sabato 23 Novembre 2024

Secondo un nuovo studio la maggior parte delle politiche sul clima sono state inefficaci

Mettere in atto politiche volte a contrastare il cambiamento climatico senza accompagnarle con incentivi, interventi sui prezzi o apposite politiche fiscali potrebbe rivelarsi sostanzialmente inutile: è ciò che emerge da una nuova ricerca sottoposta a revisione paritaria, guidata dall’Istituto di Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico (PIK) e dall’Istituto di Ricerca Mercator sui Beni Comuni Globali e sul Cambiamento Climatico (MCC) e pubblicata sulla rivista Science. Lo studio ha sfruttato un approccio innovativo e un nuovo database per analizzare oltre 20 anni di politiche climatiche, scoprendo che solo 63 casi su circa 1.500 si sono rivelati effettivamente efficaci nel ridurre significativamente le emissioni di gas serra. «I nostri dati dimostrano che tante politiche non equivalgono necessariamente a risultati migliori: fondamentale, invece, è il giusto mix di misure», spiegano gli autori dello studio.

La ricerca ha utilizzato un nuovo database dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e un approccio innovativo che ha combinato metodi di apprendimento automatico con analisi statistiche consolidate e ha analizzato le politiche attuate tra il 1998 al 2022. Dei circa 1.500 interventi studiati in 41 paesi di sei continenti, solo 63 sono stati classificati come “efficaci” e hanno portato a significative riduzioni delle emissioni di gas serra, che in media sono state del 19 percento. La caratteristica principale dei casi di successo – spiegano gli autori – è l’inclusione di incentivi fiscali e di prezzo in mix di politiche ben progettate: «Abbiamo valutato sistematicamente misure politiche che sono state raramente studiate fino ad ora, fornendo nuove intuizioni su combinazioni ben progettate di strumenti politici complementari. Da questo, ricaviamo le best practice per i settori dell’edilizia, dell’elettricità, dell’industria e dei trasporti, e sia nei paesi industrializzati che nei paesi in via di sviluppo spesso trascurati. I nostri risultati dimostrano che più politiche non equivalgono necessariamente a risultati migliori. Invece, il giusto mix di misure è fondamentale. Ad esempio, sussidi o regolamenti da soli non sono sufficienti; solo in combinazione con strumenti basati sui prezzi, come le tasse sul carbonio e sull’energia, possono fornire sostanziali riduzioni delle emissioni», ha spiegato Nicolas Koch, responsabile del Policy Evaluation Lab presso MCC e coautore dello studio.

Inoltre, i ricercatori hanno fornito alcuni esempi specifici: i divieti sulle centrali elettriche a carbone o sulle auto con motore a combustione non comportano grandi riduzioni se implementati da soli e hanno successo solo se combinati con incentivi fiscali o di prezzo, come avvenuto nel Regno Unito o in Norvegia. Nel settore industriale viene citato l’esempio della Cina, che grazie ai sistemi pilota di scambio delle emissioni ha ridotto significativamente i gas serra dopo pochi anni, e in quello dei trasporti si parla degli Stati Uniti e della Germania che, grazie ad un mix di incentivi e sussidi per veicoli a basse emissioni e riforme delle ecotasse hanno ottenuto risultati simili e significativi. «Sebbene rimanga difficile districare con precisione gli effetti delle singole misure all’interno di un mix di politiche, i nostri 63 casi di successo forniscono approfondimenti sistematici su combinazioni di politiche efficaci. Mostriamo come i policy mix ben progettati dipendano dai settori e dal livello di sviluppo dei paesi. Questa conoscenza è fondamentale per supportare i decisori politici e la società nella transizione verso la neutralità climatica», conclude Annika Stechemesser del PIK, ricercatrice ospite presso l’MCC e coautrice dello studio. Infine, gli scienziati hanno disposto anche un sito web chiamato “Climate Policy Explorer”, che permette di analizzare in modo interattivo i risultati della loro ricerca nel settore.

[di Roberto Demaio]

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1 commento

  1. Caro Roberto debbo contraddirti: sono state efficacissime, invece! Grazie alla geoingegneria riescono a produrre, alternativamente, periodi di estrema siccità a precipitazioni ad intensità da allagamento (e noi emiliano-romagnoli ne sappiamo qualcosa)

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