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La Corea del Nord ha confermato per la prima volta di aver inviato soldati in Russia

La Commissione Militare Centrale della Corea del Nord ha confermato per la prima volta che il Paese ha mandato le proprie truppe in Russia per sostenere la Federazione nelle operazioni di ripresa del Kursk. La notizia arriva dall’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana, la KCNA [1], che celebra il presunto successo del dispiegamento coreano in Russia. L’agenzia riprende le parole di Kim Jong-Un, citate anche dall’agenzia di stampa russa TASS [2]. Tanto la Russia quanto la Corea sostengono di aver terminato le operazioni per riprendere il Kursk, regione russa di frontiera dove lo scorso agosto le forze ucraine avevano lanciato un’incursione, arrivando a controllare un’area di oltre un migliaio di chilometri quadrati. L’Ucraina, dal canto suo, sostiene di essere ancora presente sul territorio e di aver catturato un intero gruppo di soldati russi.

Il comunicato uscito su KCNA conferma le voci che circolano da mesi circa la presenza dei soldati nordcoreani in Russia. Sebbene l’agenzia di stampa di Pyongyang non fornisca alcun dettaglio sul dispiegamento delle truppe del Paese nel territorio russo, infatti, il breve articolo dell’agenzia di controllo statale costituisce la prima testimonianza diretta da parte della Corea del Nord del proprio coinvolgimento militare nel conflitto russo-ucraino. Il comunicato si limita a riportare le parole della Commissione Militare Centrale, che celebrano l’esito dell’operazione militare nel Kursk: «Le operazioni di liberazione della zona di Kursk per respingere l’avventurosa invasione della Federazione Russa da parte delle autorità ucraine si sono concluse vittoriosamente», si legge su KCNA. «Grazie alla preziosa vittoria riportata dagli eserciti della RPDC e della Russia, è giunta al termine l’occupazione della zona di Kursk da parte dell’esercito ucraino, durata quasi nove mesi».

La Corea del Nord, si legge su KCNA, ha inviato i propri soldati in Russia invocando l’articolo 4 del trattato di partenariato strategico globale concluso tra i due Paesi e ratificato [3] lo scorso novembre. Dopo l’uscita dei comunicati nordcoreani, Putin [4] ha ringraziato il Paese alleato per il proprio sostegno e confermato che le truppe russe hanno ricevuto l’aiuto di quelle nordcoreane sulla base dell’articolo 4 del trattato. La notizia del coinvolgimento nordcoreano arriva due giorni dopo l’annuncio del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe, il Generale Valerij Gerasimov, che ha dichiarato la fine della «operazione per liberare la regione di Kursk dalle forze ucraine che l’avevano invasa nell’agosto 2024». L’Ucraina, tuttavia, ha smentito [5] di essere stata cacciata dalla regione. «Mentre il Capo di Stato Maggiore dell’URSS Gerasimov riferisce sulla “liberazione” della regione di Kursk dalle Forze di sicurezza e difesa dell’Ucraina», si legge in un comunicato delle Forze per le operazioni speciali delle Forze armate dell’Ucraina, «gli operatori del 73° Centro delle Forze per operazioni speciali delle Forze armate dell’Ucraina continuano a svolgere con successo i compiti in quest’area». L’altro ieri, sabato 26 aprile, proprio in parallelo all’annuncio di Gerasimov, un gruppo di soldati ucraini presenti nel Kursk avrebbe «annientato un intero gruppo di soldati dell’810° Brigata dei Marines nemica durante delle operazioni speciali». La Russia non ha rilasciato notizie su tale presunto attacco.

Come accaduto spesso in questi tre anni di guerra, viste le dichiarazioni contraddittorie di Russia e Ucraina, non è possibile sapere con certezza quale sia veramente l’attuale situazione sul campo. Risulta tuttavia sicuro che la porzione di Kursk controllata dall’Ucraina, laddove Kiev avesse ragione, è ormai minima. Lo scorso 16 marzo, data dell’ultimo aggiornamento, l’Ucraina era in possesso di un’area di appena 110 chilometri quadrati, mentre ad oggi, secondo analisti [6] ripresi da giornali ucraini [7], Kiev avrebbe il controllo solo di alcune posizioni nei centri di Gornal e Oleshnya, entrambi situati al confine con la Russia. L’offensiva nel Kursk [8] era stata lanciata lo scorso agosto, quando le truppe ucraine erano riuscite a penetrare nel territorio russo, spingendosi fino a un centinaio di chilometri di profondità. Al momento della sua massima espansione nel Kursk, l’Ucraina controllava un’area di circa 1.400 chilometri quadrati.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.