giovedì 21 Novembre 2024

L’India costruirà milleseicento chilometri di muro al confine con la Birmania

L’India ha annunciato che costruirà un muro del valore di 3,7 miliardi di dollari per recintare il suo confine con la Birmania, lungo ben 1643 chilometri, con l’obiettivo di fermare l’immigrazione illegale, ponendo fine così alla decennale politica di libera circolazione con lo Stato confinante, in seguito ai disordini che si sono verificati dopo il colpo di stato militare che ha scosso nel 2021 Naypyidaw: lo ha reso noto a gennaio il ministro degli Interni indiano Amit Shah, che successivamente ha anche annunciato la sospensione della libera circolazione tra i due Stati. “Il Ministero degli Interni ha deciso che il regime di libera circolazione tra India e Birmania sarà abolito per garantire la sicurezza interna del Paese e mantenere la struttura demografica degli Stati nordorientali dell’India confinanti con la Birmania”, si legge in una nota del ministero degli Interni risalente al febbraio scorso. Secondo l’agenzia di stampa britannica Reuters, Nuova Delhi spenderà quasi 3,7 miliardi di dollari per costruire il muro entro i prossimi dieci anni: il costo della recinzione, già approvato da un comitato governativo, dovrà essere ora approvato dal primo ministro Narendra Modi. Il comitato ha inoltre approvato la costruzione di strade parallele lungo il muro e 1700 chilometri di strade secondarie che collegheranno le basi militari al confine, secondo quanto riferito da una fonte a Reuters. Si stima che la recinzione e la strada adiacente costeranno quasi 125 milioni di rupie al chilometro, ossia più del doppio del costo di 55 milioni al chilometro della recinzione di confine con il Bangladesh costruita nel 2020, a causa del terreno collinare e delle tecnologie necessarie per prevenire intrusioni e usura.

In seguito al colpo di stato militare del 2021 in Birmania, migliaia di civili e centinaia di soldati sono fuggiti negli stati indiani di confine con cui condividono legami etnici e familiari. Tuttavia, ciò ha allarmato Nuova Delhi a causa del rischio che le tensioni si possano diffondere anche in India soprattutto nello Stato di Manipur, al confine con la Birmania, che per quasi un anno è stato travolto da una sorta di guerra civile tra due gruppi etnici, uno dei quali condivide la discendenza con la tribù Chin della Birmania. Il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal, ha affermato durante una conferenza stampa che «la situazione lungo il confine è grave». L’India, inoltre, ha consigliato ai suoi cittadini dello Stato di Rakhine, in Birmania, di lasciare immediatamente la zona a causa del “deterioramento della situazione della sicurezza, dell’interruzione dei mezzi di telecomunicazione, compresi i telefoni fissi, e della grave scarsità di beni essenziali”.

A fine gennaio, i governanti golpisti della Birmania hanno prolungato di sei mesi lo stato di emergenza in vigore dal colpo di stato, mentre cercano di reprimere una ribellione pro-democrazia che ha messo a rischio la tenuta della giunta golpista. La giunta ha schierato artiglieria pesante e aerei da combattimento per cercare di sopprimere la rivolta e gli eserciti delle minoranze etniche. Secondo le Nazioni Unite, circa 2,3 milioni di persone sono state sfollate, mentre gli sforzi degli Stati vicini per avviare il dialogo non hanno visto progressi, con la giunta che si è rifiutata di negoziare con quelli che definisce “terroristi”. In occasione del terzo anniversario dal golpe, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha sottolineato «l’urgenza di tracciare un percorso verso una transizione democratica con il ritorno al governo civile», come riferito dal portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric. Il golpe del 2021 è avvenuto pochi mesi dopo la schiacciante vittoria elettorale della Lega nazionale per la democrazia (NLD), partito guidato da Aung San Suu Kyi, condannata a 33 anni di prigione poi comminati a 27.

Nell’ultimo periodo, la situazione in Birmania è precipitata: dallo scorso ottobre, più di 700 soldati birmani hanno utilizzato l’India come passaggio sicuro, mentre i ribelli anti-golpisti hanno preso il controllo di una città al confine tra India e Bangladesh, infliggendo una sconfitta al governo militare e spingendo migliaia di persone in fuga dalle violenze in India. Le tensioni al confine hanno indotto Nuova Delhi a interrompere la libera circolazione e ad annunciare la costruzione del muro al confine: al momento, solo dieci chilometri di frontiera, nello Stato del Manipur, sono recintati. I problemi dell’India ai confini non si limitano alla Birmania: tensioni, infatti, si sono registrate recentemente, per motivi diversi, anche alle frontiere con la Cina. Segno di uno scenario irrequieto nella regione asiatica.

[di Giorgia Audiello]

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