Tornano a manifestare i portuali di Genova, che da questa mattina hanno chiamato un presidio non autorizzato in sostegno della Palestina per bloccare i varchi portuali della città e protestare contro il traffico di armi verso Israele. Al corteo presenti circa 800 persone, che oltre ad avere bloccato il traffico hanno sfilato davanti a un edificio di Leonardo, l’azienda italiana leader degli armenti e della guerra. “Lo Stato italiano è complice delle guerre in corso“, producendo armamenti e fornendo “supporto logistico anche tramite i suoi porti, per garantire che queste armi arrivino a destinazione”: queste le accuse lanciate dai portuali, che già a novembre si erano dati appuntamento per bloccare le armi dirette a Israele. Il presidio lanciato dai portuali di Genova si colloca infatti in un generale movimento di protesta dal basso contro il traffico marittimo di armi, che in Italia – come in Europa – ha portato a muoversi tanto i lavoratori del settore, quanto le comunità cittadine.
Il presidio è iniziato alle 6.00 del mattino e intendeva bloccare i varchi del porto di Genova per denunciare “la complicità dell’Italia nel genocidio in corso in Palestina”. A partire dalle prime ore dell’alba, i manifestanti si sono dunque riuniti per bloccare il varco di San Benigno, per poi muoversi verso gli altri terminal, bloccando anche quelli di Ponte Etiopia (dalle 7.45/8 circa) e Albertazzi. Vani, invece, i tentativi di arrivare al varco di Ponente, presidiato dalle camionette delle forze dell’ordine. Durante il corteo i dimostranti hanno fermato il traffico portuale di merci e passeggeri, e sono poi virati verso l’autostrada, causando code e rallentamenti su tratti delle autostrade A12, A10, e A7. Visto il presidio della polizia, parte del corteo si è spostata davanti a un edificio di Leonardo, assediandolo con fumogeni, sassi, cerchioni di macchina, e scritte.
Alla manifestazione dei portuali di Genova hanno partecipato diverse realtà provenienti da tutta Italia. Tale presidio rientra infatti in un generale moto di protesta attivo in tutta Europa, in solidarietà alla Palestina, e in generale contro il traffico e la produzione di armi. In Spagna lo stesso Governo si è mosso per bloccare l’arrivo della nave Borkum, sospettata di trasportare armi verso Israele; la stessa nave è poi arrivata anche a Venezia, dove decine di cittadini si sono radunati per contestarne la presenza. Giusto una settimana fa, in Grecia, si è presentata una analoga situazione, ma a contestare la presenza della nave (la MSC Altair) sono stati gli stessi portuali; la nave ha poi fatto tappa a Gioia Tauro, in Calabria. I portuali di Genova, inoltre, si erano già mossi a novembre per protestare contro il traffico di armi verso Israele, e in generale in tutta Italia gli scioperi e le manifestazioni di categoria contro il traffico di armi vanno avanti da almeno un anno.
[di Dario Lucisano]
Bene ma troppo poco. I popoli dormono mentre le oligarchie si preparano a portarli in guerra. Adesso riconfermeranno le guerrafondaie von der leyen e metsola. E rutte alla nato va nella stessa direzione.
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