Sabato 12 aprile, a Milano, si è tenuta la manifestazione nazionale per la Palestina. A meta quasi raggiunta, la situazione è degenerata in una carica della polizia che ha portato all’arresto di 7 persone, che sono tornate a casa con denunce per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, oltre che con fogli di via. Degli “scontri” si è parlato tanto, come tanto si è parlato delle scritte sui muri e delle vetrine danneggiate, ignorando completamente il fatto che andava realmente riportato: dopo oltre un anno di continue mobilitazioni, decine di migliaia di persone si sono trovate nuovamente a manifestare contro un genocidio che sta avvenendo sotto gli occhi del mondo, con il beneplacito del governo italiano. Gli stessi “scontri” che hanno monopolizzato i titoli di giornale, inoltre, sono stati raccontati in maniera faziosa e parziale. Noi de L’Indipendente eravamo presenti, e dopo esserci presi qualche manganellata possiamo raccontare cos’è successo davvero.
Le cariche della polizia sono iniziate dopo una lunga marcia pacifica, all’imbocco di Piazza Baiamonti. La fine della via che si immette nel piazzale è una strada a un’unica carreggiata attraversata su entrambe le corsie da binari del tram. Sulla sinistra risulta chiusa dagli edifici e sulla destra inizia ad aprirsi al piazzale. Poco più avanti, è presente un’isola di traffico che apre la piazza anche a sinistra. Le forze dell’ordine erano schierate sul lato destro del piazzale e, dopo l’isola di traffico, a sinistra. Subito dopo avere imboccato la Piazza, ho notato che le forze dell’ordine stavano preparandosi alla carica. Mi sono così messo a debita distanza, sul lato sinistro del piazzale, per osservare cosa succedesse. Quando l’isola di traffico è stata raggiunta da uno striscione attribuito ai soliti non meglio identificati “gruppi antagonisti”, dietro cui si trovavano solo persone intente a camminare, la polizia ha chiuso a uncino il corteo, spaccandolo a metà e caricando i manifestanti. Le forze dell’ordine hanno provato ad arrestare arbitrariamente alcuni dei presenti, sventolando gli sfollagente alla cieca. Nel frattempo, il cordone parallelo a quello che ha iniziato le cariche ha iniziato a spingere i manifestanti con gli scudi, e colpito la gente, me compreso, con calci e manganellate.
Dopo le cariche, la polizia ha chiuso in una morsa i manifestanti e si è creata una situazione caotica che vedeva da una parte schierate le forze dell’ordine e dall’altra la maggior parte dei manifestanti. A quel punto, la polizia ha iniziato a prelevare in maniera arbitraria e violenta alcuni dei presenti. Osservando questa scena, sono intervenuto in soccorso di un ragazzo accerchiato da sei agenti intenti a malmenarlo. L’assoluta casualità con cui sono state raccattate le persone da portare in Questura risulta evidente dal fatto che anche io sono stato fermato, e che sono riuscito a “liberarmi” solo spiegando la mia posizione e affermando di essere finito in mezzo alla ressa per assicurarmi che nessuno si facesse male. Quelli che i giornali di tutta Italia hanno definito “scontri” non sono stati altro che cariche ingiustificate e premeditate delle forze dell’ordine, portate avanti al solo fine di dividere il corteo in “buoni” e “cattivi” e arrestare alcuni manifestanti per la loro presunta sigla di appartenenza. Un’azione tanto pensata, quanto male eseguita, considerando la totale inefficienza nel fermare i presenti. Essa, tuttavia, arriva giusto all’indomani dell’entrata in vigore del DL Sicurezza, giustificandone agli occhi del pubblico l’insieme di misure repressive e liberticide.
Se questa narrazione del DL e dei fatti di sabato è possibile è anche grazie ai titoli di giornale che piuttosto che parlare del vero scopo della manifestazione hanno preferito isolare qualche caso di imbrattamento non attribuibile a nessuno e demonizzare i manifestanti scaricando su di loro le responsabilità delle violenze della polizia. Sabato si manifestava per denunciare i soprusi israeliani e il coinvolgimento delle istituzioni italiane nel genocidio del popolo palestinese. Tra le persone a cui la piazza del 12 aprile intendeva dare voce, c’erano anche gli oltre 210 giornalisti uccisi mentre facevano il loro lavoro. Questo non si limita a fungere da spettatore terzo delle violenze, ma significa svolgere un ruolo cruciale nella difesa dei diritti delle persone che quelle violenze le subiscono. Se (su scala minore) gli operatori dei media presenti in Piazza Baiamonti avessero fatto quello che fanno quotidianamente i giornalisti palestinesi e avessero sfruttato la loro posizione di oggettivo privilegio per evitare che la situazione degenerasse, probabilmente oggi i giornali parlerebbero di Palestina e di non di scritte sui muri.
Grazie D.L. per l’articolo interessante e necessario.
Il disastro sembra comunque peggiorare. All’incredibile genocidio dei palestinesi si sommano le complicità degli stati europei ed occidentali, che vedono nel riarmo una possibile strada per risollevare l’industria con “prodotti” di consumo immediato. Occidente che al momento utilizza il popolo ucraino (ed anche russo) come carne da cannone. L’ORRORE è indicibile.
Bellissime manifestazioni danno alcuni minuti di sollievo per il diffondersi di una nuova, crescente consapevolezza.
Ma per le altre 23 ore e quarantacinque che fare? Come si possono sopportare queste atrocità?
Cosa si può proporre? Si chiede l’essere umano.
Una possibilità sarebbe quella di smettere di lavorare (ad esempio alle 11) ed andare in strada.. (i palestinesi sono per strada, e sotto le bombe)
il primo giorno, per 15 minuti.
il giorno dopo 20′
poi 25′
poi 30′
TUTTI
dopo una settima, 1ora… e continuare…
Vorrei vedere se qualche fazione non comincerebbe a strumentalizzare l’azione
e poi, se i non-fascisti al governo… o in parlamento non comincerebbero a meditare…
IO lo faccio !
I poliziotti, bene o male, fanno il loro dovere: obbedire. La responsabilità è del questore, del prefetto e del governo di merda che stiamo tollerando, che mette contro cittadini manifestanti con cittadini poliziotti. I violenti ci sono da ambo le parti, dovunque e da sempre. Aumentare la partecipazione, aumentare il pacifismo.
i DL che inventano gli assalti dei cittadini …perchè devo mantenere queste divise che preferiscono attaccare …facciano loro la guerra…i figli e parenti dei politici devono andare in prima linea..dobbiamo spruzzare benzina a chi ci assale accendendo una torcia
Mi sembra evidente che sia un piano organizzato per non dare risalto mediatico allo scopo del corteo e giustificare allo stesso tempo “la necessità” di questo DL sicurezza. Non parlare dello sterminio dei palestinesi, della distribuzione dell’ultimo ospedale presente nel territorio, e oriente l’opinione pubblica sulla guerra in Ucraina alla quale i nostri giornalai sembrano molto più interessati
Che desolazione…
Pezzi di merda. Per essere orgogliosi di far parte di questo paese, oggi come oggi, bisogna essere stupidi o in malafede.
Purtroppo storia vergognosa per una Italia che più si va avanti e più diventa succube. Chi dice di rappresentarci (I politici in genere) sono semplicemente dei succubi di altre cose . . . meglio fermarsi qui!
Purtroppo oltre a manifestare e diffondere notizie vere cosa si può proporre?