Funzionari ucraini e statunitensi si sono incontrati ieri sera in Arabia Saudita per discutere un possibile cessate il fuoco parziale tra Ucraina e Russia. Il vertice si inserisce nel nuovo indirizzo diplomatico voluto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per mettere fine a tre anni di guerra. L’incontro precede i colloqui previsti per oggi, sempre in Arabia Saudita, tra le delegazioni statunitense e russa. Nel frattempo, l’inviato speciale americano Steve Witkoff ha espresso ottimismo sulla possibilità di raggiungere una soluzione per porre fine al conflitto. La scorsa settimana, il presidente russo Vladimir Putin ha accettato la proposta di Trump di fermare per 30 giorni gli attacchi alle infrastrutture energetiche di entrambi i Paesi. Tuttavia, il possibile cessate il fuoco sarebbe stato compromesso da reciproci attacchi, denunciati sia da Kiev che da Mosca.
All’inizio degli incontri, tenutesi ieri a Riyad, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha annunciato che la delegazione del Paese, guidata da lui in persona, avrebbe implementato «la direttiva del Presidente dell’Ucraina per avvicinare una pace giusta e rafforzare la sicurezza». Al vertice si sarebbe dovuto parlare di una proposta per il raggiungimento di un cessate il fuoco, anche solo parziale, che escludesse dai combattimenti «le strutture energetiche e le infrastrutture critiche». Al termine del vertice, Umerov ha detto che la conversazione con la controparte statunitense, guidata da Steve Witkoff, è stata «produttiva e mirata» e che si è parlato di «temi chiave, tra cui quello dell’energia». Anche Witkoff si è mostrato soddisfatto dei colloqui. Prima dell’incontro, l’inviato speciale statunitense aveva rilasciato un’intervista a Fox News in cui affermava che i colloqui di questi giorni potrebbero portare a una svolta e mettere sul piatto la possibilità di un cessate il fuoco navale nel Mar Nero, a cui farne seguire uno generalizzato. Witkoff, inoltre, ha bocciato la proposta di inviare delle forze di pace europee a guida britannica e francese, sottolineando che «Putin non vuole invadere l’Europa».
L’incontro tra Steve Witkoff e Rustem Umerov ha preceduto quellio di oggi, che si terrà sempre a Riad, dove le delegazioni russe e ucraine si incontreranno separatamente con quella statunitense. Il contenuto preciso dell’agenda odierna non è noto, ma anche l’agenzia di stampa russa TASS, riprendendo le dichiarazioni della Casa Bianca, cita un possibile negoziato per un cessate il fuoco sul Mar Nero. Nelle ultime settimane, le trattative per un cessate il fuoco si sono fatte sempre più serrate. Il 18 marzo, dopo una telefonata di oltre due ore, Donald Trump e Vladimir Putin si sono accordati per implementare un cessate il fuoco parziale che coinvolgesse le infrastrutture energetiche, proposta verso cui Volodymyr Zelensky si è mostrato parzialmente aperto. Entrambi i Paesi, tuttavia, continuano a denunciare reciproci attacchi alle infrastrutture energetiche, accusandosi l’un l’altro di violare la tregua ancora informale.
In generale, l’Ucraina sostiene che la Russia starebbe intensificando gli attacchi sul Paese — e non solo quelli contro le infrastrutture energetiche —, sottolineando l’importanza di raggiungere un cessate il fuoco il più rapidamente possibile. «Solo questa settimana, più di 1.580 bombe aeree guidate, quasi 1.100 droni d’attacco e 15 missili di vario tipo sono stati usati contro il nostro popolo», ha detto Volodymyr Zelensky. «Sono necessarie nuove soluzioni, con nuove pressioni su Mosca per fermare sia questi attacchi che questa guerra». Anche la Russia denuncia attacchi ucraini: il Ministero della Difesa russo ha affermato che, ieri notte, le sue forze hanno «distrutto e intercettato» 59 droni ucraini diretti verso le regioni di Rostov e Astrakhan.
[di Dario Lucisano]
Consiglierei a quelli di Bruxelles che hanno buttato via in nostri soldi a miliardate per nulla se non per aumentare i morti, di attaccarsi ad un trave, non devono più andare a capo neanche di una Rosticceria.