La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha immesso 2,9 tonnellate di spazzatura nell’orbita terrestre. In particolare, tramite un braccio robotico, è stato rilasciato l’accumulo di 48 batterie al nichel-idrogeno sostituite sulla Stazione negli ultimi anni. Si tratta della più grande quantità di spazzatura spaziale mai entrata in orbita. Il materiale – ha chiarito la Nasa – dovrebbe impiegare dai due a quattro anni per rientrare in atmosfera e bruciare. Anche se non si hanno statistiche su quanti residui potrebbero sopravvivere all’impatto e finire quindi sulla Terra.
L’inquinamento di rifiuti nello spazio – space debris – è un problema ormai annoso che richiede la cooperazione delle varie agenzie spaziali. La Inter-Agency Space Debris Coordination Committee, ad esempio, monitora e propone soluzioni per affrontare la questione dei detriti spaziali. Sono migliaia i frammenti grandi più di un centimetro e decine di milioni i resti di satelliti che attualmente orbitano nello spazio. Contribuiscono ad inquinare l’atmosfera terrestre, ma il problema non è solo di natura ambientale. Secondo il fisico Donald J. Kessler si potrebbe verificare uno scenario per cui i detriti intorno alla Terra, entrando in collisione tra loro, generano reazioni a catena che potrebbero provocare un numero esponenziale di collisioni. Questo effetto – che prese il nome di Sindrome di Kessler – potrebbe rendere impossibile percorrere l’orbita bassa della Terra. I detriti che vi orbiterebbero, infatti, potrebbero avere direzioni imprevedibili e velocità potenzialmente letali.
Today’s ROBO team (@ROBO_Seagram @ROBO_Birchnall in @csa_asc & @LeVayNathan in @NASA_Johnson) released the HTV-9 Exposed Pallet with old @Space_Station batteries using #Canadarm2 & magic of orbital mechanics! EP been on ISS for a while. Will burn up in atmosphere in 2-4 yrs! pic.twitter.com/9QhB6jJhVs
— Kam Bahrami (@ROBO_Kam) March 11, 2021