domenica 13 Aprile 2025

Umiliazioni agli attivisti: Extinction Rebellion denuncia le questure di Roma e Brescia

Gli attivisti del movimento ambientalista Extinction Rebellion hanno sporto denuncia contro le questure di Roma e di Brescia, accusandole di «sequestro di persona», «perquisizioni degradanti e arbitrarie» e «violenza privata». Le accuse fanno riferimento a due distinti episodi: il primo, avvenuto nel novembre 2024 in Piazza del Viminale, a Roma, in cui «75 persone erano state prelevate con la forza e rinchiuse nell’Ufficio Immigrazioni della Questura per 10 ore»; il secondo, a gennaio 2025, in occasione di una manifestazione contro Leonardo a Brescia, quando «17 persone erano state portate in Questura per 8 ore e alcune di loro erano state fatte spogliare integralmente». La scelta di denunciare le questure arriva in risposta ai sempre più frequenti episodi di repressione che hanno interessato il gruppo e analoghe sigle ambientaliste, a pochi giorni dall’approvazione del Decreto Sicurezza, che criminalizza ancora di più le lotte ecologiste.

«Avviamo due azioni legali per difendere il diritto al dissenso e garantire il rispetto delle libertà fondamentali». Sono queste le parole usate dagli attivisti di Extinction Rebellion per spiegare le motivazioni dietro la loro denuncia contro le questure di Brescia e Roma. I fatti fanno riferimento a due episodi accaduti negli ultimi mesi. Il primo risale al 22 novembre 2024, a Roma, dove gli attivisti hanno svolto un sit-in in Piazza del Viminale, sotto il Ministero dell’Interno. In quell’occasione, «75 manifestanti erano stati prelevati con la forza e trasportati agli uffici della Questura di Roma, in via Teofilo Patini». Tuttavia, ricordano gli attivisti, «il trasferimento in Questura è previsto solo in caso di impossibilità di identificazione, circostanza che non si verificava quel giorno, dal momento che erano stati forniti i documenti di identità». Arrivati in Questura, gli attivisti sono stati trattenuti per 10 ore, «privati degli effetti personali» e «sottoposti a rilievi biometrici», senza che venisse redatto «alcun verbale che giustificasse quanto accaduto». Il secondo episodio si è invece verificato a Brescia lo scorso 13 gennaio. Anche in quell’occasione gli attivisti sono stati portati in Questura malgrado non si fossero rifiutati di collaborare con le autorità. Una volta negli uffici, poi, ad alcune manifestanti era stato ordinato di «spogliarsi completamente ed eseguire degli squat», i piegamenti sulle gambe, «una pratica umiliante prevista solo quando si abbia il legittimo sospetto che la persona nasconda armi o droga».

Le denunce verso le questure di Brescia e Roma arrivano a pochi giorni dall’approvazione del DL Sicurezza, il decreto legge che incorpora gran parte dell’omonimo disegno di legge. Con esso, il governo mette a punto diverse misure securitarie, molte delle quali mirate proprio a criminalizzare le pratiche dei movimenti ambientalisti. Tra di esse si annoverano l’introduzione del carcere fino a due anni per i blocchi stradali e l’aggravante per chi commette reati nelle stazioni ferroviarie e sui mezzi pubblici. In generale, nell’ultimo periodo, il tentativo di delegittimare le lotte dei movimenti ambientalisti si sta facendo sempre più stringente. Gli attivisti di Extinction Rebellion, in particolare, sono stati portati in tribunale in diverse occasioni, spesso accusati, a detta degli stessi giudici, arbitrariamente o attraverso misure caratterizzate da un vero e proprio eccesso di potere.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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