Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz lo aveva affermato immediatamente: «Israele non cesserà il fuoco, distruggerà Hamas e continuerà a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non tornerà a casa». Infatti, le cronache delle prime ventiquattro ore dopo la risoluzione con la quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto per la prima volta una tregua su Gaza almeno fino al termine del mese sacro del Ramadan, ci raccontano di un altro giorno di ordinaria tragedia umanitaria. Con i bombardamenti israeliani che, forse a voler scenograficamente contestare la decisione del Palazzo di Vetro, sono stati anzi più intensi dei giorni precedenti. Attacchi sono andati avanti tutta la notte sopra Khirbet al-Adas e Ash-Sha’out, due quartieri di Rafah dove si sono rifugiati centinaia di migliaia di civili palestinesi. L’offensiva israeliana ha poi colpito anche il sud del Libano, uccidendo almeno 7 persone secondo quanto riportato da Al Jazeera, e la Cisgiordania occupata, dove i soldati di Tel Aviv hanno ucciso un diciannovenne palestinese a Jenin e altri quattro a Qabatiya.
Come se non bastasse, secondo quanto riportato dalla CNN, almeno 12 palestinesi sono morti annegando nel mare della Striscia di Gaza, mentre cercavano di recuperare pacchi di aiuti umanitari lanciati per via aerea. La brutalità della carneficina su Gaza sta anche in dettagli come questo: esseri umani ormai costretti a rischiare (e perdere) la vita ogni giorno per raggiungere un pacco di farina o di carne in scatola, obbligato a piovere dal cielo perché la barbarie dell’assedio israeliano impedisce a centinaia di camion carichi di aiuti di entrare nella Striscia di Gaza via terra, varcando il valico di Rafah che collega la Striscia all’Egitto.
Il Consiglio di Sicurezza «Chiede un cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan, rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco duraturo e sostenibile, e chiede inoltre il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, oltre a garantire l’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e di altro tipo, e chiede inoltre che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute; sottolinea l’urgente necessità di espandere il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili nell’intera Striscia di Gaza e ribadisce la sua richiesta di eliminare tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, in linea con il diritto umanitario internazionale nonché le risoluzioni 2712 (2023) e 2720 (2023)». Questo il testo approvato dopo lunghe trattative dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il voto favorevole di quattro membri permanenti su cinque (Cina, Francia, Regno Unito e Russia) e con l’astensione decisiva degli Stati Uniti che hanno rinunciato ad esercitare il diritto di veto, come avevano fatto sistematicamente con ogni precedente risoluzione invisa ad Israele.
Le risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono, o meglio sarebbero, vincolanti. L’articolo 25 dello Statuto delle Nazioni Unite prescrive che gli Stati devono «accettare ed eseguire le decisioni del Consiglio di Sicurezza», mentre l’articolo 42 specifica che – nel caso in cui i Paesi si rifiutino di rispettare le risoluzioni – la comunità internazionale può intraprendere «con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale». Perché allora Israele può permettersi di non rispettare la risoluzione? La verità è che la decisione USA di permettere l’approvazione della richiesta di cessate il fuoco pare più dettata dalla necessità tutta politica avvertita dall’amministrazione Biden di dimostrare (agli elettori e ai partner mondiali) che si vuole fare qualcosa più che dalla volontà di agire realmente. Infatti, subito dopo l’approvazione della risoluzione, i rappresentanti di Washington presso il Consiglio di Sicurezza si sono affrettati a definire il testo approvato come «non vincolante». La scappatoia sarebbe contenuta nel fatto che il testo della risoluzione non contiene il consueto verbo decide (decidere), ma si limita ad utilizzare demands (domandare) a proposito del cessate il fuoco. Una interpretazione sulla quale non sono d’accordo Russia e Cina, che hanno specificato che ritengono la risoluzione vincolante. Difficile tuttavia che gli alti diplomatici di tutte le parti coinvolte al Palazzo di Vetro non fossero consci che il verbo utilizzato avrebbe permesso agli Stati Uniti di preparare la scappatoia per Israele. E così, mentre nel palazzo della diplomazia ci si interroga sull’interpretazione da dare al verbo domandare, nella Striscia di Gaza si continua a morire sotto alle bombe israeliane.
[di Andrea Legni]
Cercando lessi che l’Onu sorge su un terreno a NY donato da David Rockefeller o il padre…
Ecco ho detto tutto
Marx :l’emancipazione sociale dell’ebreo e’ l’emancipazione sociale dal giudaismo.
oggi, traduzione”l’emancipazione sociale degli 8,5 miliardi di popolazione mondiale e’ la emancipazione sociale dai 25.000.000 circa dei giudaisti popolo eletto contro il mondo
Mettiamo quindi la parola fine all’autorità/autorevolezza dell’ONU e massacriamoci senza limiti. Non mi si parli però di salvare l’Ucraina dall’invasore Russo, di mandare truppe NATO e fare entrare in guerra l’Europa.
In ultimo, un addio definitivo alla stampa e all’informazione in Italia, con le dovute eccezioni come il vostro giornale.
L’onnipotenza di uno stato di 8 milioni di persone in tutta la sua evidenza.
L’inutilità di tutte le istituzioni mondiali nella loro patetica farsa.
Otto miliardi di persone che non muovono un dito
Se nessuno osa toccarli devono essere veramente il popolo eletto.
Ma chi siete voi per dire di fermare il genocidio palestinese,Israele continuerà a criminalizzare appoggiato da eu e usa,evviva i guerrafondai
Io sto ancora aspettando che il “democratico” occidente, sanzioni pesantemente gli assassini sionisti e tolga la bandiera a tutti gli atleti e sportivi in giro per il mondo come hanno prontamente fatto con la Russia. Ho la sensazione, però, che aspetterò ancora a lungo.
Per coloro che hanno seguito da vicino le missioni di Blinken in Israele per “Conciliare la pace”, in realtà, abbiamo assistito subito dopo a delle intensificazioni dei bombardamenti di Israele su Gaza, ai quali si sono associati quelli USA.
Nulla di nuovo all’orizzonte: La guerra deve durare, così come Biden aveva sottolineato per l’Ucraina, con la complicità di tutti i governi europei che un giorno dovranno rispondere dei loro silenzi oltre che assenso.
Che non mi si pari più di Shoah ebraica, autocommiserazione che gli ebrei non possono più permettersi dopo lo sterminio della popolazione Palestinese, obiettivo dei sionisti, ebrei, giudei e israeliti odierni.