giovedì 21 Novembre 2024

Tutti i palestinesi su un’isola artificiale: la proposta di Israele al Consiglio UE

Lunedì 22 gennaio a Bruxelles si è tenuto un incontro del Consiglio dei Ministri degli Esteri comunitari a cui ha partecipato, tra i vari, anche l’omologo israeliano Israel Katz, il quale ha mostrato il video di un progetto di costruzione di un’isola artificiale, suggerendo, secondo molti dei presenti, di chiudere la questione palestinese una volta per tutte deportandovi la popolazione araba della Striscia. Come naturale, Tel Aviv ha subito smentito le voci, suggerendo che si fosse verificata un’incomprensione e che il Ministro Katz non volesse certo avanzare l’ipotesi di spostare i civili palestinesi sull’isola artificiale. Al contrario, l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri, Josep Borrell, che spesso negli ultimi giorni si è scontrato con il governo israeliano, ha ironizzato sull’accaduto, sostenendo sarcasticamente davanti ai microfoni che si trattasse di una proposta «interessante», ma che con il tema del giorno «non c’entrava niente». L’ipotesi che non si sia trattato di un malinteso risulta insomma piuttosto credibile, viste le testimonianze dei presenti, le parole di Borrell e, soprattutto, i ripetuti piani di deportazione e sostanziale pulizia etnica avanzati da Israele, che continua imperterrita a non considerare l’opzione della costituzione di uno Stato palestinese.

L’incontro tenutosi lunedì aveva in agenda varie questioni, tra cui in primo luogo quella mediorientale, per la quale sono stati coinvolti anche omologhi rappresentanti di Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Lega Araba e Israele, e infine, in una sessione separata, anche il Ministro degli Esteri palestinese. Come annunciato dall’Alto Rappresentante nella conferenza stampa d’apertura, il tema su cui dovevano ruotare i dibattiti era quello dell’urgente questione umanitaria, per la quale l’UE ha chiesto un cessate il fuoco e avanzato un piano per la costituzione di uno Stato palestinese. Di questo si sa ancora poco; pare che sia diviso in circa 10/12 punti, ma come dice lo stesso Borrell propone piuttosto un approccio globale a quella che è una questione particolarmente complessa. Nonostante i temi dell’incontro, il Ministro Katz pare essere andato particolarmente «fuori tema», mostrando ai propri colleghi due video di progetti infrastrutturali apparentemente slegati dai dibattiti del giorno. Il primo riguardava una rete ferroviaria che collega Israele e India, mentre il secondo mostrava un progetto di costruzione di un’isola artificiale al largo delle coste di Gaza sotto controllo della sicurezza israeliana dove instaurare una rete commerciale. Il progetto in verità non è una novità, ma risale al 2017, quando Katz era Ministro dei Trasporti.

Il fatto che il video relativo alla costruzione di un’isola artificiale sia stato mostrato durante una discussione sulla questione palestinese suggerisce un grottesco tentativo di proposta di spostamento di massa del popolo arabo sulla stessa costruzione di fattura israeliana. Anche questa, dopo tutto, non sarebbe una novità, ma ricalcherebbe pienamente le dichiarazioni e i progetti che sono arrivate in questi ultimi mesi da Tel Aviv. Proprio qualche giorno fa, in occasione del piano presentato dal Presidente statunitense Biden che proponeva l’istituzione di un protettorato israeliano in Palestina, Netanyahu ha manifestato una totale chiusura alla possibilità di costituzione di una qualsivoglia entità statale o parastatale palestinese. Negli ultimi mesi, a Tel Aviv è stato inoltre a più riprese discusso un piano per la definitiva pulizia etnica della Striscia, che L’Indipendente ha seguito fin dalla sua elaborazione, e che prevederebbe una vera e propria colonizzazione dei territori palestinesi, preceduta da un forzato esodo di massa della popolazione araba.

Le vere intenzioni del Governo di Netanyahu sono chiare sin dall’inizio del conflitto, e in verità sono sempre state alla luce del Sole. Lo stesso Borrell in questi giorni si è espresso in maniera sempre più dura nei confronti del Premier israeliano, rimarcando come a finanziare e agevolare l’ascesa di Hamas sia stato proprio il Governo di Tel Aviv, con l’intenzione di indebolire le organizzazioni statali palestinesi. Netanyahu non ha mai celato il proprio intento di creare il problema solo per proporne la soluzione; ma la dichiarata volontà di distruggere completamente Hamas, di non «fermare la lotta fino alla totale vittoria», sembra sempre più irrealizzabile, così Israele sta lasciando sempre più spazio alla vera originaria intenzione di occupare da cima a fondo la Terra Santa.

[di Dario Lucisano]

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9 Commenti

  1. L’ipotesi ‘finale’ potrebbe essere la colonizzazione di Marte. Tutti là con vanga e zappa a strappare alla terra marziana il sostentamento. Potrebbero al massimo litigare con i replicanti, posto che ci fossero e accettassero la compagnia di un popolo così attaccbrighe.

  2. Mi sembra interessante l’ipotesi ucraina. Ma potrebbe essere ugualmente valida la proposta di un’ampia isola artificiale nel centro dell’Atlantico, dove mettere gli Israeliti: così non avrebbero confinanti con cui litigare, vantaggio sociale innegabile e sicura promozione della pace mondiale. Forse permettere loro di riunirsi non ha funzionato secondo le intenzioni.

  3. Altra soluzione potrebbe essere di fare spostare la popolazione sionista in Ucraina, da dove molti di loro provengono e dove l’attuale presidente e’ anche uno di loro. Del resto l’Ucraina ha perduto negli ultimi anni oltre 10 milioni di persone, per cui anche l’economia ne soffre. La’ troveranno terre fertili e un ambiente accogliente. Potranno dunque vivere in pace senza i pretendenti palestinesi. Naturalmente questa soluzione andrebbe elaborata e approfondita con il governo ucraino.

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