venerdì 21 Marzo 2025

L’annuncio di Macron: la Francia vuole avere centomila riservisti pronti per la guerra

In un’intervista rilasciata ad alcuni quotidiani regionali francesi, Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia aumenterà la sua forza militare di riserva da 40.000 a 100.000 unità. «Esamineremo le leve della mobilitazione civile», spiega Emmanuel Macron, assicurando di voler «consolidare» la «mobilitazione della società di fronte alle crisi». Nel contempo, il presidente francese ha comunicato che, nelle prossime settimane, avverrà una «grande revisione» del Servizio Nazionale Universale (SNU), il programma di servizio civile che si rivolge a tutti i giovani dai 15 ai 17 anni, con estensioni fino ai 25 anni. Scopo della riforma sarebbe quello di modificarlo per adattarlo alle «esigenze della nazione». «Per me, per gli altri, per la Francia», è il motto dello SNU, all’interno del quale ci sono già programmi per i giovani francesi da svolgere nelle forze dell’esercito. L’annuncio di Macron estenderebbe gli obiettivi già fissati lo scorso anno con la legge sulla programmazione militare 2024-2030, per la quale, nel complesso, sono stati stanziati 413,3 miliardi di euro.

Come assicurato da Macron, questa revisione non avrà nulla a che vedere con un eventuale ritorno del servizio militare obbligatorio, soppresso nel 2001: «Non è un’opzione realistica», ha detto il presidente francese. Con la professionalizzazione dell’esercito, infatti, lo Stato francese non ha più una base logistica per gestire la coscrizione obbligatoria e centinaia di migliaia di giovani. Dunque, per arrivare all’obiettivo di ingrandire l’esercito, specie le file dei riservisti, passando da 40.000 a 100.000 entro il 2035, si deve passare attraverso il convincimento della società civile, soprattutto i giovani e i giovanissimi. Da qui l’idea di potenziare il Servizio Nazionale Universale (SNU), il programma di servizio civile che si rivolge a tutti i giovani dai 15 ai 17 anni, con estensioni fino ai 25 anni, come strumento di disciplina e di proselitismo per le forze armate.

Oltretutto lo SNU ha già una vasta fetta di programmi che si inseriscono proprio nell’ambito della Difesa e della Sicurezza. Infatti, oltre a servizi quali la «riserva civica» e i «giovani vigili del fuoco», vi sono anche la «riserva operativa della Polizia nazionale», la «riserva operativa negli eserciti», la «riserva della Gendarmeria nazionale», il «servizio militare volontario», il «servizio militare adattato» e gli «squadroni aerei giovanili dell’esercito dell’aeronautica e dello spazio». Questi programmi, previsti per la seconda fase dello SNU, dopo una prima fase della durata di 12 giorni, hanno una durata che va dai 3 mesi a un anno, a seconda del programma scelto. «Poiché siete una gioventù profondamente impegnata, lo SNU vi offre l’opportunità di rafforzare il vostro senso dell’azione attraverso iniziative individuali e collettive molto concrete al crocevia delle vostre preoccupazioni e delle sfide che il Paese deve affrontare», si legge sul sito in cui vengono presentati i vari programmi.

Quanto affermato da Macron alla stampa era già stato detto alla fine di gennaio dallo stesso presidente francese durante un discorso all’Army Digital and Cyber Support Command. In quell’occasione, aveva chiesto alle forze armate di redigere proposte che descrivessero in dettaglio come più giovani volontari potessero essere mobilitati in caso di bisogno e aveva esortato le giovani generazioni a rafforzare le capacità di Difesa del Paese. L’annuncio di Macron estende quindi gli obiettivi fissati per i riservisti previsti nella legge di programmazione militare 2024-2030 adottata nel luglio dello scorso anno. All’interno della legge, per cui vengono stanziati in tutto 413,3 miliardi di euro, si prevede infatti un aumento da 40.000 a 80.000 entro il 2030.

Insomma, in linea con la piega ultra-militarista presa dall’Europa, la Francia cerca di espandere il proprio esercito, come annunciato da altri Paesi europei attraverso varie forme e programmi. Un annuncio simile è infatti stato fatto dalla Polonia, che vuole addestrare tutti gli uomini del Paese per aumentare significativamente la forza di riserva dell’esercito. Siamo in pieno paradosso (o dilemma) della sicurezza, ovvero quella situazione di reciproca percezione di pericolo tra due o più Stati. Quando uno stato aumenta la propria sicurezza armandosi, aumenta l’insicurezza degli altri Stati, i quali a loro volta si armeranno per sentirsi più al sicuro, causando così l’aumentare dell’insicurezza degli altri che reagiranno allo stesso modo. La corsa agli armamenti finisce così per far sì che tutti siano armati e tutti si sentano in pericolo.

[di Michele Manfrin]

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4 Commenti

  1. Caro Biondelli. Un piano B ? molto difficile. Vediamo un po’. Al di fuori dell’Europa non ci sono più i paesi scandinavi come méta per scappare. Sono anch’essi guerrofandai e allineati. Nord Africa ? Tunisia forse ? troppo vicina e ricattabile. Libia ? distrutta. Algeria non si sa nulla di certo. Gaza e Israele. Lasciamo perdere. Siria? ahi ahi… Egitto? forse ma per quanto. E la lingua poi? Africa Centrale. Obiettivamente difficile. Turchia ? Lingua non facile. Sud Africa ? Se ti vogliono…soprattutto se sei bianco. India ? molto lontana e affascinante ma con un sistema sociale piuttosto lontano dalle nostre abitudini. Cina ? La lingua e le tradizioni. E poi ti vogliono davvero ? Giappone? Impagabile, lontano e con una cultura completamente diversa. Australia e Nuova Zelanda? stessa cucina e Chef di mamma Europa. La Polinesia ? quasi tutte colonie o ex colonie , amministrate con il modello francese, britannico e americano. Il Sud America allora! Il Brasile ? una tempo ospitale, ora non vuole più nessuno in particolare vecchi europei. l’Argentina ? ballare il tango al suono della sega di Milei? Messico e Colombia, davvero? Venezuela, Cuba quanto a lungo? Russia, buona idea forse ma la lingua non è una delle più semplici e per adesso quasi impossibile andarci e semplicemente soggiornarci. Rimane la terra del fuoco e l’Antartide… L’ Artide è già “civilizzato”. Quindi o cambiare le cose qui, molto difficile lo ammetto, oppure prepararsi come Shackleton e la sua “Endurance” per il polo Sud.

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