggio nei confronti dello Stato ebraico, che ne chiede l’esclusione da tutte le competizioni mondiali. Di settimana in settimana il movimento ha macinato numeri e chilometri, sbarcando in oltre trenta Paesi col sostegno di più di 70 tifoserie, che tra striscioni e cartellini rossi hanno usato il calcio come veicolo di denuncia, rilanciando una sua dimensione viscerale spesso trascurata, tanto dai legislatori che non vivono lo stadio quanto, purtroppo, dai tifosi stessi. 

Malesia, coreografia dei tifosi del Selangor, club della Super League.

Glasgow, 12 febbraio. Da qui, dalla curva nord del Celtic Park, inizia il viaggio della campagna “Show Israel the Red Card”, con gli ultras della Green Brigade (in copertina) che si colorano di rosso e srotolano un lungo striscione col nome del movimento. L’iniziativa si diffonde a macchia d’olio, dalla Tunisia alla Spagna, dal Marocco all’Indonesia. In Malesia i tifosi del Selangor realizzano una coreografia suggestiva, accompagnando un bandierone palestinese all’immagine di un bambino avvolto nella kefiah che sventola un cartellino rosso. L’iniziativa sbarca anche in Italia, dai campi di Serie A a quelli di provincia: durante un Empoli-Atalanta di fine febbraio, i Desperados, storica sigla ultras dei padroni di casa, si sono tinti di rosso, srotolando lo striscione della campagna. “Show Israel the Red Card” fa poi tappa a Pisa, in serie B, con i tifosi che richiamano la FIFA a rispettare l’articolo 4 del suo statuto: “Discriminazioni di ogni genere sono del tutto proibite e punibili con la sospensione o l’espulsione”. 

I tifosi hanno dato vita alla campagna a seguito dei silenzi e dei tentennamenti delle istituzioni – una su tutte la FIFA, che di volta in volta ha rimandato la decisione di sospendere la partecipazione di Israele alle competizioni mondiali, permettendo alla squadra dello Stato ebraico di giocare nonostante l’assedio della Palestina. Israele ha regolarmente preso parte alla Nations League, gestita dalla UEFA, disputando nove partite lo scorso anno, tra cui il doppio match contro l’Italia. I tifosi hanno deciso di scendere in campo contro il genocidio che le truppe sioniste stanno compiendo indisturbate, denunciando allo stesso tempo il doppio standard della massima istituzione calcistica, la FIFA, che escluse la Russia da tutte le competizioni quattro giorni dopo l’invasione dell’Ucraina. La campagna “Show Israel the Red Card” chiede lo stesso trattamento per uno Stato genocida, che quotidianamente pratica l’apartheid e il colonialismo d’insediamento.

[di Salvatore Toscano]

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