sabato 12 Aprile 2025

Il Decreto sicurezza ha messo fuorilegge anche la cannabis light

Con l’approvazione del DL Sicurezza, il decreto legge che incorpora gran parte dell’omonimo disegno di legge, il governo porta avanti la guerra alla cannabis light. La filiera agroindustriale di CBD e derivati interessa diversi settori, dal cosmetico alla bioedilizia, dall’alimentare al tessile. A essere colpito direttamente e indirettamente è un intero mercato dal valore di 2 miliardi di euro, che conta 22mila posti di lavoro. Nel DL, il cannabidiolo con THC sotto i limiti di legge italiani ed europei viene comparato a uno stupefacente, venendo di fatto messo fuorilegge. In passato, il governo Meloni ha provato diverse volte a bandire i prodotti a uso orale a base di cannabidiolo, venendo però fermato a più riprese dal TAR.

Il provvedimento varato dal governo modifica in maniera sostanziale la legge 242/2016, che promuoveva la filiera agroindustriale della canapa. In particolare, l’articolo 18 del Decreto Sicurezza consente ora la produzione di infiorescenze contenenti CBD solo se destinate al “florovivaismo professionale”, vietandone ogni altro uso, dal commercio alla lavorazione, dalla detenzione alla vendita. Gli agricoltori che coltivano canapa industriale, dunque, rischiano di ritrovarsi da un giorno all’altro in possesso di un prodotto considerato uno stupefacente, senza alcuna finestra di tempo per lo smaltimento o la regolarizzazione. Secondo Canapa Sativa Italia, Confagricoltura, Coldiretti e Filiera Italia, il decreto paralizzerà l’intero comparto, mettendo migliaia di aziende nell’incertezza proprio alla vigilia della stagione agricola. Nonostante mesi di tentativi di dialogo, audizioni parlamentari, conferenze stampa e studi economici a supporto della cannabis light, il governo ha tirato dritto. E lo ha fatto proprio mentre l’agroalimentare italiano affronta la minaccia dei dazi internazionali, il Pil rallenta e la disoccupazione giovanile cresce. Le associazioni di settore denunciano come la filiera della canapa non riguardi solo la produzione di infiorescenze, ma anche cosmetici, bioedilizia, alimentare e tessile. Settori adesso messi a rischio da una scelta che ha il sapore della crociata ideologica, fortemente promossa dal ministro Matteo Salvini e dal sottosegretario Alfredo Mantovano.

Le conseguenze per le imprese potrebbero essere devastanti. Come sottolinea l’avvocato Giacomo Bulleri, in casi normali, quando un prodotto diventa non conforme, si concede un periodo per il suo smaltimento. Qui, invece, tutto cambia da un giorno all’altro: i produttori si troveranno improvvisamente in possesso di uno stupefacente, con il rischio di pesanti conseguenze penali. L’unica cautela consigliata è isolare i prodotti incriminati, conservare tutta la documentazione e astenersi da qualsiasi attività di vendita. Nel frattempo, le associazioni del settore non si arrendono. Sono già stati annunciati ricorsi giurisdizionali a livello nazionale ed europeo, con la speranza di sollevare dubbi di costituzionalità e violazione delle normative comunitarie. Tuttavia, fino all’eventuale sospensione o annullamento del decreto, chi decidesse di proseguire l’attività si troverebbe in una situazione di disobbedienza civile, esponendosi a rischi enormi. Anche sul piano politico il fronte di opposizione si muove. +Europa ha annunciato la volontà di lanciare un referendum abrogativo, chiedendo a tutte le forze di minoranza di unirsi nella raccolta firme per contrastare una norma giudicata tanto irragionevole quanto dannosa per l’economia, la libertà d’impresa e la coerenza giuridica.

Già nell’agosto del 2023, con un decreto del Ministro Schillaci, il governo Meloni aveva inserito nel testo unico sugli stupefacenti i “prodotti da ingerire” a base di cannabidiolo – sostanze prive di effetti psicotropi –, impedendo la loro libera vendita in tutti i punti che non siano farmacie. Una decisione che fa a pugni con un’importante pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020, in cui si è sancito che i prodotti a base di Cbd non devono essere considerati come stupefacenti. Il decreto era successivamente stato bloccato dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che aveva accolto un ricorso presentato dall’associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), disponendo la sospensione del decreto e rendendo nuovamente consentito il commercio dei prodotti. Nel luglio 2024, il governo ci ha riprovato, tornando a inserire i prodotti a base di cannabidiolo (CBD) nella lista delle sostanze medicinali contenenti stupefacenti. Tre mesi dopo, il TAR è nuovamente intervenuto per bloccare il decreto.

Nel frattempo, però, la maggioranza ha inserito nel DDL Sicurezza il divieto della produzione e del commercio della cannabis light. Federcanapa, associazione del settore, aveva indirizzato una lettera alla commissione di Giustizia della Camera dei Deputati per sollecitare un dietrofront, evidenziando come il divieto si sarebbe abbattuto sull’«intero comparto agroindustriale della canapa da estrazione, in particolare della produzione di derivati da CBD o da altri cannabinoidi non stupefacenti per impieghi in cosmesi, erboristeria o negli integratori alimentari», ricordando che «tali impieghi sono riconosciuti dalla normativa europea come impieghi legittimi di canapa industriale». Il dietrofront, però, non è arrivato. E, dal momento che il “Pacchetto Sicurezza” era da mesi arenato in Parlamento, con un blitz in Consiglio dei Ministri il governo negli scorsi giorni ha trasformato il testo in un decreto. Che, dunque, diventa subito applicabile dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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4 Commenti

  1. I Nazi Fascisti fanno la guerra alla Russia con lo stesso progetto di Hitler di diventare i padroni del mondo o almeno i loro cani nel caso dell’Europa odierna, ma si preoccupano per la canapa light😂🤣😂🤣😂💩💩💩💩

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