martedì 22 Aprile 2025

In tutta la Francia si stanno verificando attacchi armati contro le carceri

Da circa una settimana gli agenti penitenziari e numerosi centri di detenzione in Francia sono stati presi di mira da un’ondata di attacchi anonimi. I più recenti sono avvenuti nella notte tra ieri e oggi, martedì 22 aprile, nei pressi di un carcere situato in Normandia, dove è stata incendiata una vettura. Quello di questa notte segue una serie di episodi violenti, alcuni dei quali con armi da fuoco, registrati nell’arco di tutta la scorsa settimana in varie strutture carcerarie del Paese. Le indagini sugli attacchi sono state affidate alla procura nazionale per l’antiterrorismo, che tuttavia non ha ancora reso note ipotesi circa i possibili autori. Secondo le autorità, dietro questa ondata senza precedenti potrebbero esserci gruppi criminali legati al narcotraffico, che avrebbero agito in risposta alla riforma del sistema penitenziario annunciata dal governo; non si esclude, tuttavia, il coinvolgimento di attori stranieri o di gruppi riconducibili all’estrema sinistra.

L’ultimo attacco alle carceri francesi è avvenuto verso le 3 del mattino di oggi, presso la struttura di Caen, dove è stato incendiato un veicolo parcheggiato. L’incendio si è propagato rapidamente, distruggendo in totale cinque veicoli amministrativi. Precedentemente, nella notte tra domenica e lunedì, sono stati registrati altri tre episodi, tutti nell’area attorno a Lione. Nei pressi della prigione di Villefranche-sur-Saône, a nord di Lione, un’auto di un agente è stata bruciata. Anche nel parcheggio del carcere di Corbas, a sud di Lione, due macchine sono state incendiate, mentre altre due vetture sono state danneggiate. Sempre a sud, nel comune di Villefontaine, invece, è stato dato fuoco alla porta di una casa, che è stata poi segnata con la scritta DDPF, sigla che sta per Droits des prisonniers français (Diritti dei carcerati francesi). L’abitazione oggetto dell’attacco si trovava vicino alla casa di un agente penitenziario, tanto che secondo il sindacato FO Justice gli attentatori si sarebbero sbagliati e avrebbero preso erroneamente di mira la casa del vicino.

Gli episodi di ieri e oggi hanno seguito i diversi attacchi verificatisi nel corso della settimana passata. Nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 aprile, nel carcere di Réau (nella regione dell’Île-de-France) e alla Scuola nazionale di amministrazione penitenziaria di Agen (in Nuova Aquitania), sono state incendiate 7 macchine. Tra lunedì e martedì, sono stati appiccati analoghi incendi nelle carceri di Aix-en-Provence, Marsiglia, Valence, Nîmes, Villepinte e Nanterre, mentre a Tolone sono stati sparati 15 colpi di arma da fuoco verso il portone d’ingresso del carcere. Le indagini sugli attacchi sono state affidate all’antiterrorismo, ma per ora, a parte qualche segnalazione, non sembrano aver portato davvero a qualcosa. Il ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha parlato di «attacchi terroristici» e ipotizza che dietro gli attentati ci siano grosse firme del narcotraffico, che intendono fermare la riforma del sistema penitenziario che, tra le altre cose, prevederebbe il trasferimento di alcuni dei maggiori leader della criminalità organizzata in due strutture di alta sicurezza. I quotidiani francesi, invece, non escludono l’opzione degli “anarchici”, attribuendo ai gruppi di estrema sinistra lo slogan DDPF che è comparso su muri e macchine oggetto di alcuni degli attacchi.

Avatar photo

Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti