Nel mix energetico globale, le fonti energetiche rinnovabili sono passate dal 19% del 2000 a oltre il 30% del 2023, grazie all’aumento dell’energia solare ed eolica, passate dallo 0,2% del 2000 al 13,4% del 2023. Pertanto, lo scorso anno, l’intensità di anidride carbonica della produzione globale di energia elettrica ha raggiunto un nuovo minimo storico, il 12% in meno rispetto al picco del 2007. A riportare questi dati ci ha pensato la quinta Global Electricity Review del gruppo di esperti sull’energia Ember. Il documento copre i dati sull’elettricità di 215 Paesi, nonché gli ultimi dati del 2023 per 80 Paesi che rappresentano il 92% della domanda globale di elettricità. Per la prima volta – ha certificato il rapporto – il sistema energetico globale ha potuto contare su quasi un terzo di elettricità generata da fonti pulite.
All’interno del rapporto si legge che “la rivoluzione delle energie rinnovabili, guidata dal solare e dall’eolico, sta battendo tutti i record e favorendo una produzione di elettricità sempre più pulita” e che “il mondo è ora a un punto di svolta in cui il solare e l’eolico non solo rallentano la crescita delle emissioni, ma iniziano effettivamente a spingere la produzione fossile verso il declino”. La ricerca ha infatti evidenziato come l’energia solare abbia “mantenuto il suo status di fonte di elettricità in più rapida crescita per il diciannovesimo anno consecutivo”, superando l’eolico e divenendo la più importante fonte di nuova energia elettrica per il secondo anno consecutivo. Nello specifico, più della metà dell’incremento globale di capacità solare ed eolica si è verificato in Cina, con una produzione solare globale totale in crescita del 23,2% e quella eolica in aumento del 9,8%. La seconda quota più alta al mondo di energia solare è detenuta dalla Grecia, con il 19%, cui seguono Ungheria (18%) e Paesi Bassi (17%). Secondo quanto attestato da Ember, inoltre, le rinnovabili rappresentano ben il 44% della produzione di energia elettrica del continente europeo. Come è stato concordato da oltre 100 Paesi in occasione della conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite del dicembre scorso, a livello internazionale l’obiettivo è quello di aumentare entro il 2030 la quota delle rinnovabili fino al 60% dell’elettricità globale.
All’interno della ricerca si evidenzia come a rendere meno trionfale l’avanzata delle fonti rinnovabili sia stato il diffuso fenomeno della siccità, che ha colpito in maniera estremamente impattante la Cina, l’India, il Vietnam e il Messico, dove nel 2023 si è verificato il 95% dell’aumento della produzione di carbone. A causa di tale scenario, la produzione di energia idroelettrica ha fatto segnare il suo risultato più basso dell’ultimo lustro. Nonostante ciò, Secondo le previsioni del report, la continua crescita delle rinnovabili vedrà la produzione di energia da combustibili fossili diminuire del 2% nel 2024 portandola a meno del 60% della produzione globale di elettricità per la prima volta dal 2000, anno in cui sono comparsi i primi dati Ember. Nel documento di Ember si legge infatti che “un calo permanente dell’uso di combustibili fossili nel settore energetico a livello globale, che porterà a una diminuzione delle emissioni del settore” è “ormai inevitabile”. «L’aumento della capacità solare avvenuto nel corso del 2023 apre davvero alla possibilità di raggiungere l’obiettivo fissato per le rinnovabili entro il 2030 e di triplicare la capacità promessa alla COP28», ha dichiarato Dave Jones, direttore del Global Insights Program di Ember.
[di Stefano Baudino]
Anche nel Medio Evo, li chiamavano mulini a vento!