Non solo cariche e manganellate sui manifestanti raccontate dai media in modo arbitrario e parziale, come abbiamo dimostrato in un articolo pubblicato ieri su L’Indipendente. Ora emerge che, tra gli agenti che sabato scorso hanno caricato i manifestanti al corteo per la Palestina di Milano ce n’era anche almeno uno che indossava una felpa infarcita di simboli neonazisti. Le riprese, rilanciate dal portale di movimento Osservatorio Repressione, mostrano infatti un poliziotto con un giubbino nero in cui si legge la scritta “Narodowa Duma” (“Orgoglio Nazionale”), slogan legato a un gruppo neonazista polacco. Un altro agente indossava una felpa con un toro stilizzato, che alcuni associano agli ultras di estrema destra e militanti neonazisti polacchi “Teschi dell’Aquila”, altri a una palestra di Milano. La Digos, dopo avere acquisito le immagini, ha comunicato di avere identificato entrambi i poliziotti coinvolti.
La questura della città meneghina sta approfondendo la questione, visionando il materiale. Se l’agente con la felpa recante il simbolo del toro ha affermato di avere ottenuto l’indumento da una palestra da lui frequentata a Paderno Dugnano, il poliziotto con il giubbino con la scritta “Narodowa Duma” – rispetto a cui ci sono invece pochi dubbi – ha provato a difendersi sostenendo di non essersi reso conto del significato politico di quella frase. Lo avrebbe detto ai colleghi che lo hanno identificato, aggiungendo che avrebbe comprato quel capo mentre si trovava in Polonia per visitare i campi di concentramento nazisti della Shoah. La questura sta valutando per il poliziotto provvedimenti per potenziali responsabilità disciplinari, chiarendo che l’uomo non era autorizzato a indossare quel giubbino durante il servizio. L’agente è in servizio presso un commissariato del capoluogo lombardo e non ha specifiche competenze in materia di ordine pubblico. Con tutta probabilità, al centro del procedimento – che non dovrebbe sfociare in una sospensione o in un trasferimento – ci sarà l’ipotesi di lesione al prestigio dell’amministrazione. Sulla vicenda si muove anche la politica: Angelo Bonelli, coportavoce nazionale di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, ha annunciato che indirizzerà un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Voglio sapere se ritiene normale che un agente delle forze dell’ordine possa indossare, durante il servizio, una giacca non prevista dall’uniforme ufficiale, per di più con simboli chiaramente riconducibili all’estrema destra internazionale – ha dichiarato il deputato -. È inaccettabile che chi rappresenta lo Stato sul campo, durante operazioni di ordine pubblico, possa lanciare un messaggio ideologico così pericoloso».
La manifestazione nazionale per la Palestina in cui erano presenti i due agenti che ora sono sotto l’occhio della Digos è andata in scena sabato scorso. Quando il corteo, dopo una lunga marcia pacifica, aveva quasi raggiunto la sua meta, la situazione è degenerata in una carica della polizia che ha portato all’arresto di 7 persone, che sono tornate a casa con denunce per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, oltre che con fogli di via. Quando l’isola di traffico che apre Piazza Baiamonti è stata raggiunta da uno striscione attribuito ai soliti non meglio identificati “gruppi antagonisti”, dietro cui si trovavano solo persone intente a camminare, la polizia ha chiuso a uncino il corteo, spaccandolo a metà e caricando i manifestanti. Le forze dell’ordine hanno provato ad arrestare arbitrariamente alcuni dei presenti, sventolando gli sfollagente alla cieca. Nel frattempo, il cordone parallelo a quello che ha iniziato le cariche ha iniziato a spingere i manifestanti con gli scudi, e colpito la gente con calci e manganellate, per poi iniziare a prelevare in maniera violenta alcuni dei presenti.
Anche quando ci sono stai gli arresti dei manifestanti in Romania per la questione del presidente eletto, le forze di polizia erano straniere