lunedì 17 Marzo 2025

Il ministro Urso annuncia un piano per collegare il settore auto a quello militare

Tra le sempre più pressanti discussioni sul riarmo, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato un possibile piano per convertire le fabbriche del settore auto in industrie per la difesa. La crisi dell’auto, aggravata dalla transizione all’elettrico e dal disimpegno di Stellantis, impone secondo il governo una riconversione industriale che, dicono nell’esecutivo, potrebbe trovare nel comparto militare un’opportunità di crescita. «Siamo un governo responsabile», ha detto Urso, spiegando che l’obiettivo sarebbe quello di «mettere in sicurezza le imprese e tutelare i lavoratori» al Tavolo Nazionale Automotive. Eppure, si sono sollevate aspre critiche da parte di sindacati e forze di opposizione, le quali considerano il progetto di Urso come un preoccupante passo verso un’economia di guerra. Il piano sembra in fase di lavorazione, ma entro giugno dovrebbe essere presentato all’Unione Europea.

La strategia governativa punta sulla riconversione industriale per rispondere alla crisi del settore, colpito da un calo della produzione di autovetture del 63,4% nel mese di gennaio 2025 rispetto all’anno precedente, secondo i dati di Anfia. Presiedendo il Tavolo Automotive a Palazzo Piacentini, il ministro ha sottolineato come il comparto auto, con le sue componenti e le sue lavorazioni meccaniche, abbia da tempo affinità con il settore della difesa, promuovendo l’ottica del “dual use” (l’utilizzo delle stesse tecnologie per scopi civili e militari): «Un microchip può servire per un’auto o per un satellite, una scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano che in un elicottero, un cingolato muove un trattore come un blindato», ha detto. Urso ha annunciato che il piano sarà dettagliato a giugno con la presentazione del «primo documento di strategia industriale dopo trent’anni». Intanto, ha confermato che dal 2025 al 2027 saranno investiti 2,5 miliardi di euro nel settore auto, di cui 1,6 miliardi solo nel 2025, destinati a contratti di sviluppo, accordi di innovazione e incentivi per veicoli di nuova generazione. Tuttavia, ha ribadito che l’Ecobonus non sarà rinnovato, definendolo «inefficace» e proponendo un piano europeo per incentivi più uniformi.

Il piano di Urso si inserisce nel più ampio contesto del progetto “ReArm Europe”. Sponsorizzato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, approvato a inizio marzo dal Consiglio Europeo e successivamente appoggiato dall’Eurocamera, esso prevede investimenti per 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per la difesa, con gli Stati membri che potranno aumentare significativamente le spese militari senza incorrere nelle restrizioni del Patto di stabilità e crescita. Anche la Germania sta valutando la riconversione di impianti automobilistici alla produzione bellica, con Rheinmetall pronta ad acquistare uno stabilimento Volkswagen per la produzione di carri armati. In tale contesto, il piano di Urso potrebbe rappresentare un cambio di paradigma per l’industria del Belpaese. In Italia, Stellantis ha una lunga tradizione di collaborazione con il settore della difesa, con la sua divisione Iveco Defence Vehicles specializzata in veicoli militari. Inoltre, a ottobre 2024 è nata la joint venture Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, con sede operativa a La Spezia, per lo sviluppo di veicoli da combattimento avanzati.

La reazione dei sindacati all’annuncio di Urso non si è fatta comunque attendere ed è stata tutt’altro che entusiasta. La Fiom-Cgil ha bocciato l’idea come «assurda dal punto di vista etico, industriale e occupazionale», mentre la Uilm l’ha definita «non realistica». Più cauta la Fim-Cisl, favorevole a «cogliere opportunità», ma contraria alla chiusura di impianti per destinare risorse alla produzione bellica. Critiche aspre sono arrivate anche dalle opposizioni. Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha parlato di «trovata agghiacciante, priva di un vero ragionamento economico», mentre il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte ha definito la proposta «una follia», accusando il governo di voler trasformare l’Italia in un’economia di guerra per mascherare il fallimento della politica industriale.

Nel frattempo, Stellantis resta al centro dell’attenzione. Urso ha elogiato il gruppo per gli ultimi annunci diramati, tra cui quello sulla nuova produzione dei cambi per le auto ibride a Termoli e l’anticipo dell’avvio della produzione della 500 ibrida a Mirafiori, chiedendo al contempo «un’accelerazione sugli investimenti». I sindacati restano scettici, con la Fiom che ha avviato una raccolta firme negli stabilimenti per chiedere un piano di integrazione salariale. Nel frattempo, mercoledì 19 marzo il presidente John Elkann sarà ascoltato in Parlamento per chiarire le strategie future del colosso automobilistico.

[di Stefano Baudino]

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

2 Commenti

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti