giovedì 22 Agosto 2024

L’ennesimo scandalo di Cortina ’26: la cabinovia è stata progettata in un’area franosa

La Regione Veneto ha temporaneamente bloccato la realizzazione della nuova cabinovia Cortina-Socrepes, considerata un’infrastruttura cruciale per le prossime Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Il Comitato tecnico regionale per la valutazione impatto ambientale ha infatti sospeso l’approvazione del progetto a causa di criticità ambientali, in particolare perché l’area di Mortisa, dove dovrebbero sorgere i piloni dell’impianto, è reputata una zona geologicamente instabile. Gli esperti hanno bocciato la documentazione alla base del progetto, la quale «evidenzia discordanze e carenza di indagini», chiedendo un lungo elenco di integrazioni. Questo stop ha generato preoccupazione tra le autorità locali, con il sindaco di Cortina che ha espresso timori per possibili ritardi nei lavori e ripercussioni sulle Olimpiadi.

Il costo complessivo dell’impianto ammonta, sulla carta, a 127 milioni di euro, 96 provenienti da una società privata proponente, 25 milioni dallo Stato e 6 milioni e mezzo dalla Regione Veneto. Il Comitato tecnico regionale della Via ha impresso lo stop al nuovo impianto poiché esso è stato progettato su zona geologicamente fragile, specificatamente fra le classificazioni P2 (pericolosità geologica media) e P3 (pericolosità geologica elevata). «L’area che interessa la stabilità delle opere e dell’esercizio deve essere immune dal pericolo di frane e valanghe. Qualora l’area ricada in siti a rischio, devono essere adottati idonei interventi di stabilizzazione o protezione», ha scritto il Comitato, spiegando che «la costruzione della cabinovia a 10 posti (tracciato indicativo)» risulta «interessata da fenomeni franosi sia superficiali e diffusi, che colate lente con una profondità di scivolamento collocate a profondità variabili tra i 20 metri (zona a monte) e i 40 metri (nelle zone più a valle)». Gli esperti del comitato hanno evidenziato la presenza di un «vasto movimento franoso localizzato nell’area di Mortisa», di cui «solamente la stazione di valle può ritenersi esente», specificando che «il tracciato individuato come 3 bis, ricade interamente nel P2 del Piano di Assetto Idrogeologico, con alcuni elementi della cabinovia molto prossimi alle aree P3». «Con questo quadro di riferimento, non è possibile considerare l’area immune da frane», ha sancito il Comitato, affermando che «sulla base della documentazione, che non prevede interventi di stabilizzazione del versante, unita agli elementi conoscitivi sul dissesto franoso, si rappresenta al momento la non compatibilità della proposta progettuale di impianto a fune ‘Apollonio-Socrepes’ con la situazione dei versanti coinvolti». A esprimere forte preoccupazione è stato il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, che ha auspicato che si arrivi «al più presto alla configurazione dell’impianto», che rappresenta «un nodo cruciale per i Giochi invernali 2026», chiedendo un «intervento immediato e concreto» da parte della Provincia di Belluno. Che, al pari di altri 16 soggetti fra privati cittadini, associazioni e altri enti, aveva avanzato osservazioni e pareri sul progetto.

La fase di preparazione in vista delle Olimpiadi di Cortina continua a essere segnata da scandali ed episodi di mala amministrazione. Come sottolineato dal rapporto presentato a luglio dalla Corte dei Conti della Regione Veneto, il conto è già in rosso per 107 milioni di euro. Secondo la ragioneria regionale, il bilancio di Fondazione Milano-Cortina 2026 – ente che sovrintende i lavori per le olimpiadi – ha infatti un deficit patrimoniale cumulato «in costante peggioramento», senza che vi sia certezza di miglioramento del business plan dei prossimi due anni. Una situazione che lascia presagire come gli enti pubblici – ossia i cittadini – saranno chiamati a ripianare le perdite. A maggio, l’ex AD della Fondazione Milano-Cortina 2026 è finito sotto inchiesta per corruzione e turbativa d’asta, mentre anche sotto il profilo ambientale i lavori per la nuova pista da bob sono investiti dalle proteste per l’abbattimento di centinaia di alberi, tra cui circa 500 larici secolari. Nel frattempo, dopo un’importante operazione della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha scoperto come un’azienda affiliata al clan mafioso dei Barcellonesi avesse cercato di mettere le mani su una gara «bandita da Infrastrutture Milano Cortina 2026», il Ministero dell’Interno ha messo in campo una “Struttura di prevenzione amministrativa” volta a vigilare e contrastare le infiltrazioni di aziende mafiose negli appalti per i lavori in vista delle Olimpiadi.

[di Stefano Baudino]

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