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March to Gaza: a piedi fino in Palestina per la fine dell’assedio

Dalla Francia al mondo intero: migliaia di cittadini stanno aderendo alla “March to Gaza”, una mobilitazione globale per chiedere la fine dell’assedio alla Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. L’iniziativa, nata spontaneamente e organizzata tramite un gruppo Telegram, punta a raggiungere a piedi il valico di Rafah per forzare l’apertura della frontiera e permettere l’ingresso degli aiuti umanitari. In una lettera aperta indirizzata alle ambasciate di Egitto e Israele, i promotori denunciano l’inazione dei governi e annunciano che, se necessario, proseguiranno la marcia fino alla Cisgiordania. L’appello, rilanciato sui social e inviato ai media internazionali, chiama all’azione cittadini di ogni provenienza, cultura e religione in supporto al popolo palestinese.

Questo il testo completo della lettera, firmata dai cittadini del collettivo “Marcia verso Gaza” e indirizzata alle ambasciate del Cairo e di Tel Aviv:

«Noi, cittadini francesi e cittadini del mondo, donne e uomini liberi, provenienti da molteplici paesi, religioni, lingue e culture, vi scriviamo per annunciarvi che il popolo si solleva. Di fronte all’inazione dei governi, di fronte alla sofferenza insostenibile del popolo palestinese, di fronte al blocco disumano imposto a Gaza, migliaia di persone, ovunque nel mondo, si organizzano per una marcia senza precedenti.

Una Marcia verso Gaza. Marciamo per la vita. Marciamo per la dignità. Marceremo fino al terminal di Rafah, con un solo obiettivo: aprire la frontiera, far entrare gli aiuti umanitari ed esigere la fine dell’assedio. Questo movimento, inizialmente simbolico, diventa concreto. Delegazioni cittadine sono in corso di organizzazione in diversi paesi. Interi gruppi si preparano a raggiungere la frontiera egiziana di Rafah nelle prossime settimane. Se non reagite, noi arriveremo. E se dovremo andare oltre, andremo fino in Cisgiordania, fino alle terre dove la colonizzazione illegale si estende ogni giorno. Non porteremo armi: porteremo le nostre voci. Ma siate certi che non ci fermeremo.

Non vogliamo la guerra. Vogliamo la pace. Ma poiché i nostri dirigenti non fanno il loro dovere, noi, il popolo, ci assumeremo le nostre responsabilità. Speriamo che questa mobilitazione susciti un sussulto di coscienza. Speriamo che ascoltiate questo appello e scegliate di non ostacolare la volontà dei popoli liberi. Questa lettera è indirizzata a voi, ma sarà anche diffusa sui social network, nella stampa, in tutte le lingue possibili. La Storia si scrive ora, e vogliamo stare dalla parte giusta. Aprite la frontiera. Liberate Gaza. La pace è ancora possibile».

Chi desidera seguire da vicino l’organizzazione italiana della marcia può unirsi al gruppo Telegram dedicato (qui il link [1]) e restare aggiornato attraverso i profili social ufficiali: su Instagram l’iniziativa è consultabile sull’account @mtg_international_italia [2], mentre su TikTok l’indirizzo è @march.to.gaza_italia [3].

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.