Pjetër Shala, ex membro dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), è stato condannato a 18 anni di carcere dal Kosovo Specialist Chambers, un tribunale speciale nei Paesi Bassi istituito per giudicare i presunti crimini commessi dai separatisti albanesi tra il 1998 e il 2000, alla fine della guerra del Kosovo. Shala, soprannominato “Il Comandante Lupo”, è stato riconosciuto colpevole di tre crimini di guerra: omicidio, tortura e detenzione arbitraria. Si tratta di una delle prime volte in cui anche i miliziani kosovari (che erano appoggiati dagli Stati Uniti e dalla NATO nella guerra di “liberazione” dalla Serbia) vengono condannati per i crimini di guerra, reati che fino a pochi anni fa erano stati contestati solo ai militari serbi, in una guerra che ebbe invece ampio uso di torture e crimini da ambo le parti.
Secondo la giudice Mappie Veldt-Foglia, Shala è stato coinvolto in almeno un omicidio e nella detenzione arbitraria e tortura di 18 persone kosovare di etnia albanese , considerate spie o collaboratori delle forze serbe, costrette in una fabbrica metallurgica a Kukës, in Albania. Le vittime, detenute senza alcuna base legale, sono state sottoposte a condizioni disumane, comprese forniture inadeguate di cibo, acqua, servizi igienici e assistenza medica. La corte ha evidenziato come Shala abbia inflitto gravi sofferenze fisiche e psicologiche ai detenuti, senza cercare di prevenire o mitigare la violenza.
L’uomo è stato arrestato il 16 marzo 2021 in Belgio e trasferito all’Unità di detenzione della Corte Speciale del Kosovo il 15 aprile 2021, e il processo è iniziato il 21 febbraio 2023. Fin dall’inizio, l’ex militare ha sostenuto la sua innocenza, dichiarandosi non colpevole di tutte le accuse. Tuttavia, le affermazioni di Shala sono state contraddette dalle prove presentate in tribunale.
La guerra del Kosovo, una regione abitata principalmente da cittadini di etnia albanese, fu un conflitto combattuto dal febbraio 1998 all’11 giugno 1999, nell’ambito delle più ampie guerre jugoslave. Tra le principali cause delle ostilità vi fu la definizione dello status del Kosovo come nazione indipendente, fino ad allora appartenente alla Repubblica Federale di Jugoslavia.
Durante il conflitto, l’Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK) ha combattuto contro le forze serbe per l’indipendenza della regione. Tuttavia, i membri dell’UCK sono stati accusati di gravi crimini contro l’umanità, inclusi omicidi, torture e detenzioni arbitrarie.
La comunità internazionale ha istituito il Kosovo Specialist Chambers proprio per assicurare alla giustizia i responsabili di tali crimini, cercando di stabilire una documentazione storica accurata degli eventi accaduti durante e dopo il conflitto.
[di Gloria Ferrari]