sabato 12 Aprile 2025

La maggioranza approva la mozione per riarmare l’Italia senza mai nominare il riarmo

La Camera dei deputati ha approvato la mozione della maggioranza sul Piano di riamo europeo con 114 sì. C’è, però, un grande paradosso: il testo non cita mai il piano ReArmEurope di Ursula von der Leyen, che ha già ottenuto il via libera di Consiglio e Parlamento Europeo, evitando addirittura il termine «riarmo». Frutto di mediazione tra i partiti di centro-destra, il testo sostiene l’urgenza di un rafforzamento militare e l’appoggio all’Ucraina nella cornice del conflitto con la Russia. Dure le critiche delle opposizioni – sia dell’ala più progressista del Parlamento, contraria al piano, sia dei centristi, che sono invece fortemente favorevoli – le quali hanno denunciato il mancato rispetto del tema all’ordine del giorno, parlando di «una presa in giro».

Effettivamente, l’ordine del giorno della seduta di ieri, giovedì 10 aprile, era molto chiaro: “Mozioni in ordine al piano di riarmo europeo”, ovvero il programma con cui la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen intende aumentare la spesa per la difesa dei Paesi membri di almeno 800 miliardi di euro. Eppure, la parola «riarmo» è scomparsa dalla mozione di maggioranza. Nel testo approvato dalla Camera si legge che «il contesto internazionale attuale richiede un rafforzamento della capacità di difesa e deterrenza dell’Italia e dei suoi alleati, nell’ambito di un sistema multilaterale fondato sul rispetto del diritto internazionale e della sovranità degli Stati» e che «la partecipazione dell’Italia alle alleanze internazionali, con particolare riferimento all’Alleanza Atlantica (Nato), costituisce un pilastro della politica estera e di sicurezza nazionale», impegnando il nostro Paese «al rispetto degli obblighi derivanti, anche in termini di investimenti e sviluppo di capacità».

Date le premesse, il testo impegna il governo a «proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare, secondo i compiti stabiliti dall’ordinamento, a salvaguardia delle libere istituzioni, della democrazia, dell’integrità e della sicurezza dei cittadini e del territorio nazionale, come presupposto per l’esercizio universale dei diritti fondamentali», nonché a «confermare gli impegni assunti dall’Italia negli ultimi dieci anni, nelle alleanze internazionali di cui fa parte, in particolare in ambito Nato, rispettando i requisiti di investimento e di sviluppo delle capacità necessarie a garantire all’Alleanza una postura credibile e una reale deterrenza». Si legge inoltre che l’esecutivo dovrà «operare, in ogni sede internazionale e con ogni strumento diplomatico, affinché si giunga nel più breve tempo possibile a un cessate il fuoco e a una pace duratura sul territorio ucraino», ma contestualmente lo si impegna a «continuare, nel rispetto degli indirizzi del Parlamento, a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario». La mozione chiede al governo di favorire, dopo un’eventuale tregua, «la costituzione di una forza multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite, subordinata a una deliberazione del Consiglio di sicurezza, al fine di garantire un processo di pace stabile, condiviso ed irreversibile».

E se il governo sulla questione russo-ucraina appare frastagliato – come dimostra il compromesso al ribasso sfociato in questo testo – l’opposizione va in ordine sparso. Le forze di minoranza hanno presentato sei differenti mozioni, tutte bocciate dall’aula di Montecitorio. I più ostili al “ReArm” si dimostrano il M5S e AVS, che invitano il governo a «non proseguire nel sostegno al piano di riarmo europeo», concentrandosi invece su sanità, welfare e incentivi all’occupazione. Il PD non ha espresso un no lapidario al piano, ma ha invitato l’esecutivo a lavorare a una sua «radicale revisione» per «assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali», riaffermando «la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa contro l’Ucraina». Favorevole al riarmo +Europa, che chiede al governo di attivarsi nelle sedi opportune «affinché le risorse messe in campo siano orientate fin da subito alla realizzazione di una difesa comune europea». Dice sì al riarmo anche Italia Viva, che chiede all’esecutivo di «favorire le sinergie industriali europee verso lo sviluppo di piattaforme militari comuni». Ok al riarmo anche da Azione, che invita il governo a «cooperare con gli altri Paesi europei “volenterosi” e con il Regno Unito» affinché «le forniture di munizioni di artiglieria di grosso calibro e di missili, che l’ultimo Consiglio europeo ha individuato come necessarie per corrispondere alle pressanti esigenze militari dell’Ucraina, siano assicurate tempestivamente alle forze di difesa ucraine».

Su un unico punto convergono le opposizioni: il fatto che la maggioranza abbia scelto di non nominare il riarmo all’interno della mozione è la prova lampante delle tensioni covate al suo interno sul tema del riarmo e del conflitto russo-ucraino. Secondo M5S e AVS è un «insulto al Parlamento» e «una presa in giro», mentre Italia Viva parla di un «gioco delle tre carte» e della recita di «più parti in commedia» interno al centro-destra e al governo Meloni.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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1 commento

  1. Dopo migliaia di anni sotto la Papato Monarchia assoluta, in cui è proibito anche masturbarsi o accoppiarsi col coniuge senza seguire le sue regole😂💩, il popolo Italiano è il popolo più Fascista del Mondo e quello Germanico il più Nazista, inutile nasconderlo.

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