Il Senato Accademico dell’Università di Palermo, con una decisione che fino a ora non ha eguali in Italia, ha approvato ieri mattina all’unanimità un documento con cui viene sancita la sospensione degli accordi con Israele. Nello specifico, nel testo si legge che l’Ateneo “si propone di istituire procedure improntate alla massima trasparenza di due diligence nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica con Università, centri di ricerca e aziende che possano attenere allo sviluppo di tecnologie dual use per scopi militari”. L’Ateneo ha deciso di sospendere gli accordi Erasmus “nell’ambito del programma KA171 e KA220-HED vigenti con Università israeliane”, stabilendo inoltre che non verranno stipulati nuovi accordi con atenei ebraici “fino al superamento dell’attuale crisi” e che ogni futura proposta di accordo sarà “valutata attentamente dal tavolo tecnico sul dual use con la partecipazione di una componente studentesca”. Sono inoltre in fase di studio “misure di supporto per il sistema educativo palestinese finalizzate a garantire il diritto allo studio” e “iniziative volte a promuovere l’informazione e la formazione”.
L’approvazione del documento da parte del Senato Accademico rappresenta una grande vittoria per il movimento Intifada studentesca, che da settimane occupa l’università protestando contro i massacri in atto a Gaza e chiedendo ai vertici dell’ateneo l’interruzione degli accordi di ricerca con le università e le aziende israeliane e con le società italiane che supportano politiche belliche. “Sentiamo di doverci esprimere anche contro la normalizzazione del rapporto delle università con le aziende, a maggior ragione se queste sono industrie direttamente implicate in contesti di guerra e coloniali”, aveva scritto il movimento nel suo appello al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Palermo che è stato vagliato ieri, evidenziando “la preoccupazione concernente i rapporti che l’Università degli Studi di Palermo intrattiene con la Leonardo S.p.A., holding italiana il cui maggiore azionista è lo Stato italiano attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che più di due anni fa ha fuso la sua controllata statunitense Leonardo DRS con Rada Electronic Industries, fornitore israeliano di avanzati radar tattici militari e altre tecnologie dual use, oggi diventata DRS RADA TECHNOLOGIES”. In seguito alla seduta straordinaria del Senato Accademico, i membri della delegazione sono usciti trionfanti da Palazzo Steri, dove si è tenuta l’assemblea: «È una giornata storica – hanno detto al megafono -. Si tratta di una piccola ma grande vittoria. Un passo avanti. Il traguardo, però, resta sempre la fine del genocidio, dell’occupazione sionista, la liberazione di tutti i prigionieri politici palestinesi e il ritorno dei profughi in Palestina». I contenuti del documento approvato saranno presentati in un’assemblea pubblica che si terrà il prossimo 19 giugno.
Nel frattempo, l’ondata di proteste dei movimenti studenteschi dilaga da mesi in tutto lo Stivale e non accenna a fermarsi. A Torino gli studenti continuano a insistere per ottenere uno spazio di confronto con gli organi accademici «dove discutere della desecretazione e rescissione di tutti gli accordi» tra le università italiane, Israele e le aziende belliche. La settimana scorsa, un gruppo di studenti pro-Palestina si è incatenato davanti al rettorato in via Po, nel centro cittadino. Nelle stesse ore era stato annunciato che, grazie alla spinta esercitata dai movimenti studenteschi, il prossimo 13 giugno sarà organizzata a Pisa una riunione congiunta di Senato Accademico e Cda, in diretta streaming, per esaminare e discutere degli accordi fra l’Università di Pisa e atenei israeliani. Seguendo l’esempio degli studenti americani pro-Palestina, decine di tende sono state piazzate dai ragazzi in protesta presso le sedi universitarie di molte città, tra cui Verona, Udine, Trieste, Forlì e Bari. Le proteste continuano anche a Roma: tre giorni fa sono sfociate in momenti di tensione e scontri tra le forze dell’ordine e i componenti del partecipatissimo corteo “contro il governo e Pro-Palestina” che si è snodato per le strade della Capitale.
[di Stefano Baudino]