Google ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Wiz, società israeliana di sicurezza informatica. Se finalizzato, l’acquisto, dal valore di 32 miliardi di dollari (pagati senza impiegare strumenti finanziari, come le azioni), sarà il più grande di sempre portato a termine dal gigante tecnologico statunitense. Tra le fila dell’azienda israeliana sono impiegate decine di ex membri dell’Unità 8200, l’ala militare israeliana specializzata in informatica e cyberspionaggio e coinvolta nell’automazione del genocidio palestinese, così come nell’attacco ai cercapersone avvenuto in Libano, nel quale sono stati uccisi decine di civili. L’operazione costituisce inoltre una notizia positiva per le finanze dello Stato di Israele, che vedrebbe così entrare circa 5 miliardi di dollari da utilizzare nella propria economia di guerra.
L’operazione da 32 miliardi di dollari, annunciata da Google nella seconda metà di marzo, dovrà essere definitivamente approvata dalle autorità competenti di regolamentazione. Come riportato [1] da Forbes, l’entità dell’accordo ha attirato l’attenzione non solo per il prezzo record che Google è disposta a pagare, ma anche a causa del multiplo del suo valore rispetto al fatturato della società israeliana. In altre parole, Google sarebbe disposta a strapagare per acquistare Wiz. Senz’altro chi ci guadagnerà sarà Israele: dal punto di vista fiscale [2], l’acquisizione porterà circa 5 miliardi di dollari all’economia di guerra israeliana. Per Forbes il piano strategico dietro una mossa di questa portata potrebbe, tra le altre cose, rafforzare il portafoglio di sicurezza di Google Cloud e affrontare la carenza di talenti della sicurezza informatica. Per quanto concerne quest’ultimo punto, come fatto notare [3] da Wikileaks, i “talenti” che in questo modo Google si garantirebbe sono ex membri dell’Unità 8200, ovvero l’ala informatica e di cyberspionaggio dell’esercito israeliano.
Ami Luttwak, uno dei fondatori di Wiz, sul suo profilo [4] LinkedIn spiega di aver guidato un «team di ricerca e sviluppo mission critical» per l’Unità 8200, vincendo l’Israel Defence Award 2012. L’identità dei fondatori di Wiz, tutti ex Unità 8200, è riportata [5] anche dal Times of Israel. Oltre a Luttwak ci sono Assaf Rappaport, Yinon Costica e Roy Reznik. E poi ci sono una cinquantina di dipendenti che provengono dall’Unità 8200, come documentato da un’inchiesta [6] di Nate Bear che aveva anche esposto diversi ex membri dell’unità speciale israeliana che adesso lavorano per Google, Microsoft, Meta, Apple, Amazon, OpenAI e Nvidia. Come scritto nel già citato articolo del Time of Israel, Wiz non è l’unica società tecnologica israeliana fondata da personaggi provenienti dall’intelligence militare e al cui interno lavorano membri dell’Unità 8200. Infatti ci sono anche Check Point Software Technologies, Nice, Palo Alto Networks, CyberArk e Waze – quest’ultima già acquistata da Google per 1 miliardo di dollari.
L’Unità 8200 ha partecipato alla progettazione e alla programmazione degli algoritmi che hanno permesso l’automazione del genocidio a Gaza, partecipando a progetti quali Lavender, di cui L’Indipendente [7] ha già parlato in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel genocidio palestinese. Inoltre, tale unità è stata coinvolta nell’operazione di attacco in Libano che ha sfruttato i cercapersone nel tentativo di colpire Hezbollah, causando numerose vittime civili. Non sorprende che Google voglia acquisire una simile azienda, fondata da persone che hanno operato nell’Unità 8200 e con dipendenti che vi hanno fatto parte. Come già spiegato su L’Indipendente [8], sappiamo che le Big Tech come Google, Microsoft, Amazon, IBM e molte altre, fiancheggiano lo Stato di apartheid di Israele e il genocidio dei palestinesi e che, in generale, fanno parte di un complesso sistema [9] che le lega all’intelligence militare. In merito alla questione israelo-palestinese, Google aveva addirittura fatto arrestare i propri dipendenti [10] che si erano riuniti nel movimento No Tech for Apartheid, in protesta contro le commesse siglate dall’azienda con Israele.
Insomma, oltre a soddisfare i propri interessi economici, la mossa di Google soddisfa anche gli interessi di Israele e pone sempre di più la società tecnologica dalla parte dello Stato sionista. Certamente si trova in buona compagnia delle sorelle del Big Tech della Silicon Valley, in un intreccio sempre più fitto che coinvolge le agenzie e le unità di intelligence militare e i gruppi privati del settore tecnologico.