venerdì 21 Marzo 2025

“Pronti al peggio”: Bruxelles ha approvato il libro bianco della Difesa

Guidata dalla paura della Russia e dai dubbi sul futuro della protezione degli Stati Uniti, la Commissione Europea ha varato la versione definitiva del libro bianco sulla Difesa europea, che sarà discusso tra oggi e domani dai capi di Stato e di governo dell’UE per una ratifica che ormai sembra del tutto formale e senza sconvolgimenti. L’impianto di base è confermato così come le soluzioni finanziarie. Soprattutto, resta immutato il senso di urgenza ad «essere pronti al peggio». Il piano prevede una «preferenza europea» ma apre alla possibilità di lavorare assieme ai partner extra-europei, il che si traduce in possibili appalti congiunti con Norvegia, Regno Unito, Canada, Giappone, India e Corea del Sud, sebbene, secondo i piani, il grosso della produzione dovrà avvenire in Europa.

La Commissione Europea ha pubblicato ieri il testo finale del libro bianco sulla Difesa europea il quale, tra oggi e domani, aspetta la firma e il via libera da parte dei capi di Stato e di governo dell’UE. Allo stesso tempo, è stata presentata la proposta definitiva del regolamento del Consiglio che istituisce l’azione di sicurezza per l’Europa (SAFE) attraverso il rafforzamento dello strumento europeo dell’industria della difesa. I documenti presentati, discussi in questi giorni, mirano a mobilitare il piano ReArm Europe annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che stanzierà 800 miliardi di euro per la Difesa europea. Il documento esorta l’Europa a colmare le «lacune di capacità» in settori quali la difesa aerea e missilistica, l’artiglieria, le munizioni e i missili, i droni, il trasporto militare, l’intelligenza artificiale, la guerra informatica e la protezione delle infrastrutture.

L’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Kaja Kallas, invita ad attenersi al piano messo a punto dal collegio dei commissari perché, sottolinea, «dobbiamo essere preparati al peggio». Si teme che la Russia di Putin possa «testare la nostra capacità di risposta militare da qui a cinque anni», ha detto il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius, senza circostanziare con prove o argomenti. D’altronde, il libro bianco della Difesa europea definisce la Russia come una «minaccia esistenziale». La difesa dell’Ucraina contro «una minaccia esistenziale per la sicurezza europea» diventa così un obiettivo a breve termine di primaria importanza per l’Unione, che esorta i suoi Stati a rimanere «fermamente» dalla parte di Kiev. La Russia rappresenta infatti, al momento, «la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza, nonché per la sicurezza dei Paesi candidati e dei partner dell’UE», è scritto nel libro bianco europeo.

Kubilius ha poi dichiarato che «450 milioni di cittadini dell’Unione europea non dovrebbero dipendere da 340 milioni di americani per difenderci da 140 milioni di russi, che non possono sconfiggere 38 milioni di ucraini». Per fare questo, il piano della Commissione prevede lo stanziamento di 150 miliardi di euro in prestiti ai governi dell’UE da spendere in progetti di Difesa, così come l’allentamento delle norme UE sulle finanze pubbliche, affinché possano essere mobilitati altri 650 miliardi di euro. Inoltre, viene sospeso per quattro anni il patto di stabilità interno per permettere agli Stati membri di accrescere gli investimenti nel settore della Difesa fino a tutto il 2028. A ogni Paese membro verrà concesso di spendere fino all’1,5% di PIL in più ogni anno, potendo anche sforare il 3% del tetto deficit/PIL. Il nuovo assetto da guerra dell’economia europea è stato recepito dalle case automobilistiche che, con il benestare della politica, si dicono pronte alla riconversione o all’allineamento della produzione.

Il libro bianco prevede una «preferenza europea», seguendo tre principi: cercare una soluzione europea; negoziare con produttori e fornitori europei la riduzione di prezzi e tempi di consegna (con il sostegno dell’Unione); qualora una soluzione europea non fosse disponibile ai prezzi o alle tempistiche richiesti, gli Stati membri dovrebbero rivolgersi insieme a fornitori di Paesi terzi chiedendo pieno controllo del processo. E qui lo sguardo dovrebbe volgersi verso Paesi come Norvegia, Regno Unito, Canada, Giappone, India e Corea del Sud, anziché verso gli Stati Uniti.

Vari ministeri europei della Difesa stanno già rivalutando la dipendenza dagli Stati Uniti. Un problema noto è che i punti dati chiave dei sistemi d’arma americani vengono inviati automaticamente negli Stati Uniti, gli aggiornamenti software cruciali dipendono dai produttori statunitensi e molti sistemi d’arma provengono dagli Stati Uniti. Queste sono dipendenze problematiche in un momento in cui l’Europa sta pensando di andare da sola. Però, sebbene la narrazione rifletta, oltre che sull’avversione alla Russia, sullo scollamento con lo storico alleato statunitense, il libro bianco dell’UE sottolinea che la NATO dovrebbe rimanere l’organizzazione che garantisce la difesa collettiva dell’Europa. Ciò significa che gli sforzi dell’UE dovrebbero essere diretti a sostenere la NATO e i requisiti di capacità dei singoli Stati membri. Di fatto, l’Europa che vuole riarmarsi per fronteggiare la Russia e smarcarsi dagli Stati Uniti di Trump, di fatto sta facendo proprio quanto il presidente USA aveva chiesto: sobbarcarsi maggiormente i costi della NATO.

[di Michele Manfrin]

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3 Commenti

  1. Vanno tutti cacciati via perché invece di stare ai patti fanno quello che vogliono, prima non ci sono i soldi per la Grecia accusata di aver falsificato i conti che loro dovevano controllare, poi ci sono soldi all’infinito per l’Ukraina che non fa proprio parte dell’UE.

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