La camera alta del Parlamento tedesco, il Bundesrat, ha approvato oggi una riforma costituzionale che permetterà alla Germania di fare debito, allentando la cosiddetta regola del “freno al debito”, che attualmente limita l’indebitamento pubblico allo 0,35% del prodotto interno lordo (Pil), con l’obiettivo di finanziare le spese militari e gli investimenti in infrastrutture, ma anche di rilanciare la più grande economia europea. La riforma, voluta dal futuro cancelliere Friedrich Merz e già passata martedì al Bundestag, è passata alla camera alta con 53 voti a favore, vale a dire oltre la maggioranza dei due terzi richiesti. È stata sostenuta dalla CDU (Unione Cristiano-Democratica di Germania), il più importante partito di centrodestra che ha vinto le elezioni federali lo scorso 23 febbraio, dai Socialdemocratici (SPD) e dai Verdi. Nello specifico, la modifica costituzionale permette di esentare dal vincolo del freno al debito le spese militari che superano l’uno per cento del Pil all’anno, ossia circa 45 miliardi di euro, e di creare un fondo da 500 miliardi di euro per migliorare le infrastrutture tedesche. Si tratta di una svolta storica nella politica fiscale tedesca, che per più di un decennio si è basata su una rigida austerità, rappresentando il modello da seguire per gli altri Stati dell’Unione. Per entrare in vigore, la legge dovrà ora essere firmata dal presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Dei 500 miliardi di euro destinati al fondo infrastrutturale, 100 miliardi saranno destinati al fondo per la trasformazione climatica ed economica, come richiesto dai Verdi. Delle restanti risorse, invece, 300 miliardi andranno al governo federale e 100 ai governi dei Länder (gli Stati federati). Inoltre, a ciascuno dei 16 stati federati della Germania sarà consentito di gestire un piccolo deficit strutturale pari allo 0,35% della propria produzione economica, che gli consentirà di avere 16 miliardi di euro in più da spendere, mentre finora non gli era consentito fare deficit. L’approvazione della modifica costituzionale arriva in un momento di forte difficoltà per l’economia teutonica e in un contesto internazionale in rapido mutamento. Dopo il divario crescente tra l’UE e gli USA di Donald Trump e dopo aver perso l’ombrello difensivo degli Stati Uniti, propensi a riprendere i contatti con la Russia, la Germania sta pienamente assecondando il piano di riarmo di Bruxelles. Le deroghe ai rigidi vincoli di bilancio riguardano, infatti, prevalentemente l’apparato militare e infrastrutturale. Indirettamente, però, revocando il freno al debito che Berlino aveva adottato a partire dal 2009, il governo tedesco sta confermando come le politiche di austerità imposte come un dogma negli ultimi anni a tutti gli Stati membri siano contrarie allo sviluppo economico e alla crescita. Lo stesso sindaco di Berlino, Kai Wegner, ha affermato che «la Germania è stata in parte distrutta nel corso di decenni. La nostra infrastruttura è stata, negli ultimi anni, più gestita che sviluppata attivamente», aggiungendo che «Per troppo tempo abbiamo fatto solo il minimo indispensabile e non possiamo e non dobbiamo continuare in questo modo». Il sindaco ha definito il pacchetto da 500 miliardi di euro un «Piano Marshall» per la Germania.
Per anni lo Stato tedesco ha perseguito una politica rigorista, fondata su una cieca austerità di bilancio, prescritta anche agli altri Paesi europei, il cui effetto non è stato altro che quello di comprimere la domanda interna – anche attraverso la svalutazione dei salari – per spingere le esportazioni. Ora però che la politica mercantilista tedesca ha subito un brusco declino, prima a causa dell’interruzione dei rapporti commerciali con la Russia, e ora per via dei potenziali dazi degli Stati Uniti, Berlino sta rapidamente cambiando rotta. La priorità, però, non è stata accordata allo Stato sociale o al sostegno di famiglie e imprese, bensì all’ambito della difesa, seguendo pedissequamente le indicazioni di Bruxelles e della NATO. Gli Stati europei, che hanno designato la Russia come una «minaccia esistenziale», non esitano a investire miliardi di euro nel riarmo, dopo aver tagliato per decenni le principali voci della spesa pubblica. Non a caso, con riferimento alla questione russa e alla sicurezza, Merz ha detto ai legislatori prima del voto che «Per almeno un decennio abbiamo avvertito un falso senso di sicurezza. La decisione che prendiamo oggi sulla prontezza della difesa non può che essere il primo importante passo verso una nuova comunità di difesa europea».
Secondo l’istituto di ricerca economica ZEW, i piani fiscali hanno sollevato il morale degli investitori tedeschi questo mese, in quanto il suo indice di fiducia economica ha segnalato un aumento a 51,6 punti dai 26,0 punti di febbraio. Secondo l’istituto economico tedesco DIW, invece, il solo fondo infrastrutturale pianificato dalla Germania potrebbe aumentare la produzione economica di una media di oltre due punti percentuali all’anno nei prossimi dieci anni. Tuttavia, gli economisti affermano che ci vorrà tempo prima che lo stimolo entri in vigore e contribuisca a risollevare un’economia in contrazione da due anni consecutivi.
[di Giorgia Audiello]