A seguito della morte [1] di papa Francesco, avvenuta lunedì nelle prime ore del mattino, il governo Meloni ha decretato, in sede di Consiglio dei ministri, cinque giorni di lutto nazionale, il periodo più lungo mai deliberato. A partire dalla giornata di ieri, 22 aprile, fino al 26 aprile, giorno in cui si terranno i funerali, il governo invita [2] dunque a «svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza». Inclusa, dunque, la festa della Liberazione dal fascismo del 25 aprile, che celebra quest’anno il suo 80° anniversario. La decisione è stata confermata da una dichiarazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, che ha dichiarato che le cerimonie saranno consentite «con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno».
Seppure non si tratti di una decisione inconsueta, mai prima d’ora erano stati decretati tanti giorni di lutto per la morte di un papa. Quando, il 2 aprile 2005, morì papa Giovanni Paolo II, il governo decretò tre giorni di lutto, nonostante i funerali si fossero celebrati una settimana dopo la sua morte. Un periodo di lutto nazionale già significativamente più lungo dei precedenti – per papa Benedetto XVI, dimessosi nel 2013 e deceduto successivamente con la carica di papa emerito, non fu celebrato alcun giorno di lutto. La decisione ha immediatamente scatenato un’ondata di critiche da parte delle opposizioni, con dichiarazioni quali quelle di Nicola Fratoianni, che ha definito [3] il governo Meloni «allergico alla festa della Liberazione e all’antifascismo», e Angelo Bonelli che ha commentato quanto deciso come «imbarazzante» (nessun commento è al momento pervenuto da parte di PD e Schlein). Il presidente dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) ha definito [4] «scandalosa» la decisione del governo, commentando che in questo modo «si strumentalizza un lutto vero». Più tiepida la reazione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), che in una nota ha confermato [5] tutte le iniziative in programma per il 25 aprile, pur specificando che «si svolgeranno ovviamente in piena civiltà e senso di responsabilità e nel dovuto rispetto della giornata di lutto».
Non è la prima volta che il governo Meloni è oggetto di critiche per l’atteggiamento rivolto nei confronti della festa della Liberazione – a partire da quando, nel 2023, il presidente del Senato Ignazio La Russa dichiarò che «non c’è alcun riferimento alla parola antifascismo» nella nostra Costituzione. Un comunicato della presidenza del Consiglio dei ministri ha comunque riferito [6] che Giorgia Meloni quest’anno prenderà parte alla celebrazione presso l’Altare della Patria, insieme al capo di Stato. Il viaggio in Uzbekistan, precedentemente in programa per il 25 e 26 aprile, è stato rimandato [7]. Per poter partecipare ai funerali del Papa, s’intende.