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PD, M5S e AVS hanno presentato una mozione per il riconoscimento della Palestina

Il campo progressista si ricompatta sul conflitto israelo-palestinese, presentando una mozione unitaria sui massacri in atto a Gaza. Lo hanno annunciato martedì in conferenza stampa la leader del PD Elly Schlein, il presidente del M5S Giuseppe Conte e i leader di AVS Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, chiedendo al governo di riconoscere lo Stato di Palestina e impegnarsi per il cessate il fuoco nella Striscia, nonché a promuovere sanzioni contro Israele per le ripetute violazioni del diritto internazionale e a sospendere le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato Ebraico. I leader firmatari hanno chiesto anche alle altre forze politiche di unirsi a loro per una «iniziativa doverosa», dal momento che a Gaza si sta verificando «un crimine contro l’umanità» e in ballo ci sono i «diritti di donne, bambini e di un intero popolo».

Nello specifico, il testo della mozione impegna [1] il governo a «riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele», con l’obiettivo di «preservare nell’ambito del rilancio del Processo di Pace la prospettiva dei “due popoli, due Stati”», oltre a promuovere «il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele». Si invita inoltre l’esecutivo a sostenere in ogni sede internazionale e multilaterale qualsiasi iniziativa «volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah», nonché «il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario». Si richiede poi di sostenere il cosiddetto “Piano Arabo” «per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza anche alla luce del favore di larga parte della comunità internazionale, assicurando il pieno coinvolgimento delle forze democratiche e della società civile palestinese».

Inoltre, la mozione invita il governo a «sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023» e a «provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele», ma anche «a sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania» e a «esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, richiedendo che lo Stato di Israele cessi ogni operazione militare, l’occupazione militare illegale di tali territori e l’illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani». In ultimo, si richiede di «proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del Governo di Israele, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione EU-Israel», a «dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale» e a «sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte Penale Internazionale», mettendo in atto «ogni iniziativa politica e diplomatica per scongiurare attacchi alla sua operatività e ribadire la necessità della Corte come strumento cardine della giustizia internazionale».

In conferenza stampa [2], Elly Schlein ha parlato della mozione come di un’iniziativa atta a «riaccendere i fari su Gaza, che è ripiombata nel silenzio», presentando uno scenario di morte rispetto a cui «non si può tacere». «È necessario tenere accesi i riflettori di tutta la comunità politica italiana e internazionale – ha dichiarato il presidente del M5S Giuseppe Conte –. Quello che accade a Gaza è un crimine contro umanità. Non è un effetto collaterale di un’azione di guerra ma è un sistematico sterminio». «A Gaza non c’è più nulla: mentre scrivevamo questa mozione, arrivava la notizia dell’attacco all’ultimo ospedale funzionante – ha detto Nicola Fratoianni -. Basta silenzi e parole di circostanza». Gli ha fatto eco Angelo Bonelli, che ha chiesto «una risposta forte, anche con un’iniziativa europea».

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.