giovedì 25 Luglio 2024

L’Università di Parma ha deciso di boicottare Israele in solidarietà con Gaza

Il Senato accademico dell’Università di Parma ha approvato a maggioranza la mozione “Ripudio della guerra”, un documento che attesta una presa di posizione chiara e decisa dell’ateneo in sostegno alla causa palestinese, come richiesto dalle proteste studentesche degli ultimi mesi. Nella mozione, il Senato accademico scrive di voler diventare un “agente di pace”, impegnandosi attivamente a supportare studentesse, studenti, ricercatori e ricercatrici palestinesi, e proseguendo nella politica già avviata di assegnazione di borse di ricerca per studiosi palestinesi. Oltre a chiedere un immediato “cessate il fuoco”, l’Università ha espresso il suo sostegno per la creazione di uno Stato di Palestina democratico, allineandosi con la posizione condivisa da molti attori internazionali. Il documento prevede inoltre un impegno a non collaborare con enti accademici che promuovono o finanziano la guerra, riconsiderando inoltre le collaborazioni con istituti di ricerca coinvolti nel supporto all’apparato militare. 

Solo seguendo queste direttive, secondo l’Università, è possibile garantire che la ricerca scientifica dell’ateneo rispetti i diritti umani fondamentali e mantenga una forte etica pacifista. Per tale ragione, il Senato accademico ha inoltre annunciato la nascita di un Osservatorio composto in egual numero da docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo, aperto anche a rappresentanti della società civile, con il compito di analizzare e discutere le conseguenze etiche della ricerca scientifica, con particolare attenzione alla violazione dei diritti umani.

L’Università di Parma non è sola in queste iniziative. In tutta Italia, l’ondata delle proteste studentesche, chiamata “Intifada studentesca”, ha portato alla nascita di numerose acampade, da nord a sud del Paese. La prima tenda studentesca è stata piantata a Bologna il 5 maggio, ispirata dalle contestazioni internazionali, soprattutto nei campus statunitensi. Questa forma di mobilitazione si è rapidamente diffusa a Roma, Napoli, Milano, Torino e, tra le molte altre città, anche a Parma.

Recentemente, anche il Senato accademico di Siena ha votato una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, facendo appello al Parlamento e al Governo italiano affinché seguano l’esempio di numerosi altri Paesi nel mondo.

[di Gloria Ferrari]

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2 Commenti

  1. Un solo appunto a questa bella notizia: difficile far nascere uno stato palestinese (dove e come, ormai?). Forse ci dovremmo tutti unire per facilitare la nascita di uno stato multietnico dove nativi ed ebrei possano vivere in pace, con uguali diritti e dignità…. Come d’altra parte dovrebbe essere ovunque.

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