venerdì 22 Novembre 2024

Mezzo milione di italiani ha smesso di guardare i telegiornali nell’ultimo anno

Nel 2023, si è verificato un vertiginoso crollo degli spettatori dei telegiornali italiani. I dati riferiti alla media dello share dei principali notiziari nel corso dell’anno che si è appena chiuso parlano chiaro: a registrare il flop più clamoroso sono i notiziari delle reti Rai – principalmente Rai 1 e Rai 2 – con -578mila spettatori. Va molto male anche ai tg delle reti Mediaset, che hanno complessivamente perso 238mila persone. L’unica emittente a guadagnare spettatori per il suo telegiornale è La7, che però si ferma solo a +4mila persone. E questo è solo l’ennesimo indicatore che dimostra come la maggior parte degli italiani, per informarsi, abbiano ormai abbandonato le modalità tradizionali, cercando invece canali alternativi a quelli mainstream.

Nello specifico, a sprofondare a livello di ascolti è stato, più di ogni altro, il Tg1. Nell’edizione delle 20, il telegiornale di Gian Marco Chiocci – che rimane, comunque, il più visto -, ha perso lo 0,5% di share e ben 336mila spettatori. Situazione simile per il Tg2, che ha perso mezzo punto di share e 160mila teste. Perdono rispettivamente 82mila e 68mila spettatori il Tg3 e i Tg Regionali, che riescono però a guadagnare lo 0,4% di share. In caduta libera anche il Tg5 di Clemente Mimun, che nell’edizione delle 20 ha perso lo 0,4% di share e ben 149mila persone. Non variano invece in maniera significativa i dati di Studio Aperto, tg di Italia Uno, che segna un +0,1% di share, e del Tg4, che scende degli stessi punti percentuale. Il TgLa7, notiziario di Enrico Mentana – l’unico a sorridere -, approfittando della disfatta delle reti del servizio pubblico e di quelle di Mediaset, segna invece un +0,3%, raggiungendo al 5,8% di share il Tg2.

Il crollo degli ascolti dei telegiornali italiani va di pari passo con quello degli introiti della stampa mainstream, che, specie nel settore del cartaceo, nel 2023 – ma la tendenza è ben visibile da tempo – hanno registrato un brusco calo. I dati, inerenti il primo semestre dello scorso anno, hanno infatti attestato che le copie vendute nel giorno medio sono state 1,49 milioni (cartaceo + digitale). Nei primi sei mesi del 2022 erano 1,60 milioni e, nella stessa fase del 2021, 1,74 milioni. La flessione registratasi nella prima metà del 2023 è di 112mila copie rispetto al 2022 (-7%) e di 248mila sul 2021 (-14,3%). Nello specifico, il canale che incide di più in questo decremento è quello delle edicole, che rappresenta il 70% del totale. In questo settore, si è registrato un calo di 117mila copie rispetto al 2022 (-10%) e di ben 244mila copie sul 2021 (-18,8%). Gli italiani non si muovono più per acquistare giornali di carta: 2.700 edicole sono scomparse in 4 anni, sparendo dal 25% dei comuni italiani. E ora i cittadini danno l’ultimo schiaffo all’informazione mainstream, abbandonano anche quello che, fino a poco tempo fa, era considerato l’“appuntamento fisso” con i tg della sera.

[di Stefano Baudino]

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8 Commenti

  1. Tornare a un giornalismo di informazione punto. E anche coltivare un po di sani propositi sulle cose belle, amore , famiglia , bambini liberi di vivere la propria infanzia nei cortili, invece che davanti a una TV che spara solo idiozie senza capo ne coda. Oggi si vive nel terrore di fare e dire qualunque cosa che potrebbe finire nel tritacarne dell’informazione colpevolista per ogni virgola o espresione non stabilita. Inviterei tanti giornalisti a fare una bella riflessione sul modo di proporre le notizie coi titoloni solo per far leggere articoli che il più delle volte non dicono niente. La gente comincia a essere esasperata e dribla.

  2. Stando a quella che è oggi l’informazione chi ha voglia dopo una giornata di lavoro di sorbirsi sempre le solite solfe di destra e sinistra e disgrazie varie scarnificate all’esasperazione a limite dei film orror e il ripetere sempre le stesse identiche frasi per ogni delitto o fatto criminale quasi come uno sposonsor che fa marketing. Mi viene persino da pensare che siano su commisione per tutti i programmi che poi ci girano intorno

  3. Ma perché mai qualcuno deve pagare con abbonamento o sorbendosi pubblicità sempre più cretine, per farsi indottrinare?
    Altro che diminuzione di ascolti occorrerebbe l’aumento delle manifestazioni anti Guerra, anti Fascismo e anti Governo.

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