A Roma e a Torino si sono svolte nel finesettimana manifestazioni in sostegno dei tre ragazzi palestinesi arrestati con l’accusa di collaborare con le brigate Tulkarem, e ora in attesa del processo del prossimo 11 luglio. «Oltre all’appoggio politico e militare all’occupazione, le autorità hanno deciso di arrestare e processare – per conto di Israele – Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, tre palestinesi residenti in Italia, con l’accusa di sostenere la resistenza palestinese nei territori occupati, una resistenza riconosciuta legittima anche dal diritto internazionale»; per tale ragione, gli attivisti delle città italiane si sono mossi per mostrare solidarietà nei confronti dei cittadini palestinesi, e per chiedere la loro liberazione, che avverrebbe dopo mesi di detenzione.
La manifestazione tenutasi a Roma è partita alle 16.00 in Piazza della Repubblica e si è ricongiunta con il corteo contro l’inceneritore a Piazza dell’Esquilino. Assieme a essa, è stato lanciato un presidio davanti alla Cassazione che si terrà lo stesso giovedì 11 luglio a partire dalle 09.30. A Torino, invece, i manifestanti hanno “sanzionato” con della vernice la statua Fante d’Italia, mentre sul selciato è stata tracciata la scritta “Disertiamo la guerra”; manifestazioni analoghe si sono tenute anche a Milano e a Monza, dove è stato organizzato il corteo Brianza per la Palestina.
I cortei di sabato hanno chiesto la scarcerazione di Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh. Nello specifico, i tre palestinesi sono accusati dal GIP di avere instaurato una collaborazione con il Gruppo di risposta rapida Brigate Tulkarem, parte delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, organizzazione che l’UE riconosce come terroristica. In seguito a una sentenza del tribunale di riesame dell’Aquila, i tre si sono salvati dall’estradizione per i concreti rischi di “trattamenti disumani” a cui sarebbero andati incontro in Israele, ma allo stesso tempo sono state confermate loro le misure cautelari promosse dal GIP. Contro di esse, l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha presentato un ricorso alla Cassazione, e ha dichiarato ai microfoni di Radio Onda d’Urto di stare ora «attendendo la pronuncia della Corte di Cassazione che dovrà spiegare perché la resistenza palestinese dovrebbe essere ricondotta alla categoria del terrorismo».
[di Dario Lucisano]
Adesso arrestiamo anche i rifugiati politici per conto di Israele? Quali atti di terrorismo ha compiuto in Italia? A quanto sembra non ha neanche violato il diritto internazionale . E ci chiamiamo ancora stato di diritto? Grazie anche per questa informazione “secretata” dai media nostrani.