domenica 16 Marzo 2025

Serbia, trecentomila in piazza contro il governo

Dopo giorni di marcia verso Belgrado, a quattro mesi dall’inizio delle proteste, gli studenti serbi hanno organizzato una massiccia manifestazione antigovernativa, alla quale hanno preso parte centinaia di migliaia di persone. La protesta si è svolta sotto lo slogan “15 per 15”, in ricordo dei civili morti dopo il crollo della tettoia della stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre. Vista la sempre maggiore partecipazione, gli studenti hanno alzato la posta in gioco e ora chiedono che a rispondere del disastro sia lo stesso presidente Vučić. Proprio in occasione delle proteste, il presidente ha rilasciato un messaggio televisivo: dopo aver presentato il bilancio di feriti e arresti di quella che i media stanno descrivendo come la più grande manifestazione mai avvenuta nel Paese, Vučić ha parlato della necessità di un «cambiamento», e ha aperto alla possibilità di indire elezioni, senza tuttavia annunciare propriamente le dimissioni.

Gli studenti, accompagnati da insegnanti e cittadini, hanno iniziato a marciare verso Belgrado almeno due giorni prima della manifestazione, che si è tenuta ieri, sabato 15 marzo. È difficile definire il numero esatto di presenti. Secondo fonti governative, la folla di dimostranti sarebbe arrivata a circa 107.000 persone, ma media e osservatori parlano di numeri almeno tre volte superiori. Alcuni giornali serbi parlano addirittura di una folla di oltre mezzo milione di persone. Nel corso della protesta, i dimostranti hanno osservato 15 minuti di silenzio per onorare le vittime del crollo della tettoia di Novi Sad. La manifestazione, inoltre, ha registrato qualche scontro che ha portato al ferimento di alcuni dei dimostranti e ad arresti. Secondo quanto dichiarato dal presidente Vučić, almeno 44 persone sarebbero rimaste ferite e 22 sarebbero state arrestate per aggressione alla polizia e violazione di proprietà. Vučić ha parlato anche della distruzione di centinaia di trattori. I manifestanti hanno accusato la polizia di avere fatto uso di cannoni sonori, accusa smentita dal presidente. I media serbi hanno pubblicato dei video a sostegno della vicenda.

Le richieste dei manifestanti serbi sono all’incirca le stesse che portano avanti da quattro mesi. In particolare, gli studenti, che guidano la protesta da mesi, hanno quattro richieste: la pubblicazione di tutti i documenti riguardanti la ristrutturazione della stazione ferroviaria di Novi Sad; l’incriminazione di tutti coloro che sono stati coinvolti nell’attacco a studenti e professori durante le loro proteste per il disastro e il loro licenziamento nel caso in cui si dimostri che si tratta di funzionari pubblici; la sospensione dell’incriminazione degli studenti arrestati durante le proteste; un aumento del 20% del budget per l’istruzione superiore. Tutte le richieste sono state accolte o accolte solo in parte. La documentazione segreta non è ancora stata pubblicata, funzionari pubblici come il sindaco di Novi Sad e il primo ministro hanno rassegnato le dimissioni, ed è in programma un aumento del budget per il ministero dell’istruzione. Col tempo e la partecipazione sempre più ampia, gli studenti hanno iniziato a chiedere anche le dimissioni di Vučić e la programmazione di nuove elezioni. In seguito alla protesta, Vučić è apparso in televisione, e ha lanciato un messaggio di parziale apertura nei confronti dei manifestanti. «Ora, le autorità devono cogliere il messaggio portato dalle persone che sono arrivate oggi nella capitale», ha detto il presidente. «Dobbiamo cambiare e cambiare tutto ciò che ci circonda». Vučić ha aperto alla possibilità di incontrare i manifestanti e di indire un referendum e nuove elezioni, rimanendo però vago sulla possibile data.

[di Dario Lucisano]

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