lunedì 15 Luglio 2024

Meloni dà via libera all’acquisto di 24 nuovi caccia bombardieri per 7 miliardi di euro

In virtù delle promesse fatte da Giorgia Meloni agli alleati della NATO sull’aumento delle spese militari, il governo italiano si appresta ad acquistare 24 nuovi caccia Eurofighter Typhoon per la cifra di 7 miliardi di euro. Con un decreto urgente sottoscritto dal ministro Guido Crosetto e arrivato in commissione Difesa a Montecitorio, l’esecutivo chiede infatti l’approvazione di un programma d’acquisto dei caccia dal consorzio europeo di cui Leonardo fa parte per una spesa di circa 700 milioni da qui al 2030, mentre il resto dei fondi sarà invece da recuperare nel bilancio statale fino al 2034. Il tutto avviene all’indomani del vertice NATO di Washington, dove la presidente del Consiglio ha confermato l’impegno del nostro Paese a raggiungere il 2% del Pil per le spese militari.

“Il mutato quadro geo-politico internazionale sta ponendo i Paesi dell’Alleanza Atlantica di fronte a scenari ben più complessi di quelli affrontati fino a questo momento – è stato scritto dal governo nel documento tecnico allegato al testo – la dimensione aerospaziale è ormai teatro di un’allarmante escalation di minacce, sia in termini quantitativi che qualitativi”. In questo scenario, scrive l’esecutivo, “l’Aeronautica Militare, attraverso un monitoraggio costante delle obsolescenze dei propri sistemi d’arma, ha individuato una vulnerabilità della capacità di Difesa Aerea nazionale e, dunque, NATO, nella forzata dismissione a partire dal 2028 dei velivoli Eurofighter a causa del prossimo raggiungimento della fine della loro vita utile”. A ciò si aggiunge “la dismissione dei velivoli Tornado che si completerà verosimilmente nel 2027, costringendo la linea Eurofighter ad assorbire gli ulteriori compiti a favore del Paese e dell’Alleanza”. Dunque, in virtù “dell’aumento dei fronti su cui insistono le minacce e degli straordinari sviluppi tecnologici che hanno reso tali minacce sempre più allarmanti, la NATO necessita di un crescente impegno da parte di tutti i Paesi per garantire la Difesa Aerea nelle proprie aree regionali di competenza”, esplicita il documento. I primi a reagire quando il testo è giunto in commissione Difesa sono stati i deputati del Movimento 5 Stelle. «Meloni promette alla Nato di aumentare la spesa militare italiana e in Parlamento arriva la richiesta di Crosetto di comprare 24 nuovi caccia Eurofighter Typhoon al costo esorbitante di 7 miliardi e mezzo. Parliamo di oltre 300 milioni a velivolo: una follia che fa impallidire perfino i costosissimi F-35», ha dichiarato il deputato pentastellato Arnaldo Lomuti, il quale ha evidenziato che, con questa nuova richiesta, «sale a 33 miliardi l’onere pluriennale dei programmi militari che Crosetto ha sottoposto al Parlamento da inizio legislatura, di cui quasi 22 miliardi si spesa in nuovi armamenti».

In Italia, l’aumento della spesa militare del 2024 è trainato dal bilancio del Ministero della Difesa, che supera per la prima volta i 29 miliardi di euro, con una crescita di 1,4 miliardi (+5,1%) rispetto al 2023, annata che a sua volta aveva fatto registrare un aumento di circa 1,8 miliardi sul 2022. Solo la settimana scorsa, la stampa tedesca ha riportato la notizia secondo cui l’Italia sarebbe pronta a concludere un accordo per l’acquisto di 550 carri armati Panther e Lynx dall’azienda tedesca Rheinmetall, per un valore di 20 miliardi di euro. Si tratterebbe del più grande ordine di blindati della storia dell’impresa di armi. Sulla corsa al riarmo e, soprattutto, sulla situazione di tensione verso la Russia, nelle ultime settimane la Lega sta cercando di riposizionarsi, smarcandosi – almeno a parole – da FDI. Salvini ha infatti espresso perplessità e critiche sulla prospettiva sia dell’invio di truppe in Ucraina, come aveva ventilato il presidente francese Macron, sia di nuove armi a Kiev. Lo stesso generale Roberto Vannacci, appena eletto tra le file della Lega al Parlamento Europeo e divenuto vicepresidente del neonato gruppo dei “Patrioti”, ha apertamente lodato le recenti visite internazionali di Orban – che ha incontrato tra gli altri anche il presidente russo Putin e quello cinese Xi Jinping – che hanno a suo dire «dimostrato che l’Europa può ancora avere un ruolo attivo nella ricerca di questo negoziato di pace», ritenuto «sempre più necessario». A fare da contraltare è stato però il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che ha rimarcato la stretta fedeltà italiana alla NATO e l’impegno del nostro Paese a «procedere verso l’obiettivo del 2 per cento».

[di Stefano Baudino]

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