mercoledì 3 Luglio 2024

Un nuovo studio scientifico si interroga sull’eccesso di mortalità «senza precedenti»

Nonostante l’attuazione di misure di contenimento e l’utilizzo dei vaccini contro il Covid-19, l’eccesso di mortalità è rimasto sostanzialmente invariato nel mondo occidentale per tre anni consecutivi e ciò richiede che i leader politici indaghino a fondo sulle cause di tale fenomeno: è ciò che riporta uno nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sul British Medical Journal. La ricerca, utilizzando il database Our World in Data, ha calcolato la mortalità in eccesso utilizzando i dati storici dal 2015 al 2019 e ha scoperto che tra 47 paesi solo la Groenlandia non ha registrato decessi in più. Si tratta di un fenomeno «senza precedenti» secondo gli autori anche perché nel 2021, «l’anno in cui sono state utilizzate sia le misure di contenimento che i vaccini contro il Covid per affrontare la diffusione e l’infezione del virus, è stato segnalato il numero più elevato di decessi in eccesso». Servono quindi ulteriori indagini sulle possibili cause – compresi i «programmi di vaccinazione contro il Covid-19» – e soprattutto l’aiuto dei leader politici dei vari paesi in quanto, tra le altre questioni, vi è il fatto che ogni nazione certifica i decessi in modi diversi e non immuni da bias ed errori statistici.

Dallo scoppio della pandemia di Covid – spiegano i ricercatori – l’eccesso di mortalità non comprende solo i decessi legati all’infezione dal virus, ma anche quelli correlati agli effetti indiretti delle strategie sanitarie per affrontare la diffusione delle infezioni. Sebbene le misure di contenimento ed i vaccini contro il Covid siano stati implementati per proteggere i cittadini più sensibili alla malattia e abbiano salvato numerose vite, potrebbero avere comportato comunque altri «effetti dannosi», seppur inferiori a quelli del virus. Infatti – continuano – sono stati documentati sospetti eventi avversi sia negli studi Pfizer che Moderna e sono state segnalate lesioni gravi e decessi in vari database ufficiali, come VAERS, EudraVigilance e Yellow Card Scheme. Nonostante i fattori possano essere i più vari – tra cui decessi legati all’infezione, al sovraccarico del sistema sanitario o legati ad altre cause naturali o ad eventi estremi – i conti però non sembrano tornare: utilizzando i dati estratti dal database Our World in Data e includendo solo i paesi che riportavano la mortalità per tutte le cause dal 2020 al 2022, è stato scoperto che tra 47 paesi ben 41 (87%) hanno registrato un aumento nel 2020, 42 (89%) nel 2021 e 43 paesi (91%) nel 2022.

Nel 2020, anno della pandemia e dell’attuazione delle misure di contenimento, sono stati registrati 1.033.122 morti in più, mentre nel 2021, anno in cui sono stati introdotti anche i vaccini contro il Covid, sono stati segnalati 1.256.942 decessi in eccesso. Nel 2022, infine, sono stati registrati 808.392 decessi in più. Tra 47 paesi solo la Groenlandia non ha registrato eccessi tra il 2020 ed il 2022. Si tratta quindi di numeri che dovrebbero coinvolgere i leader politici per avviare nuove indagini in quanto – scrivono i ricercatori – vi è anche il fatto che «attualmente manca un consenso scientifico riguardo all’efficacia degli interventi non farmaceutici nel ridurre la trasmissione virale». L’analisi di questi dati rappresenta «un primo passo importante» per i processi decisionali politici riguardo a possibili future crisi sanitarie e il passo successivo riguarda l’identificazione tra i vari potenziali fattori che hanno contribuito alla mortalità in eccesso, «tra cui infezione da Covid-19, effetti indiretti delle misure di contenimento e programmi di vaccinazione».

A tal proposito – continuano gli autori – vi è anche il fatto che «altre ricerche hanno mostrato una profonda sotto-segnalazione degli eventi avversi, compresi i decessi, dopo l’immunizzazione» e che «manca il consenso della comunità medica riguardo ai timori che i vaccini ad mRNA possano causare più danni di quanto inizialmente previsto». Infatti alcuni «studi francesi suggeriscono che i vaccini mRNA per il COVID-19 sono prodotti di terapia genica che richiedono un rigoroso monitoraggio degli eventi avversi a lungo termine» ma, nonostante queste preoccupazioni, «i dati degli studi clinici necessari non sono condivisi con il pubblico». In conclusione, l’eccesso di mortalità è rimasto elevato nel mondo occidentale per tre anni consecutivi, «si tratta di una situazione senza precedenti e che solleva serie preoccupazioni». Durante la pandemia, concludono gli autori, «i politici e i media hanno sottolineato quotidianamente che ogni morte dovuta al Covid-19 era importante e che ogni vita meritava protezione attraverso misure di contenimento e vaccini contro il Covid-19. All’indomani della pandemia, dovrebbe valere la stessa morale», e per questo i leader politici e governativi dovrebbero indagare a riguardo.

[di Roberto Demaio]

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8 Commenti

  1. Tutte sto parole….articoli, indagini,….
    E pensate che dove io vivo, in Repubblica Dominicana, un semplice medico che vive sopra di me del considerato ancora quasi 3° mondo, fin dai primi casi a maggio 2020 ha curato tutti i suoi pazienti con normali farmaci comprati in farmacia! Compreso lui e sua moglie si sono ammalati, guariti in un paio di settimane, lui anche meno, e cosi curati il vicino, ed altri miei amici.
    Comunque anche qui in italia ci sono stati moltissimi medici che hanno curato fin dall’inizio, ma putroppo come tutti sapete, sono stati criminalizzati.
    E questa farsa andra’ avanti ancora per anni e anni!!

  2. Una vaccinazione e’ ragionevole che sia raccomandata a tutte le persone all’inizio dell’insorgenza di una epidemia o pandemia soltanto se tale vaccinazione è in grado di bloccare la trasmissione dell’infezione, avendo superato positivamente il vaglio dell’efficacia in relazione agli eventi avversi. I vaccini a mRNA sono stati licenziati con prove di scadente valore scientifico, ma comunque senza comunicare un dato acquisito, ma dando a intendere il contrario (questa è una frode) riguardante proprio la incapacità di bloccare la circolazione dell’infezione. Sulle misure di contenimento le misure adottate sono state decise da chi non ha idea di come si trasmettono le infezioni (basterebbe vedere il primato italiano delle infezioni nosocomiali).
    L’emergenza poteva anche giustificare la non attesa di prove rigorose ma ciò a maggior ragione avrebbe dovuto imporre una rigorosa sorveglianza attiva sia sull’efficacia che sulla sicurezza, sorveglianza facilissimo da attuare in brevissimo tempo, vista la popolazione esposta. Sorveglianza attiva significa che tutte le persone vaccinate siano contattate almeno a una settimana e a un mese di tempo (con l’attenzione a ulteriori contatti da effettuare) senza aspettare che siano le persone a segnalare, con visite domiciliari e approfondimenti. Dacregistrare qualunque evento avverso senza escluderne nessuno per nessuna ragione. Una sorveglianza attiva prevede anche di seguire persone non esposte al vaccino ( magari perché programmato ad altri tempi), così da permettere di apprezzare la quota di eventi avversi effettivamente attribuibile al vaccino.
    La non volontà di procedere in modo rigoroso autorizza il sospetto di interessi di mercato sulla pelle delle persone ( il che non deve sorprendere se tiene conto che in Italia come negli USA è stato stimato che dal venti al trenta percento della spesa sanitaria complessiva è dovuta a interventi inutili o inappropriati). Tenendo conto che il rischio per la salute dell’infezione è fortemente associato all’età, la stima degli effetti avversi diviene essenziale perché il rapporto rischio beneficio è anch’esso fortemente associato all’età in senso opposto. Solo in caso di capacità del vaccino di bloccare la trasmissione dell’infezione può essere ragionevole la raccomandazione universale, sempre dando per validate efficacia e sicurezza. Logica di mercato su scala planetaria? Occasione colta al volo per esercizio di autoritarismo? Ci sono sufficienti elementi per non escludere entrambi. Il paradosso clamoroso che si è chiamata in causa la scienza quando l’approccio scientifico è stato sistematicamente bandito.

  3. Se si volesse veramente scoprire la verità basterebbe incrociare i dati dei decessi con l’anagrafe vaccinale. Avendo l’accesso ai dati lo potrebbe fare qualsiasi studente universitario. La statistica, soprattutto su grandi numeri, è infallibile.
    Ma c’è la volontà politica ? La vedo dura finchè l’ex ministro va in giro a presentare il libro raccontando di aver salvato milioni di persone senza contraddittorio e c`è gente che lo applaude…

  4. Dal titolo:
    “Nonostante” l’attuazione di misure di contenimento e “l’utilizzo dei vaccini contro il Covid-19”, l’eccesso di mortalità è rimasto sostanzialmente invariato nel mondo occidentale per tre anni consecutivi e ciò richiede che i leader politici indaghino a fondo sulle cause di tale fenomeno…
    Come dire: “Nonostante che gli abbiamo sparato, … è morto”!
    C’è un enorme elefante nella stanza: misure di contenimento completamente irrazionali (non dimentichiamo la vigile attesa) e somministrazione di farmaci sperimentali (con tecnologia MAI sperimentata su larga scala) a porzioni enormi di popolazione come MAI avvenuto nella storia dell’umanità e si chiedono i grandi scienziati: “ma come mai sta succedendo tutto ciò?”.
    Oltre al “peccato originale” (cercate l’intervista di Matteo Gracis a Loretta Bolgan) le vaccinazioni di massa hanno secondo me anche un peccato diciamo di strategia: per sconfiggere un morbo che colpisce comunque una minoranza della popolazione si somministra un farmaco ad una fetta enorme di popolazione. A causa di questo che ho chiamato “peccato di strategia”, qualsiasi difetto del farmaco (vedi effetti collaterali gravi e anche mortali) rischia di provocare più danni del morbo stesso, tra l’altro a persone sane.
    Quando si ha una malattia si accetta di correre qualche rischio assumendo farmaci, a volte anche sperimentali, ma lo si fa per curare da una malattia che può avere conseguenze gravi o che comunque ci sta debilitando.
    Assumere un farmaco mentre si è sani, per prevenire una malattia, richiede che il farmaco fornisca garanzie contro ogni ragionevole dubbio relativamente alla sua sicurezza.
    Dovrebbe essere vietata sempre e comunque la somministrazione coatta di farmaci, anche e soprattutto di vaccini.

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