giovedì 21 Novembre 2024

Dal telefono dell’ex soldato che spiava Assange per la CIA è “scomparsa” gran parte dei file

In Spagna si torna a parlare di Julian Assange e WikiLeaks, in relazione al caso di spionaggio ai suoi danni mentre si trovava rifugiato all’interno dell’ambasciata ecuadoregna, a Londra. Nel corso del processo a David Morales (ex soldato spagnolo e proprietario di UC Global, la società di sicurezza incaricata di proteggere l’ambasciata ecuadoregna a Londra nel periodo in cui Assange vi era rifugiato), arrestato nel 2019 per reati legati alla violazione della privacy di Julian Assange e per la trasmissione di informazioni ai servizi di intelligence degli Stati Uniti, sarebbero infatti sparite prove importanti. I giudici e gli inquirenti spagnoli hanno denunciato come gran parte dei file presenti nel telefono di Morales siano stati omessi o cancellati e hanno sottolineato come non sia la prima volta in cui si tenta di insabbiare l’attività di spionaggio ai danni di Assange mentre questi si trovava chiuso nell’ambasciata dell’Ecuador, a Londra.

Una delle principali prove contro David Morales è scomparsa. La polizia spagnola non ha infatti consegnato al giudice Santiago Pedraz il file completo del telefono Samsung S7 utilizzato da Morales per comunicare con gli agenti della CIA, con il quale avrebbe fornito la strategia difensiva dei fondatori di WikiLeaks, secondo i documenti dell’inchiesta giudiziaria a cui El País ha avuto accesso. Dopo ripetute richieste giudiziarie, gli agenti hanno riferito di non conoscere l’ubicazione del fascicolo completo. Il giudice Pedraz ne ha ordinato l’immediato recupero, mentre il procuratore Carlos Bautista ha definito quel fascicolo «essenziale» per il caso. Per Bautista, è importante che venga trovato, in quanto «contiene più dati di quelli messi a disposizione delle parti». L’ufficio del pubblico ministero ha dichiarato: «È estremamente sorprendente che l’unità di polizia abbia consegnato i file UFDR (Universal Forensic Data Report) e UFDX (Universal Forensic Data Exchange) dagli altri dispositivi e non lo abbia fatto proprio da questo». In precedenza, la Procura aveva anche lamentato una «certa paralisi» causata dalla «lentezza esasperante delle forze dell’ordine impegnate nell’analisi di tutti gli elementi sequestrati». Il giudice Pedraz ha ora convocato in tribunale gli agenti della Cybercrime Unit per fare una copia in sua presenza dei file del cellulare di Morales, nel tentativo di recuperare le informazioni omesse e scoprire chi è responsabile della sua scomparsa.

Nel settembre 2019, durante la perquisizione dell’abitazione e degli uffici di Morales avvenuta nella città spagnola di Jerez de la Frontera, l’obiettivo primario degli inquirenti era proprio sequestrare il telefono Samsung S7 G930F che i testimoni protetti, lavoratori della stessa UC Global, avevano configurato per Morales in modo che potesse comunicare con la CIA. Eppure, la polizia ha consegnato i file completi di tutti i telefoni, computer e dispositivi elettronici sequestrati dalla casa e dagli uffici di Morales, ad eccezione dei file del telefono Samsung, facendo così in modo che i dati riguardanti le conversazioni di Morales su WhatsApp, Signal, Telegram, Proton Mail e Skype non siano arrivati nell’aula di tribunale. Il file caricato dall’unità di polizia sul cloud, dove le prove vengono scaricate e consultate dalle parti coinvolte nel caso, non è il file UFDX originale e completo, ma solo il file UFDR, che è derivato dal precedente ma non rappresenta la copia completa del dispositivo. Nel file UFDR fornito dagli agenti manca la cartella Userdata, in cui sono memorizzati i dati delle applicazioni di messaggistica. Inoltre, il team di difesa di Assange sottolinea che il file UFDR caricato sul cloud non proviene dalla macchina di scarico UFED Touch, come nel caso di tutti gli altri telefoni oggetto dell’indagine, ma da un personal computer che è stato sequestrato. Questo sta a significare che quei dati hanno fatto un passaggio che non dovuto fare e che, con tutta probabilità, è servito proprio a cancellare e omettere i dati della messaggistica, i quali avrebbero potuto rivelare l’inequivocabile coinvolgimento di Morales con le operazioni di spionaggio condotte per conto della CIA.

Questa è la seconda volta che si scopre un insabbiamento di dati nel caso di spionaggio ai danni di Assange. L’anno scorso, il team di Assange è stato autorizzato a fare una seconda copia del materiale sequestrato dagli agenti, rivelando più di 213 gigabyte, 551.616 file e 973 file di posta elettronica che erano stati omessi dalla polizia. Tra i nuovi file, emerse una cartella intitolata Operations & Projects, organizzata per specifiche aree geografiche. Nell’area corrispondente al Nord America, all’interno della categoria “USA” c’era un file chiamato CIA ove erano memorizzate le immagini delle registrazioni ottenute tramite le telecamere e i microfoni nascosti che UC Global ha installato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per sorvegliare gli incontri del fondatore di WikiLeaks.

[di Michele Manfrin]

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