Il Consiglio UE ha approvato la raccomandazione della Commissione europea, risalente allo scorso 31 gennaio, che mira a promuovere i vaccini anticancro tra la popolazione per prevenire, in particolare, i papillomavirus umani (HPV) e il virus dell’epatite B (HBV). I ministri della Salute dei Ventisette Stati membri, riuniti a Lussemburgo, hanno dato il via libera all’iniziativa con l’obiettivo di sostenere gli Stati membri nell’aumento dei tassi di vaccinazione e nel migliorare il monitoraggio della copertura vaccinale. Nello specifico, sono stati fissati tre obiettivi: vaccinare completamente almeno il 90 per cento delle ragazze contro l’HPV a livello dell’UE entro il 2030; aumentare significativamente la vaccinazione dei ragazzi contro l’HPV nello stesso periodo; esortare i governi a fare di più per avere una copertura vaccinale HBV del 95 per cento per i bambini e i neonati e il tasso di screening del 95 per cento per le donne incinte. L’accesso gratuito ai sieri antitumorali e una migliore campagna di informazione sono gli strumenti chiave per raggiungere questi obiettivi. La commissaria per la Salute, Stella Kyrikides, ha ringraziato gli Stati membri per aver approvato la raccomandazione, che «rappresenta un altro importante passo avanti nella nostra lotta contro il cancro», considerando che «ogni anno nell’Ue vengono segnalate oltre 16 mila nuove infezioni da epatite B». La vaccinazione preventiva sarebbe quindi, secondo Kyrikides, «un’opportunità storica di eliminare il cancro cervicale e altri tumori causati da questi virus».
Le raccomandazioni approvate dal Consiglio non sono vincolanti per gli Stati membri, ma costituiscono una sorta di linea guida politica che serve a orientare le azioni dei governi. Sebbene la Commissione europea non abbia competenze in materia sanitaria, infatti, anche in quest’ambito punta a indirizzare le scelte nazionali. Inoltre, le competenze in tale settore sono state rafforzate dopo la crisi del Covid19. Frank Vandenbroucke, vice primo ministro e ministro della Salute del Belgio, Paese con la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, ha sottolineato che «Un’alta percentuale di casi di cancro è prevenibile» e che la vaccinazione contro HPV e HBV «permette di ridurre considerevolmente il rischio di una persona che sviluppa tumori legati a questi virus». Attualmente, in molti Stati membri la quota di copertura vaccinale contro l’HPV per le ragazze è al di sotto del 50%, mentre per i ragazzi e i giovani adulti i dati sono limitati e c’è una grave carenza di dati per quanto riguarda la vaccinazione contro l’HBV.
Gli obiettivi di Bruxelles ricalcano quelli fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), soprattutto per quanto riguarda l’HBV. L’agenzia, infatti, aveva programmato di raggiungere il 95 per cento di copertura vaccinale (terza dose) della vaccinazione infantile contro l’HBV; di sottoporre a screening per l’epatite B il 95% delle donne in gravidanza e di raggiungere il 95 per cento dei neonati che hanno ricevuto tempestivamente la vaccinazione anti-HBV entro 24 ore dalla nascita. Le raccomandazioni delle UE si conformano, dunque, a quelle dell’OMS, la quale però non è esente da critiche per conflitti d’interesse legate proprio al tema delle vaccinazioni. Tra i primi cinque finanziatori dell’organizzazione istituita dall’ONU nel 1948 compaiono, infatti, anche la Bill & Melinda Gates Foundation e la GAVI Alliance, entrambe attive nella promozione e nel finanziamento della produzione di vaccini.
Le campagne vaccinali appaiono quindi coordinate e decise “dall’alto”, da parte di enti sovranazionali che non di rado hanno il peso necessario per imporre le linee da seguire ai governi. Nel 2014, ad esempio, al Global Health Security Agenda, un gruppo di più di 70 nazioni, organizzazioni internazionali e ONG istituito nel 2014 in risposta alla minaccia globale delle malattie infettive, è stato deciso che l’Italia doveva diventare capofila delle strategie vaccinali nel mondo. In seguito a quel summit negli Stati Uniti, alla presenza di Obama e con la partecipazione dell’allora ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, nel 2017 in Italia sono state introdotte dieci vaccinazioni obbligatorie per i minori tra gli zero e i sedici anni. Al netto degli eventuali benefici per la salute, dunque, il peso di enti sovranazionali in queste scelte è ormai indubbio e la presenza di conflitti di interesse solleva diversi interrogativi circa i reali obiettivi della promozione dei vaccini anticancro, nonché sulla legittimità degli obblighi di vaccinazione. Questione sollevata recentemente anche dalle decisioni relative ai vaccini anti Covid-19. Al contempo, si rileva anche la tendenza sempre più marcata delle istituzioni europee di influenzare e orientare le politiche sanitarie nazionali.
Il business al disopra di tutto. Come fa un ente sovranazionale a decidere per tutti? Ogni paese ha le sue esigenze sanitarie da verificare con dati statistici . Il Covid poi ha azzerato ogni credibilità di tali decisioni. Ma è adesso comprensibile lo spot pubblicitario per l’HPV.
Non mollano. Dopo lo straordinario successo del vaccino anti Covid, con Pfizer, Moderna e soprattutto AstraZeneca, questi vaccini sono una garanzia da non perdere per tutti gli italioti e gli euroidioti.
Non molleremo neppure noi…
Leggetevi chomsky e aprite gli occhi. NULLA che viene dall’alta è fatto per il bene del popolo. Siamo solo portafogli da spremere. E si è visto durante il covid da come hanno trattato i medici che curavano veramente secondo scienza e coscienza.