La piazza voluta da Michele Serra e dal giornale Repubblica lo scorso 15 marzo, ufficialmente «a favore dell’Europa» ma nei fatti a favore del riarmo europeo in vista di una potetica guerra UE contro la Russia, è stata un boomerang. Anziché anestetizzare il mondo pacifista, l’ha risvegliato. In tempi rapidissimi, gli attivisti hanno organizzato due contromanifestazioni a Roma per quel giorno (una indetta dalla sinistra extraparlamentare a piazza Barberini e una, senza bandiere, a Bocca della Verità), oltre a raccogliere centinaia di firme prestigiose contro l’iniziativa di Serra e di Repubblica. Anche a Milano si è riusciti a organizzare una contromanifestazione il 15 marzo in via Mercanti, promossa dal Coordinamento per la pace. Ma non finisce qui: nei giorni successivi, il mondo pacifista ha messo in cantiere, in tutta Italia, una serie di eventi contro il riarmo e per la pace, la maggior parte calendarizzata per i prossimi 4, 5 e 6 aprile.
«L’Europa deve riarmarsi, è finito il tempo della melassa», aveva detto Carlo Calenda alla folla in piazza del Popolo, dando il là al maxi raduno del 15 marzo. Il suo appello è rimasto senza contraddittorio: i rappresentanti della Marcia Perugia Assisi, venuti in piazza con un contro appello a favore del disarmo, si sono visti rifiutare il palco e gli organizzatori hanno «tentato in tutti i modi» di fargli chiudere la loro bandiera arcobaleno. Ampio spazio sul palco, invece, è stato lasciato a chi faceva discorsi sulla superiorità europea (definiti da Guendalina Middei neocoloniali e guerrafondai).
A fronte di quanto accaduto in piazza, i pacifisti di tutta la penisola si sono dati una serie di appuntamenti per contestare l’attuale Europa guerrafondaia. I giovani romani di Esc Atelier hanno indetto un incontro nazionale di tre giorni (28, 29 e 30 marzo) nella Capitale intitolato Riarm? No! Reset against the war, con campeggio nel prato dello spazio sociale Acrobax. A Firenze, venerdì 28 marzo (ma anche il venerdì precedente), il Coordinamento Fiorentino contro il Riarmo ha organizzato presidi in piazza Sant’Ambrogio per raccogliere firme «contro l’attuale delirante progetto del riarmo europeo». A Bari, sabato 29 marzo gli attivisti della Rete dei Comitati per la Pace di Puglia hanno riempito piazza Umberto con lo slogan «No alla corsa al riarmo, fermare la guerra, tornare all’ONU».
La maggior parte delle iniziative è stata programmata per venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 aprile prossimi e inserita in un calendario online creato dal neo Coordinamento Nazionale No NATO, fondato solo quattro mesi fa (qui la tabella per consultare le iniziative, città per città). Il 4 aprile, per esempio a Napoli verrà organizzato un flash mob per contestare l’anniversario della fondazione della NATO, davanti alla ex base NATO di Bagnoli che andrebbe riconvertita, dicono gli attivisti, in una struttura ad uso civile e sociale; il 5 aprile, sempre a Napoli, ci sarà una iniziativa a Casoria contro la militarizzazione delle scuole, mentre il 6 aprile è previsto un incontro, nella Galleria Principe di Napoli, con la delegazione sudcoreana della PAM (Piattaforma Antimperialista Mondiale) contro le provocazioni belliche statunitensi nel Pacifico.
Tra tutte le iniziative elencate dal Coordinamento Nazionale No NATO, spicca soprattutto un evento pacifista di inedito carattere collegiale, programmato per sabato 5 aprile a partire dalle ore 13 a Roma, in piazza Vittorio Emanuele. Si tratta della manifestazione Basta soldi per le armi – fermiamoli, promossa dal Movimento Cinque Stelle. Gli attivisti del Coordinamento, mettendo da parte le loro differenze ideologiche, confluiranno nell’evento M5S, con i propri striscioni e le proprie parole d’ordine. Si tratta di un insolito “gesto di unità” da parte del Coordinamento, accolto con favore persino da gruppi storici anti-establishment come Rete NoWar e Donne in Nero, che aderiranno all’evento M5S anch’essi.
L’idea di confluire nell’iniziativa cinque stelle è stata fatta propria anche da un folto gruppo di intellettuali ed attivisti italiani, progressisti ma non seguaci del M5S, come ad esempio lo storico Angelo D’Orsi, l’ex-ambasciatrice Elena Basile, l’autrice satirica Francesca Fornario, il docente Alexander Hobel e l’editor Giulia Abbate – in tutto, più di 400 firmatari di un appello di trasformare, il 5 aprile, «una manifestazione indetta da un singolo partito in una mobilitazione di massa […] contro la guerra e contro le politiche dell’Europa». Anche Luciana Castellina, Luigi Ferrajoli e Gian Giacomo Migone hanno scritto un loro appello a essere presenti all’evento del 5 aprile.