Quasi 600mila persone hanno firmato una petizione per chiedere che sia aperta un’indagine internazionale indipendente sulla polizia serba, la quale viene accusata di aver impiegato, sabato 15 marzo, un’arma sonica contro un gruppo di manifestanti. Secondo i dimostranti, la protesta era stato disturbata da un suono sibilante emesso ad alta frequenza. Ivica Dacic, Ministro dell’Interno, ha negato che la polizia serba abbia utilizzato questo tipo di arma. Tuttavia, online sono comparse foto e video che mostrano veicoli delle Forze dell’ordine dotati di quelli che sembrerebbero essere dispositivi acustici ad alta frequenza. I cannoni sonori rientrano in quella categoria chiamata “armi a energia diretta”, ovvero armi letali e non letali che utilizzano l’energia per colpire a distanza le menti e i corpi degli obiettivi contro cui sono dirette.
Una petizione firmata da quasi 600mila persone, indirizzata alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Gina Romero, alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di opinione e di espressione, Irene Kahn, al Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, e al rappresentante dell’OSCE, chiede un’indagine internazionale indipendente sull’uso di un cannone sonoro contro i manifestanti pacifici a Belgrado, che sarebbe stato utilizzato durante la protesta del 15 marzo. Con la petizione viene chiesto che si identifichino i responsabili delle istituzioni e gli individui che avrebbero ordinato l’utilizzo di simili apparecchi, nonché di sondare quali possano essere gli aspetti medici, legali e tecnici del loro impatto sulla salute e sui diritti umani.
«Questo non è solo un attacco al diritto di protestare, ma anche una violazione dei diritti umani fondamentali garantiti dalle convenzioni internazionali. Secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, di cui la Serbia è firmataria, ogni individuo ha il diritto inalienabile di riunirsi pacificamente e di esprimere la propria opinione senza timore di repressione», viene espresso nella petizione. «La Serbia, in quanto membro delle suddette istituzioni internazionali e firmataria di trattati internazionali, è tenuta a garantire ai propri cittadini il diritto alla libertà di riunione e di espressione delle proprie opinioni. L’uso di mezzi illeciti contro i civili costituisce una grave violazione dei diritti dei cittadini riconosciuti a livello costituzionale e internazionale, che richiede una risposta urgente da parte degli organismi internazionali», prosegue il testo.
La Serbia è attraversata da forti tensioni sociali e proteste da quando 15 persone sono morte a seguito di un crollo alla stazione ferroviaria di Novi Sad, il 1° novembre 2024. Quella vicenda è considerata il simbolo più tangibile della corruzione e dell’incuria delle istituzioni serbe e ha acceso la miccia di una protesta popolare senza precedenti. Da allora, il movimento studentesco e sociale serbo non si è fermato, portando in strada e in piazza centinaia di migliaia di persone. L’enorme, e ininterrotta, protesta dei cittadini serbi ha portato il Primo Ministro, Miloš Vučević, a rassegnare le proprie dimissioni il 28 gennaio scorso. Lo stesso Sindaco di Novi Sad, Milan Đurić, si è dimesso lo stesso giorno in cui si è dimesso il Primo Ministro serbo.
Le manifestazioni non si sono però arrestate. Anzi, per certi versi hanno aumentato la propria portata, sentendo di poter aumentare la pressione sulle istituzioni politiche. Il 15 marzo scorso, giorno in cui sarebbe stata utilizzata l’arma sonica contro i manifestanti, 300mila persone sono scese in strada per protestare utilizzando lo slogan “15 per 15” in ricordo dei morti alla stazione ferroviaria. Gli studenti hanno così alzato la posta in gioco, chiedendo le dimissioni dello stesso Presidente serbo, Aleksandar Vučić. In quella giornata di protesta, il Presidente ha rilasciato un messaggio televisivo in cui ha parlato della necessità di un «cambiamento», aprendo alla possibilità di nuove elezioni, senza tuttavia annunciare le proprie dimissioni, come chiesto dagli studenti e dai manifestanti.
[di Michele Manfrin]
Magari si dovrebbe fare un indagine per appurare se l’UE sta copiando la CIA nella sua espansione Imperialista ed usa denaro pubblico per sovvenzionare attraverso servizi segreti rivolte nel Mondo, prima che il Mondo si metta a far lo stesso contro di noi, che abbiamo governanti tutti quanti in equilibrio precario.