Nella notte appena trascorsa, tra giovedì 18 e venerdì 19 luglio, un drone ha superato le difese israeliane, e si è abbattuto su un palazzo situato a un centinaio di metri dal consolato statunitense di Tel Aviv, causando un morto e almeno dieci feriti. L’attacco è avvenuto attorno alle 2.00 ed è stato successivamente rivendicato dal gruppo armato yemenita degli Houthi, che da mesi presidiano il Mar Rosso in solidarietà alla Palestina. Il portavoce militare dell’organizzazione Yahya Sare’e ha dichiarato che a venire utilizzata è stata una inedita tecnologia che risulta invisibile ai radar: l’ha chiamata simbolicamente “Yafa“, lo stesso nome attribuito alla «area occupata di Giaffa, a cui gli ‘israeliani’ si riferiscono con il nome di ‘Tel Aviv’». In seguito all’attacco, il gruppo yemenita ha dichiarato «zona non sicura» la stessa «area occupata di Giaffa», annunciando una «operazione speciale» contro la capitale israeliana e tutte le zone sensibili raggiungibili dai nuovi droni.
L’offensiva yemenita ha colpito Tel Aviv poco dopo le 2.30, ed è stata rivendicata dallo stesso gruppo attorno alle 4.00 del mattino. Il drone si è abbattuto su un edificio a meno di 100 metri dal consolato statunitense, ma per ora non vi sono prove certe che dimostrino che l’obiettivo primario fosse l’edificio USA. Dalle descrizioni che gli stessi Houthi forniscono dell’attacco, l’offensiva pare piuttosto configurarsi più come una sorta di monito a Tel Aviv, che come un’offesa diretta agli USA. Video amatoriali registrati in seguito allo schianto mostrano vetri rotti sparsi sui marciapiedi e resti dell’ala del drone sparpagliati a terra, e ritraggono una folla di spettatori radunata vicino a un edificio che pare essere stato colpito anche solo indirettamente dall’esplosione. L’operazione è stata lanciata «a supporto della popolazione palestinese oppressa e dei suoi combattenti, e in risposta ai massacri commessi dalla aggressione ‘israeliana’ contro i nostri fratelli a Gaza».
Proprio in solidarietà alla causa palestinese, gli Houthi hanno inoltre dichiarato l’apertura di una operazione militare su scala maggiore, che avrà nella stessa Tel Aviv un «obiettivo primario», ma che si rivolgerà a numerosi altri bersagli militari sensibili, di cui avrebbero già pronta una lista: «ci concentreremo sul prendere di mira il fronte interno del nemico sionista, e sul penetrare in profondità nel suo territorio». L’operazione speciale durerà «fino a quando l’aggressione non si fermerà, e l’assedio del popolo palestinese a Gaza non verrà revocato». In seguito all’attacco, le autorità israeliane hanno aperto una serie di indagini per comprendere come sia possibile che il drone sia riuscito a superare i sistemi di rilevazione aerea, mentre intanto Yair Lapid, leader del partito di opposizione centrista Yesh Atid, si è scagliato contro Netanyahu e il suo esecutivo affermando che l’attacco di questa notte costituisce «un’ulteriore prova che questo governo non sa e non può garantire la sicurezza ai cittadini israeliani».
È ormai mesi che gli Houthi lanciano operazioni militari in sostegno della causa palestinese. Sin da novembre, il gruppo militare presidia il Mar Rosso per non fare passare le navi recanti bandiera israeliana, o che viaggiano da – o verso – Israele. Solo a gennaio, l’organizzazione yemenita aveva causato danni enormi al traffico sui canali marittimi, riducendo del 53% il fluire delle merci. Per tale motivo, gli Stati Uniti hanno lanciato una operazione militare internazionale contro gli stessi Houthi, a cui l’Unione Europea ha deciso di affiancare una sua personale missione “di difesa” nella zona, con a capo proprio l’Italia.
Gli stati adiacenti non vogliono accogliere un singolo civile palestinese, ma sostengono di fare guerra ad Israele a causa “del massacro a Gaza”. Bisogna evacuare Gaza spostando i civili ad es in Egitto ed estirpare Hamas da questo pianeta.
È da vedere se la Russia non verrà irritata al punto da offrire agli Houthi testate atomiche tattiche che fermeranno il traffico nel Mar rosso per sempre, scatenando una Guerra Israele Egitto, spesso quello che oggi sembra impossibile domani diventa: Ma come avete fatto a non capirlo prima!