venerdì 27 Dicembre 2024

Nigeria: i lavoratori in sciopero conquistano la rete elettrica e chiudono gli aeroporti

I principali sindacati nigeriani hanno chiuso la rete nazionale elettrica e interrotto i voli in tutto il Paese, iniziando uno sciopero a tempo indeterminato per il mancato accordo con il governo su un nuovo salario minimo. Si tratta della quarta iniziativa di protesta intrapresa dal Nigerian Labour Congress (NLC) e dal Trade Union Congress (TUC), due delle più grandi federazioni sindacali del Paese, da quando il presidente Bola Tinubu è entrato in carica. La Transmission Company of Nigeria (TCN) ha riferito che i membri del sindacato hanno allontanato gli operatori dalle sale di controllo energetico del Paese e hanno spento almeno sei sottostazioni, chiudendo infine la rete nazionale. La compagnia aerea nigeriana Ibom Air ha dichiarato che sospenderà i voli fino a nuovo avviso a causa dello sciopero, mentre un’altra, la United Nigeria, ha dichiarato che gli aeroporti in tutto il Paese sono stati chiusi poiché i lavoratori in sciopero non hanno permesso a nessuno dei voli di operare.

Lo sciopero è iniziato dopo che si sono interrotti i colloqui tra il governo e le due maggiori federazioni sindacali del Paese, il Nigerian Labour Congress (NLC) e il Trade Union Congress (TUC), circa l’aumento del salario minimo. Questo in corso è il quarto sciopero da quando il Presidente Bola Tinubu è entrato in carica l’anno scorso. La Transmission Company of Nigeria (TCN) ha dichiarato che i membri del sindacato e i lavoratori in sciopero hanno allontanato gli operatori dalle sale di controllo nelle stazioni di energia elettrica del Paese, chiudendo almeno sei sottostazioni e, infine, lasciando al buio milioni di persone in tutto il Paese. I sindacati dell’elettricità e dell’aviazione hanno dichiarato lunedì di aver ordinato ai membri di ritirare a tempo indeterminato i loro servizi, in conformità con lo sciopero. Il TCN ha dichiarato che stava facendo grandi sforzi per recuperare e stabilizzare la rete elettrica nazionale, ma che i sindacati stavano ostacolando il ripristino. Giovedì, l’ente nigeriano per le privatizzazioni ha dichiarato che il Paese ha ottenuto un prestito della Banca Mondiale di 500 milioni di dollari proprio per il suo settore elettrico.

La compagnia aerea nigeriana Ibom Air, a causa dello sciopero, ha dichiarato che sospenderà i voli fino a nuovo avviso, mentre United Nigeria ha dichiarato che gli aeroporti in tutto il Paese sono di fatto chiusi, con i lavoratori in sciopero che non hanno permesso a nessuno dei suoi voli di operare. Anche i sindacati petroliferi hanno minacciato di fermare la produzione di petrolio, ma il capo dell’autorità di regolamentazione petrolifera nigeriana, Gbenga Komolafe, ha affermato che sono in atto contingenze per garantire che la produzione non venga del tutto interrotta. I sindacati avevano chiesto un aumento del salario minimo mensile a 494.000 naira, circa 333 dollari, dall’attuale che si attesta a 30.000 naira, circa 22 dollari. Dalla sua, il governo si sta offrendo di raddoppiarlo a circa 60.000 naira, adeguamento giudicato del tutto insufficiente dai sindacati. Questo, soprattutto, se si pensa che un sacco di riso da 50kg, utilizzato da molti come maggior fonte di nutrimento mensile per una famiglia, costa 75.000 naira (56 dollari).

Da quando è entrato in carica lo scorso anno, il Presidente Bola Tinubu ha intrapreso riforme vaste riforme, le quali hanno alimentato un aumento dell’inflazione ai massimi da quasi 30 anni e hanno peggiorato la crisi del costo della vita nella nazione più popolosa dell’Africa. È stato messo sotto pressione dai sindacati per offrire sollievo alle famiglie e alle piccole imprese dopo aver eliminato i sussidi sulla benzina, che mantenevano il carburante a buon mercato ma costavano al governo 10 miliardi di dollari all’anno, mentre il valore della moneta nazionale scivolava verso il basso, facendo registrare una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni. Il tutto mentre il mese scorso, il presidente ha approvato un sussidio di 90 miliardi di naira (67 milioni di dollari) per i musulmani che partecipano al pellegrinaggio alla Mecca e, in precedenza, ha autorizzato budget multimilionari per acquisto di SUV e ristrutturazioni per residenze di lusso, nonché per l’acquisto di veicoli per l’ufficio della First Lady, che non è neanche un ruolo formalmente riconosciuto dalla legge nigeriana.

[di Michele Manfrin]

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